Normalmente il ciclo mestruale, l’attività che determina il periodo fertile di ogni donna, è caratterizzato dal flusso mestruale nel quale si hanno le tipiche perdite di sangue (spotting). La fuoriuscita di sangue si ha generalmente dal primo fino al quinto-settimo giorno del ciclo ed è la fase durante la quale l’endometrio (il rivestimento interno dell’utero) del ciclo mestruale precedente viene espulso.

Questa la fisiologia delle mestruazioni che, come precisato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha una durata molto variabile che differisce da donna a donna ma che solitamente va da 24 a 35 giorni. Per questo motivo si dice che il ciclo si manifesta ogni mese, anche se propriamente non è sempre così.

Il sanguinamento vaginale, quindi, è normale (seppur vari di frequenza, durata, intensità e sintomi associati) quando si verifica all’interno del ciclo mestruale. Si parla invece di sanguinamento vaginale anomalo, come riportato nel Manuale MSD, quando lo spotting avviene prima della pubertà, dopo la menopausa, durante la gravidanza o, ancora, tra due cicli mestruali. Questa condizione prende il nome di spotting intermestruale ed è una realtà da non sottovalutare.

Sebbene il Medline Plus Medical Encyclopedia precisa che generalmente le cause dello spotting intermestruale sono benigne e facilmente curabili, questo fenomeno potrebbe essere anche il segno di un problema di salute molto serio sul quale intervenire, laddove possibile, tempestivamente.

Cos’è lo spotting intermestruale?

La Mayo Clinic definisce lo spotting intermestruale come il sanguinamento vaginale che si verifica in qualsiasi momento del ciclo mestruale diverso dalle normali mestruazioni.

Come anticipato, infatti, Le perdite di sangue vaginali sono una parte normale della fisiologia del ciclo mestruale; qualsiasi perdita che si verifica prima, durante o dopo le mestruazioni, quindi, è un fenomeno da non sottovalutare e da approfondire per conoscerne le cause e il significato.

Le possibili cause dello spotting intermestruale

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Fonte iStock

La Cleveland Clinic divide la cause di spotting intermestruale in quattro differenti categorie: ormonali, strutturali, funzionali o farmacologiche. Se lo spotting si verifica prima o dopo gli anni fertili di una donna, generalmente le cause sono di tipo ormonale. Prima dell’arrivo della menopausa, quindi negli ultimi anni fertili, il sanguinamento può dipendere da un polipo, da un fibroma o da una formazione sulla vulva, sulla vagina o sulla cervice.

Altre cause che possono determinare questo tipo di conseguenza sono: infezioni o infiammazioni della cervice o dell’utero, lesioni o patologie dell’apertura vaginale, uso di dispositivi intrauterini (IUD) o, come evidenziato dall’NHS, di contraccettivi ormonali quali le pillole, il cerotto o gli altri metodi.

Rientrano nelle cause di spotting intermestruale anche le complicazioni della gravidanza e la gravidanza extrauterina. Le perdite vaginali di sangue al di fuori delle mestruazioni possono dipendere anche da secchezza vaginale dopo la menopausa, stanchezza, uso irregolari dei metodi contraccettivi ormonali, bassa funzionalità della tiroide e assunzione di farmaci anticoagulanti.

Anche un aborto spontaneo, le lesioni della vagina durante i rapporti sessuali, alcune infezioni sessualmente trasmissibili, la sindrome dell’ovaio policistico e un difetto della cicatrice del taglio cesareo.

Sebbene non sia molto frequente, va però considerata anche la possibilità che il sanguinamento vaginale sia un sintomo di un cancro della cervice, dell’utero o, ancora più raramente, delle tube di Falloppio.

Infine il sanguinamento vaginale si può avere anche come conseguenza di un esame pelvico, come la biopsia cervicale o endometriale.

Spotting intermestruale e premenopausa

Durante le premenopausa, il periodo che precede l’inizio della menopausa, è più probabile che si verifichino spotting intermestruali. Come riportato da WebMD, questo è dovuto sia ai cambiamenti ormonali tipici di questo periodo sia all’ispessimento dell’endometrio.

Questo periodo è anche quello nel quale si possono verificare maggiori alterazioni e modifiche della cervice e del sistema riproduttivo femminile, motivo per cui è raccomandato eseguire i relativi test di screening per monitorare e gestire nel migliore dei modi qualsiasi tipo di condizione, specialmente i tumori dell’utero, della cervice o della vagina.

Cosa fare e quando preoccuparsi

Le perdite di sangue al di fuori del flusso mestruale sono sempre un motivo di preoccupazione, nonostante non sempre sono associate a condizioni gravi. Il ricorso a una visita medica è sempre consigliato, ma è un’urgenza quando lo spotting intermestruale si verifica durante la gravidanza, quando è associato a dolori e altri fastidi gravi, quando lo spotting è abbondante o quando si è a ridosso o dopo la menopausa o, ancora, se si sospetta un’infezione sessualmente trasmissibile.

L’approfondimento diagnostico (esami del sangue, colture cervicali, colposcopia, Pap test, ecografia, isteroscopia e test di gravidanza) e il trattamento dipendono, ovviamente, dalla causa che ha determinato lo spotting intermestruale. Può essere previsto un trattamento farmacologico o un intervento chirurgico o. nelle forme sporadiche e non associate a patologie o rischi di complicazioni, non essere necessario alcun tipo di procedura medica.

Per quel che riguarda le conseguenze sulla fertilità femminile, invece, questo studio riferisce come lo spotting intermestruale riduce significativamente le probabilità di concepimento, ma solamente in quel ciclo mestruale. Non ci sono evidenze, infatti, di un impatto negativo sul potenziale riproduttivo a lungo termine.

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