
Organi esterni (vulva, grandi e piccole labbra, clitoride) e organi interni (ovaie, tube di Falloppio, utero, vagina): vediamo come è fatto l'appa...
La vulvodinia è un disturbo che causa dolore e bruciore nella zona della vulva. Può essere a volte una condizione cronica, da gestire con l'aiuto del proprio ginecologo.
Essere seguiti da un esperto può aiutare anche in gravidanza e durante il parto, per scegliere metodi di indagine adatti ma meno invasivi (quando possibile) ed evitare così di esacerbare i fastidi legati alla vulvodinia.
La vulvodinia è una condizione di dolore cronico della vulva, ovvero della parte esterna dei genitali femminili esterni. Di solito questo dolore è prolungato nel tempo e, ad oggi, non ne è nota la causa scatenante. La vulvodinia è però la principale causa di sesso doloroso tra le donne che non sono ancora in menopausa.
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Come detto, non esiste un’unica causa certa che comporti questa condizione di dolore cronico alla vulva. Ma la vulvodinia è probabilmente causata da molti fattori concatenati. Alcuni di questi includono:
La vulvodinia è descritta come dolore, bruciore, irritazione all’ingresso della vagina e nella zona che la circonda, la vulva per l’appunto. Si possono avvertire anche pulsazione e gonfiore, senza che sia presente nessun segno o lesione visibile che lo giustifichi.
Il dolore può estendersi all’intera vulva o essere circoscritto a un’area specifica. In alcuni casi può arrivare sotto forma di fitte o scosse, ed estendersi anche ai glutei, all’ano e all’interno delle cosce.
I sintomi della vulvodinia possono essere costanti o intermittenti e iniziare e cessare senza preavviso, oppure possono manifestarsi solo quando l’area viene toccata, ad esempio durante un rapporto sessuale o quando si inserisce un tampone o un ovulo vaginale.
I rimedi per la vulvodinia possono prevedere la combinazione di più trattamenti, che possono alleviarne i disturbi e migliorare la qualità di vita delle donne che ne soffrono.
Alcuni rimedi, non farmacologici ma legati alla cura di sé, includono:
I trattamenti farmacologici possono prevedere:
In alternativa, è possibile ricorrere anche al supporto di un fisioterapista che aiuterà a mettere in pratica metodi di auto-rilassamento per controllare le contrazioni dei muscoli e, di conseguenza, il dolore.
Il fisioterapista può ricorrere anche a impulsi elettrici a bassa frequenza per inibire le terminazioni nervose coinvolte nella percezione del dolore.
In alcuni casi le cause scatenanti della vulvodinia possono essere i dolori o i traumi di un parto, come l’episiotomia (l’incisione chirurgica della vulva).
In generale, la vulvodinia non è causa di infertilità, per cui anche le donne che ne soffrono possono avere figli. Il consiglio per le donne che già soffrono di questo disturbo, è di farsi assistere in gravidanza e durante il parto dallo stesso specialista che già le segue per trattare la vulvodinia. Trovare però un medico esperto sull’argomento e che assista anche durante il parto potrebbe non essere sempre semplice, soprattutto nelle città più piccole. In tal caso, è bene informare subito il ginecologo del proprio problema ed esporgli le proprie perplessità e i timori legati al momento del parto.
Durante la gravidanza, alcuni esami come la villocentesi o l’ecografia transvaginale potrebbero essere motivo di dolore. Prima di sottoporsi a questi test, è consigliato parlarne con il ginecologo e valutare possibili alternative, come la villocentesi per via addominale anziché vagino-cervicale.
Al momento del parto, invece, con il proprio medico si dovrà valutare la possibilità di un parto cesareo rispetto a quello tradizionale, che potrebbe esacerbare i sintomi.
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