La vita riproduttiva delle donne è caratterizzata da eventi e fasi distinte, ma in alcuni casi le transizioni ormonali che le accompagnano, come evidenzia questo studio, possono essere simili. È il caso della sindrome premestruale (PMS) e la gravidanza.

Può capitare che quanto si percepisce a livello fisico, psicologico ed emotivo possa essere confuso tra sindrome premestruale o gravidanza. La confusione deriva sostanzialmente da due elementi: la variabilità della sintomatologia della sindrome premestruale (ma anche dei primi segni di gravidanza) e la difficile definizione clinica di questa condizione.

A questo proposito è utile sottolineare quanto riportato in uno studio pubblicato dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) che ricorda come la sindrome premestruale ha una sintomatologia poliedrica al limite tra la ginecologia e la psichiatria. Può essere per questo motivo definita come “insieme di sintomi fisici, emotivi e comportamentali che si manifestano esclusivamente durante la fase luteale del ciclo mestruale e si risolvono con l’inizio della mestruazione”.

Questi sintomi possono essere lievi o severi, tanto da interferire con la qualità della vita.

Sintomi tipici della sindrome premestruale

Sintomi-sindrome-premestruale
Fonte: iStock

La sindrome premestruale è una condizione che include diversi sintomi. Questo studio riporta:

  • cambiamenti nell’appetito
  • aumento di peso
  • dolore addominale
  • mal di schiena
  • lombalgia
  • mal di testa
  • gonfiore al seno
  • dolore al seno
  • nausea
  • stitichezza
  • ansia
  • irritabilità
  • stanchezza
  • irrequietezza
  • sbalzi d’umore
  • pianto

I criteri impiegati per la diagnosi della sindrome premestruale aggiungono l’isolamento sociale e la depressione e che questi causano impedimenti nelle prestazioni sociali, accademiche o lavorative.

Inoltre sono sintomi che si presentano esclusivamente durante la fase luteale del ciclo mestruale e si risolvono subito dopo l’inizio delle mestruazioni. Per la definizione della sindrome, è necessario che tali sintomi vengano riferiti in almeno due cicli mestruali in assenza di terapie ormonali e farmacologiche.

I rimedi ai sintomi della PMS

Data anche la delicatezza della condizione è fondamentale saper distinguere tra sindrome premestruale o gravidanza, anche perché la loro gestione orientata alla riduzione dell’impatto dei sintomi richiede un diverso approccio. Per la PMS sono previste terapie non farmacologiche, terapie farmacologiche, terapie ormonali e trattamenti chirurgici.

L’approccio non farmacologico si basa sulla dieta (andando a ridurre alcol, caffeina e zuccheri semplici in favore di carboidrati complessi), sull’esercizio fisico, sull’integrazione di micronutrienti (vitamina B6, calcio e magnesio), sull’uso di erbe medicinali (agnocasto, ginko biloba, iperico e altre sostanze) e sulle terapie cognitivo comportamentali.

Parallelamente si rivela utile l’attenzione alla qualità e all’igiene del sonno e alla pratica degli esercizi di rilassamento (yoga, respirazione, meditazione, eccetera).

La Cleveland Clinic per la gestione farmacologica indica i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), i contraccettivi ormonali, gli antidepressivi, gli ansiolitici e i diuretici. Si può valutare il ricorso agli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs) e, nelle forme gravi e nelle donne che non vogliono cercare una gravidanza, l’intervento chirurgico di istero-annessiectomia bilaterale o di ovariectomia bilaterale che determina l’eliminazione dei cicli mestruali.

Primi sintomi di gravidanza: i segnali precoci

I primi sintomi di gravidanza che è possibile sperimentare sin dalle primissime fasi e che spesso vengono attenzionati proprio in funzione della gestazione sono:

  • sanguinamenti uterini (confusi con le mestruazioni)
  • aumento di volume del seno
  • tensione mammaria
  • nausea
  • vomito
  • minzione frequente
  • spossatezza
  • sonnolenza
  • mal di testa
  • sbalzi d’umore

Sindrome premestruale o gravidanza: le differenze

Molti sintomi della sindrome premestruale e della gravidanza sono simili, altri aspecifici (come il mal di testa, la stanchezza o gli sbalzi d’umore) ed è quindi difficile distinguerli. Ci sono però anche elementi distintivi tra le due condizioni.

Il primo, forse quello inequivocabile, è l’assenza del ciclo mestruale. Un ciclo saltato, soprattutto in chi è alla ricerca attiva di una gravidanza o che ha avuto rapporti che potrebbero aver portato al concepimento, è spesso il principale segnale di una possibile gravidanza. L’eventuale spotting dovuto all’impianto dell’embrione è di minore entità e diverso rispetto al tipico flusso mestruale.

Altre differenze sono legate all’affanno e al cambiamento di colore dei capezzoli (che diventano più scuri), che sono fenomeni frequenti all’inizio di una gravidanza.

Quando fare un test di gravidanza?

Il ricorso al test di gravidanza permette di dirimere la questione se si tratta di sindrome premestruale o gravidanza, anche se tra falsi positivi e test non ancora in grado di rilevare il possibile concepimento non c’è mai la massima certezza.

Quando è il momento di fare un test di gravidanza? Le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sono quelle di attendere 14 giorni per effettuare il test sulle urine (quello domestico) o 10 giorni con l’esame dei valori delle beta-hCG nel sangue.

È utile anche considerare come l’eventuale concepimento avviene tra le 24 e le 72 ore successive al rapporto ed è da questo periodo che si possono iniziare a contare i 10 o i 14 giorni prima di effettuare il test di gravidanza.

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