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Sì, l'intelligenza artificiale può essere molto utile anche per migliorare la gestione di una gravidanza. Ecco come.
L’utilizzo dei modelli di intelligenza artificiale generativa (LLM, Large Language Model) non è limitata solamente al divertimento (per la creazione di immagini, video e contenuti) o alle dinamiche aziendali, ma anche e soprattutto al miglioramento dell’assistenza sanitaria. A questo proposito l’International Journal of Women’s Health spiega come l’implementazione dell’intelligenza artificiale (AI) sta migliorando non solo l’accuratezza diagnostica ma anche il modo in cui gestire la salute materno-fetale. È un settore in rapida evoluzione che è importante conoscere per iniziare a comprendere cosa possiamo aspettarci in questo campo nei prossimi anni.
Prima di comprendere meglio quale può essere il ruolo dell’intelligenza artificiale in una gravidanza, è interessante capire cosa si intende per salute materno-fetale. Questo aspetto non è puramente un’introduzione, ma una realtà cruciale anche per contestualizzare quelle che possono essere le implicazioni etiche di diversi approcci e interventi.
La salute materno-fetale è quell’insieme di elementi che dal momento del concepimento fino al parto consentono di valutare lo stato di salute sia della donna che del nascituro (embrione prima e poi feto). È importante tenere conto del fatto che quando si parla di salute non si fa riferimento solamente a una dimensione prettamente fisica, ma ci sono anche la dimensione psicologica ed emotiva. Sebbene queste tendano a essere spesso trascurate o derubricate in favore degli aspetti fisici, è cruciale ribadirne l’esistenza e l’importanza di tenerne conto.
Per quel che riguarda la gestante, quindi, la salute è quella relativa alla capacità di sostenere il feto durante lo sviluppo seguendo quindi una nutrizione adeguata, percorrendo un’adeguata assistenza prenatale, ricevendo attenzione all’impatto psico-emotivo, monitorando qualsiasi condizione preesistente e affrontare le possibili complicanze che possono sorgere durante la gravidanza. Per il nascituro il monitoraggio del suo stato di salute passa dalla valutazione della crescita e dello sviluppo, dal controllo della frequenza cardiaca e dei movimenti fetali, passando per il controllo della presenza di una placenta sana e dei livelli di liquido amniotico.
A questo punto possiamo comprendere meglio quale può essere il ruolo dell’intelligenza artificiale. È innanzitutto doveroso ricordare che in questo ambito l’AI utilizza strumenti come il machine learning, l’elaborazione del linguaggio naturale e le reti neurali artificiali per analizzare i dati e ricavare informazioni utili. Queste tecnologie permettono di usare algoritmi avanzati e modelli predittivi per prendere decisioni più accurate, migliorare i servizi sanitari e ottenere risultati migliori per la salute delle gestanti e del feto durante le fasi di una gravidanza.
È importante partire da quanto scritto nel Libro bianco sull’intelligenza artificiale in ostetricia e ginecologia realizzato per conto dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGI) dalla Fondazione Confalonieri Ragonese. Qui si legge che
“L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella pratica clinica ostetrico-ginecologica rappresenta una trasformazione paradigmatica che richiede un approccio sistematico e metodologicamente rigoroso”
Questo per introdurre un fenomeno complesso e articolato che non riguarda meramente l’utilizzo di uno strumento tecnologico più performante. L’adozione dell’intelligenza artificiale, infatti, pone anche delle sfide nuove che anche e soprattutto dal punto di vista scientifico e medico richiedono un approccio adeguato. Nello stesso testo viene sottolineato come l’integrazione dell’AI nel settore ostetrico-ginecologico rappresenti un’innovazione significativa che promette di generare benefici su molteplici dimensioni operative e cliniche, ma che resta uno strumento di supporto e potenziamento delle capacità cliniche, sempre nel rispetto del ruolo centrale dei medici e del personale sanitario e dei diritti delle pazienti.
Vediamo quali sono attualmente alcuni delle possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale per migliorare lo stato di salute materna e fetale. Innanzitutto l’AI è in grado di guidare la diagnosi prenatale tramite la ricerca del DNA fetale nel sangue materno. È inoltre utile per interpretare automaticamente i tracciati cardiotografici per valutare il benessere fetale, per fornire risposte a quadri ecografici sospetti e per analizzare le immagini ecografiche nel quadro degli screening prenatali.
In questo ambito l’AI si rivela efficace per automatizzare la misurazione dei parametri biometrici (come la circonferenza della testa e dell’addome), per identificare le anomalie fetali e individuare eventuali anomali congenite e acquisite.
Altri campi di utilizzo dell’intelligenza artificiale sono l’identificazione precoce della restrizione della crescita fetale e la possibilità di prevedere l’insorgenza delle complicanze così da agire di conseguenza e determinare il momento migliore per il parto.
L’AI utilizza una grande quantità di dati e grazie agli algoritmi predittivi è possibile anticipare le complicanze e prevedere una personalizzazione del trattamento soprattutto per le condizioni più complesse, come la preeclampsia e il diabete gestazionale. In questo senso l’AI utilizza diverse metodologie che analizzano dati del paziente (come misurazioni della pressione sanguigna, livelli di zucchero nel sangue e altri parametri sanitari pertinenti) unitamente a variabili cliniche e demografiche che possono aiutare a identificare precocemente l’insorgenza di condizioni pericolose per la salute materno-fetale.
È utile e interessante sottolineare anche che l’intelligenza artificiale può rivelarsi utile, basandosi su diversi dati (livelli ormonali, sintomi fisici, temperatura corporea) per identificare i primi segni di gravidanza e per approfondire la diagnosi dell’infertilità.
L’entusiasmo per l’evoluzione tecnologica non può prescindere dall’attenzione verso quelli che sono i principi etici. Questo vale in generale ma diventa ancora più importante quando si affrontano questioni di salute e principi come il rispetto dell’autonomia del paziente e l’accesso alle cure.
È quindi importante che in questa fase di introduzione dell’AI anche nel settore medico, si ribadisca l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come uno strumento a supporto del giudizio clinico e non come sostituto. Perché questo sia pienamente valido è anche necessario che sia prevista un’adeguata formazione del personale medico-sanitario anche in termini di comunicazione e trasparenza nei confronti del paziente.
L’automazione tipica dell’AI non può mai prescindere dal rispetto delle differenze culturali e delle scelte individuali del paziente. In questo è evidente come l’intelligenza artificiale debba essere utilizzata come mezzo e mai come fine per mantenere un approccio terapeutico che abbia come interesse la persona nella sua interezza e mai il sintomo o la patologia.
C’è poi tutta la questione legata alle responsabilità delle decisioni cliniche soprattutto per quel che riguarda la gestione dei possibili errori. Non vanno sottovalutate infine le questioni legate alla protezione della privacy e alla mitigazione dei bias algoritmici. Il rischio – già esistente e non ipotetico – è quello di amplificare e perpetuare disparità di genere o trattamenti non rispettosi dell’individualità della gestante.
L’intelligenza artificiale rappresenta un’importante opportunità di miglioramento anche delle possibilità mediche e sanitarie, a condizione che si continui a promuovere il bene del paziente.
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