Dal punto di vista medico il polipo è, come riferito dall’Istituto Superiore di Sanità, un anormale rigonfiamento di tessuto, generalmente di piccole dimensioni, che si forma sulla mucosa di un organo. Il polipo uterino, quindi, è quel fenomeno che interessa la cavità uterina e in modo particolare l’endometrio, ovvero il rivestimento interno dell’utero, tanto che queste escrescenze prendono anche il nome di polipi endometriali.

Si tratta di un fenomeno relativamente comune, come evidenziato in questo studio, solitamente di natura benigna (ma a volte – in circa il 5% dei casi – anche cancerosi o precancerosi), a volte asintomatico e che può regredire spontaneamente e che interessa sia le donne in età riproduttiva che quelle in menopausa.

Sebbene possa essere trattato in maniera sicura, è una condizione che può generare problemi anche, ma non solo, per quel che riguarda la fertilità.

Polipo uterino: cos’è?

Come anticipato il polipo uterino è quell’escrescenza di consistenza morbida che si sviluppa sulla parete interna dell’utero (l’endometrio) e che si espande al suo interno. La Mayo Clinic precisa che si possono trovare uno o più polipi uterini che solitamente rimangono all’interno dell’utero ma in alcuni casi possono scivolare tramite la cervice e finire nella vagina.

Ogni polipo uterino si sviluppa come escrescenza dell’endometrio ed è attaccato a esso tramite un gambo sottile (polipi peduncolati) o ancorati attraverso una base più ampia (polipi sessili). Possono essere, come evidenziato dal Cleveland Clinic, di forma ovale o rotonda e avere una dimensione variabile che va da pochi millimetri a diversi centimetri.

Ogni polipo uterino contiene ghiandole, stroma e vasi sanguigni e nella maggior parte dei casi sono collocati nel fondo oculare dell’utero, la parte più difficile da raggiungere per il raschiamento.

La causa esatta che provoca la formazione di queste escrescenze non è ancora del tutto nota, ma sembrerebbe essere legata a fattori ormonali, in quanto si sviluppano prevalentemente in risposta all’azione degli estrogeni. I livelli di questi ormoni aumentano e si riducono durante ogni ciclo mestruale, consentendo l’ispessimento e poi l’espulsione dell’endometrio; la formazione dei polipi si verifica come un’eccessiva crescita di questo rivestimento. Anche un’infiammazione cronica dell’endometrio può essere responsabile della formazione di polipi endometriali.

Sono più a rischio le donne in permimenopausa o postmenopausa, quelle in sovrappeso e in uno stato di obesità, quelle che stanno seguendo una terapia ormonale sostitutiva, quelle che assumono farmaci per il trattamento del cancro al seno e, come indicato da WebMD, la pressione sanguigna elevata.

I sintomi del polipo uterino

Tra i segnali che possono indurre a sospettare la presenza di un polipo uterino, anche se si tratta per lo più di una condizione asintomatica, ci sono lo spotting intermestruale, il sanguinamento vaginale dopo la menopausa o dopo i rapporti sessuali, mestruazioni frequenti, abbondanti e irregolari e problemi di fertilità.

Parliamo quindi di una condizione che ha conseguenze sia sulla ricerca di una gravidanza che sulla qualità della vita con sintomi che possono essere anche particolarmente fastidiosi.

Spesso la presenza di un polipo uterino è associata alla presenza di un dolore sordo all’altezza dell’addome o della parte bassa della schiena, come quello dei crampi mestruali. Il dolore, però, non è da considerarsi come un sintomo comune dei polipi endometriali.

Polipo uterino, concepimento e gravidanza

Una delle principali conseguenze della presenza di un polipo uterino è l’impossibilità di ottenere una gravidanza. È stato stimato che tra il 3,8% e il 38,5% dei casi di infertilità primaria e tra l’1,8% e il 17% di infertilità secondaria sia da ricondurre proprio a questo tipo di fenomeno. Sono elevate anche le possibilità di aborto spontaneo.

Non è noto il perché un polipo uterino riduca la fertilità, ma ci sono diverse possibili spiegazioni. Innanzitutto l’ostruzione meccanica che può ostacolare il trasporto del liquido seminale, bloccando l’ingresso del canale cervicale o quello nella tuba di Falloppio. Parallelamente, la presenza di un polipo uterino può ridurre lo spazio sull’endometrio e ostacolare l’impianto dell’embrione. Anche l’irregolarità delle mestruazioni, uno dei sintomi associati alla presenza del polipo uterino, può essere responsabile dell’infertilità.

La possibilità di ottenere una gravidanza non è preclusa, in quanto vi è la possibilità di procedere con la rimozione di questi polipi e, dopo un determinato periodo di tempo, ricercare positivamente una gravidanza.

Nel caso in cui il polipo uterino fosse individuato durante la gravidanza, magari proprio come conseguenza delle visite di routine tipiche della gestazione, solitamente non è necessario procedere in quanto non aumenta di dimensioni con il passare delle settimane e non incide sul proseguimento della gravidanza.

Come si cura: intervento e trattamento

Trattamento-polipo-uterino
Fonte: iStock

Per la diagnosi del polipo uterino il ginecologo può avvalersi di un’ecografia transavaginale, di una sonoisterografia (l’iniezione nell’utero di un fluido sterile che ne aumenta le dimensioni consentendo una valutazione migliore delle eventuali escrescenze) o di un’isteroscopia.

Laddove lo si reputi necessario può essere prevista una biopsia endometriale tramite asportazione di un campione del tessuto del polipo, in modo da analizzarlo in laboratorio e verificare la presenza di cellule tumorali.

Il trattamento dei polipi uterini dipende dai sintomi associati e dai problemi che causano, specialmente quelli sulla fertilità. In diversi casi, infatti, può non essere necessario alcun tipo di intervento, anche perché i polipi possono anche regredire spontaneamente e, se non sono responsabili di problemi, si preferisce non effettuare alcun tipo di intervento.

Esiste una terapia farmacologia a base ormonale (specialmente progestinici e gli agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine) che aiutano a ridurre i sintomi associati alla presenza di un polipo uterino. Questa terapia è comunque temporanea e non risolutiva e i sintomi tendono a ripresentarsi non appena si sospende l’assunzione dei farmaci.

L’intervento per la cura del polipo uterino è la sua asportazione chirurgica (polipectomia uterina) tramite isteroscopia. L’isteroscopio, oltre a consentire di indagare all’interno dell’utero, è un dispositivo alla cui estremità può essere fissato una strumento con il quale tagliare e asportare con estrema precisione il polipo. Alcuni studi retrospettivi indicano come lo svolgimento delle polipectomie isteroscopiche sembrerebbe aumentare i tassi di gravidanza e migliorare i casi di infertilità sine causa.

La procedura della dilatazione e curettage, utilizzata prima dell’introduzione dell’isteroscopia, era associata al rischio di perdita dei polipi uterini raschiati e nei casi di polipi localizzati sul fondo dell’utero all’impossibilità di intervenire.

Infine bisogna precisare come, oltre a non esistere un metodo affidabile per prevenire la formazione dei polipi uterini, questi possono ripresentarsi a seguito della loro rimozione, motivo per cui è fondamentale sottoporsi a controlli regolari.

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