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Il feto sembrerebbe possedere una sorta di memoria prenatale durante la sua vita in utero e dopo, alla nascita. Si tratterebbe però di un tipo di memoria primitivo.
Ecco quali sono i ricordi che sembrerebbero persistere dalla vita nell’utero materno.
Quando parliamo di memoria ci riferiamo alla nostra capacità di ricordare concetti, persone e situazioni anche a distanza di tempo. Per molti anni si è pensato che i neonati non possedessero ricordi della loro vita, ma che la memoria cominciasse a svilupparsi mesi o anni dopo la nascita. Ma studi recenti hanno mostrato l’infondatezza di questa iniziale teoria: anche loro conservano dei ricordi.
Certo la memoria prenatale non è paragonabile a quella dell’adulto, sia per la quantità che per la qualità dei ricordi conservati. Piuttosto è possibile riferirsi alla memoria prenatale come a una forma di memoria primordiale, non del tutto sviluppata, con una funzione più pratica. È probabile che questo tipo di memoria cominci a funzionare nel momento in cui il sistema nervoso centrale arriva allo sviluppo completo.
Non solo la memoria prenatale esisterebbe, ma può essere distinta in due tipi:
Sembrerebbe inoltre che i feti che riescono a rispondere a degli stimoli e a conservarne il ricordo durante la vita prenatale, ne conserverebbero memoria anche dopo la nascita.
Quali conseguenze potrebbero derivare dall’esistenza di una memoria prenatale? A cosa serve? Le finalità dei ricordi che il feto riuscirebbe a conservare possono essere così riassunte:
Molte testimonianze di ricordi prenatali si concentrano sulle musiche ascoltate durante la gestazione. I ricercatori hanno dimostrato che il feto riesce ad abituarsi ai suoni che sente durante la gravidanza e a conservarne memoria: un feto di 30 settimane sarebbe in grado di ricordare un suono per 10 minuti, mentre entro la 34esima settimana può ricordarlo per quattro settimane.
Oltre agli studi scientifici che proverebbero l’esistenza della memoria prenatale, alcuni blog su internet raccolgono testimonianze di bambini che affermano di ricordare momenti della loro nascita o risalenti addirittura al periodo prenatale.
Ad esempio, sul sito www.prebirthmemories.com si legge la testimonianza di Magnus, che racconta che il suo primo ricordo è quello di una casa verde in cui era seduto, al sicuro. La madre di Magnus associa il ricordo del figlio alla casa con le pareti verdi in cui Magnus aveva vissuto da neonato.
O, ancora, un utente di Reddit racconta di avere il ricordo, seppur brevissimo, di quando ancora si trovava nell’utero materno, caldo, buio e con delle striature rosse. Attenzione però a non prendere alla lettera queste testimonianze: non è chiaro se siano reali o solo il frutto di condizionamenti esterni o dell’immaginazione.
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