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Funzioni e utilità (in gravidanza e non solo) del progesterone, l'ormone prodotto dalla corticale del surrene, dal corpo luteo e dalla placenta.
È importante fare attenzione a livelli più bassi del normale durante i mesi di gestazione perché potrebbe esserci il rischio di aborto o di parto pretermine.
Il progesterone è un ormone sessuale femminile appartenente alla famiglia degli ormoni steroidei, sintetizzati a partire dal colesterolo. Come suggerisce il nome stesso, è un ormone pro-gestazionale, ovvero che favorisce lo stabilimento e il mantenimento della gravidanza.
Viene prodotto dalla corticale del surrene, dal corpo luteo e, in gravidanza, anche dalla placenta. Nello specifico, il progesterone necessario per stabilire la gravidanza viene fornito per le prime 6-10 settimane dal corpo luteo, dopodiché la placenta ne diventa la principale fonte per il resto della gravidanza.
Durante il ciclo mestruale i livelli di progesterone si mantengono bassi durante la prima fase, quella follicolare, per poi aumentare gradualmente durante la fase ovulatoria e quella luteinica. Se l’ovulo non viene fecondato o se non si impianta, il corpo luteo degenera e i livelli di progesterone si abbassano nuovamente.
Ѐ un ormone che assolve a diverse funzioni:
Il monitoraggio del progesterone solitamente non rientra tra gli esami base prescritti in gravidanza, come ci spiega il dottor Giulio Lanzi, medico chirurgo specialista in ginecologia e ostetricia:
Il progesterone è un ormone naturale prodotto dall’organismo della donna e i cui livelli aumentano progressivamente in gravidanza. Normalmente è prodotto in quantità sufficienti per le esigenze della gravidanza stessa. I casi in cui i livelli di progesterone sono troppo bassi per la gravidanza sono estremamente rari. Per cui, da linee guida, non sono da monitorare.
Cambia la situazione, invece, in presenza di minacce di aborto o di parto pretermine. In questi casi viene prescritto dal medico l’esame per valutare il dosaggio del progesterone.
Monitorare il progesterone può essere utile anche per valutare i casi di sospetta infertilità, o per capire se è avvenuta l’ovulazione. In tutti questi casi l’esame si effettua su un campione di sangue della paziente ed è importante riferire al proprio medico le informazioni sull’ultima mestruazione o sulla settimana della gravidanza, poiché i valori di progesterone variano a seconda della fase del ciclo mestruale o della gravidanza.
Prima dell’esame è importante anche interrompere l’eventuale assunzione di farmaci anticoncezionali, che possono alterare i risultati.
Come detto, in gravidanza i valori del progesterone aumentano. Se i valori misurati sono superiori a quelli previsti per il proprio periodo gestazionale, potrebbe trattarsi di una gravidanza gemellare.
Ma se non si aspetta un bambino e il valore misurato è più alto del normale, potrebbe essere sintomo della presenza di qualche patologia, come:
In gravidanza bassi livelli di progesterone potrebbero indicare il rischio di aborto spontaneo o di parto pretermine. Il dottor Lanzi ci spiega che, in realtà, i due termini e le due condizioni sono analoghi:
Si definisce aborto spontaneo se avviene entro le 25 settimane di gestazione, quando le probabilità che il feto sopravviva sono poche. Dalla 25esima settimana in poi, invece, si parla di parto pretermine. In entrambi i casi può essere prescritta la forma sintetica del progesterone, analoga alla naturale. La sua funzione farmacologica è esattamente la stessa sia nelle minacce di aborto che in quelle di parto pretermine. Ovvero serve, tra le altre cose, a rilassare l’utero, attenuando l’ipercontrattilità. Può essere somministrato sotto forma di capsule per via orale o vaginale, come terapia locale.
Altri casi associati a bassi livelli di progesterone comprendono:
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