
La sindrome di Brugada è una patologia congenita che causa alterazioni nella trasmissione del segnale elettrico al cuore.
La torsione ovarica in gravidanza, se non prontamente trattata, può arrivare a causare la morte del feto e comportare complicazioni per la salute della madre.
La gravidanza è un fattore di rischio per questa patologia, che può comportare addirittura la morte del feto. I sintomi della torsione ovarica sono piuttosto aspecifici e va confermata la diagnosi attraverso un esame strumentale.
La torsione ovarica rappresenta il 2,7% di tutte le emergenze ginecologiche. Riguarda più comunemente l’ovaio destro piuttosto che il sinistro (con un’incidenza di 3 a 2), probabilmente perché a sinistra la mobilità dell’ovaio è limitata da un tratto dell’intestino, il colon sigmoideo. Talvolta, l’interruzione del flusso di sangue all’ovaio, causato dalla torsione, dura abbastanza a lungo da provocarne la morte dei tessuti.
I fattori di rischio che favoriscono la comparsa della torsione ovarica sono:
La torsione ovarica durante la gravidanza è una complicanza abbastanza rara, ma se non trattata immediatamente può causare anche la morte del feto o la potenziale perdita di fertilità per la paziente. Si verifica in genere tra la sesta e la quattordicesima settimana di gravidanza.
La causa più comune che porta alla torsione ovarica in gravidanza è la crescita di una cisti del corpo luteo, che di solito regredisce spontaneamente entro il secondo trimestre. Poiché questa cisti serve a sostenere la gravidanza fino alla fine del primo trimestre, quando la placenta si è adeguatamente sviluppata, il drenaggio o l’escissione della stessa potrebbero causare l’interruzione della gravidanza.
Per cui, alcuni ostetrici somministrano progesterone supplementare per sostenere la gravidanza fino a quando la placenta non può essere ulteriormente sviluppata, di solito fino alla fine del primo trimestre.
Di solito, la torsione ovarica è accompagnata da forti fitte addominali e nella zona pelvica. Al dolore, a volte, si associano anche il vomito e la diarrea e, ancor più raramente, la febbre.
Il dolore può essere pungente, crampiforme, colico e irradiarsi al fianco, al dorso e all’inguine. Prima di arrivare al dolore vero e proprio, nei giorni o nelle settimane precedenti, si possono avvertire dei crampi intermittenti, dovuti al continuo movimento di rotazione e controrotazione dell’ovaio.
La principale conseguenza legata a una torsione ovarica è l’ischemia dovuta all’interruzione del flusso sanguigno. Inizialmente, viene interrotto prima il deflusso venoso, mentre l’apporto di sangue attraverso le arterie continua. Ciò causa l’iniziale ingrossamento dell’ovaio.
Se la torsione ovarica non è prontamente trattata, si può andare incontro a necrosi del tessuto, che avviene dopo circa 36 ore dall’interruzione del flusso sanguigno. Una conseguenza ulteriore, successiva alla necrosi tissutale, può essere la peritonite.
Il rischio maggiore per una donna che presenta torsione ovarica è quello di perdere la fertilità.
La diagnosi di torsione ovarica deve essere confermata attraverso indagini strumentali, quali:
Il trattamento della torsione ovarica ha l’obiettivo di preservare la funzionalità ovarica, per cui è importante che sia tempestivo. Si procede alla detorsione dell’ovaio attraverso un intervento chirurgico. Le procedure di intervento possono essere:
Se la torsione è causata dalla presenza di una cisti, si procede con la rimozione della stessa. Se è già intervenuta la necrosi è necessaria l’asportazione dei tessuti morti.
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