Caro papà dei miei figli, non pensare mai, neanche per un attimo, che io sia un genitore migliore di te. Ho portato nella pancia i nostri bambini, li ho covati per mesi nelle profondità del mio corpo e dopo li ho nutriti con il mio latte. Ma questo non mi rende più “brava”, più esperta, o più competente di quanto non lo sia tu.

Siamo insieme, fianco a fianco, sulla stessa barca che naviga a vista. Entrambi perfetti per i nostri figli, eppure così inguaribilmente fragili, fallaci, inadeguati. Così umani. Non esiste alcuna gerarchia – degli affetti, dell’istinto, della competenza – che antepone le madri ai padri, solo pregiudizi, forzature e una storia secolare di paternità negata.

Sì, prima era più facile

Caro papà dei miei figli, a volte siamo in disaccordo a proposito di come educarli, di come relazionarci con loro, di come rispondere alle richieste che ci fanno. Non è facile accettarlo, non è facile rassegnarsi al compromesso quando in ballo ci sono i tuoi stessi figli, la tua eredità, il tuo lascito vivente.

Era forse più semplice (anche se allora non ci sembrava affatto che lo fosse) scontrarci quando in ballo c’eravamo solo io e te. Eppure non esiste altra persona al mondo con cui vorrei aver condiviso questa scelta e questa responsabilità. Nessuno al mondo che potrebbe essere padre accanto a me.

A volte siamo distanti, ma più vicini

Caro papà dei miei figli, da quando siamo genitori è tutto più faticoso, più pesante, più frenetico. Siamo oberati dalle incombenze quotidiane, dalle decisioni più o meno problematiche da prendere. Siamo fiaccati dalla stanchezza, oppressi dalle scadenze e dai ritardi. Non abbiamo più molto tempo per stare insieme, e quello che ci resta deve sempre fare i conti con le preoccupazioni, la programmazione, le questioni in sospeso.

A volte faccio fatica a pensare ancora a noi come a una coppia. È dura evitare che i genitori adulti che siamo oggi divorino i giovani innamorati che siamo stati a lungo. Di una cosa, però, sono certa: siamo uniti per la vita attraverso i nostri figli. La cosa più preziosa e importante, e allo stesso tempo più difficile e faticosa, noi due la condivideremo per sempre. Da un certo punto di vista, mi dico nei momenti di scoramento, non siamo mai stati più vicini di quanto non lo siamo adesso.

Non nascondermi le tue fragilità

papà e figlia

Caro papà dei miei figli, ti prego, parlami sempre con franchezza di quello che senti, anche quando le tue parole potrebbero risultarmi sgradite, fastidiose o amare. Non stancarti mai di condividere, di contraddire, di chiedere. E ascoltami, se puoi, senza pregiudizi.

L’esempio più importante che possiamo dare a nostro figlio è che essere un uomo – essere un maschio – non significa mutilarsi, censurare la propria sfera emotiva, rinunciare a mostrare anche le proprie fragilità e i propri bisogni affettivi. A coltivare i propri valori. E l’eredità più preziosa che vorrei lasciare a sua sorella è la consapevolezza che non esiste amore senza rispetto, senza dignità, senza empatia.

Siamo forti, insieme

padre e figlio

Caro papà dei miei figli, scusami se a volte sono una compagna stanca, avvilita, incontentabile. Se in certi momenti il pessimismo prende il sopravvento, se la frustrazione fa capolino dentro di me e finisce col metterci i bastoni tra le ruote.

Caro papà dei miei figli, siamo una squadra. Non siamo infallibili, ma se ce la mettiamo tutta possiamo fare davvero grandi cose. Ci completiamo, ci compensiamo, ci supportiamo e sopportiamo a vicenda. Non lasciarmi mai sola in questa delicata sfida, non mentirmi mai, non dubitare della mia buona fede. E io ti prometto eterna lealtà e fiducia. Non solo perché ne hanno bisogno i nostri figli, ma perché te lo meriti tu e me lo merito io. Siamo forti, insieme.

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