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L'otite è un'infezione di origine virale o batterica che può colpire la parte interna ed esterna dell’orecchio. Ma come riconoscerla e gestirla adeguatamente se a soffrirne è un bambino o un neonato? Vediamo insieme le cause, tipi di otite e le precauzioni da adottare con l'aiuto della pediatra Pilar Nannini.
Saper riconoscere tempestivamente i primi segni dell’otite nei bambini è molto importante per evitare complicazioni spiacevoli e pericolose.
Generalmente, i bambini più grandi riescono a comunicare il dolore e localizzarlo nella zona dell’orecchio. Con i neonati e i bambini non ancora in grado di verbalizzare i propri stati psico-fisici la situazione si complica un po’. Ma niente paura: anche sotto l’anno di età, il bambino invierà alla mamma dei segnali di allerta che suggeriranno una visita immediata dal pediatra.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Pilar Nannini, specialista in pediatria, di illustrarci le principali forme di otite nei bambini, i fattori predisponenti e i possibili trattamenti. Vediamo insieme quali sono i suoi consigli.
Come detto, l’otite è un’infiammazione di natura infettiva che può interessare l’orecchio sia internamente che esternamente.
Cause, sintomi e intensità possono variare a seconda della zona colpita nell’organo uditivo e del patogeno che l’ha scatenata.
Nei bambini come negli adulti, le cause dell’otite sono prevalentemente di natura infettiva. La malattia è veicolata, cioè, da agenti patogeni come virus e batteri. In un piccola percentuale di casi, si possono riscontrare forme di otiti micotiche, indotte da funghi.
La distinzione tra otite media e otite esterna è importante anche per quanto riguarda l’individuazione dei fattori predisponenti e le conseguenti terapie farmacologiche da intraprendere. L’otite esterna, ad esempio, è veicolata da fattori e condizioni ambientali che possono facilitarne l’insorgenza, quali:
Esistono anche fattori predisponenti specifici che – sottolinea la dottoressa Nannini – dipendono dalla storia clinica del bambino:
Tra i fattori predisponenti più rilevanti, si possono segnalare l’ipertrofia adenoidea, l’ipertrofia tonsillare e la tendenza del bambino a sviluppare infezioni respiratorie ricorrenti. Tuttavia, anche l’ingresso al nido o alla scuola materna predispone ad infezioni di questo tipo vista la debolezza del sistema immunitario (fisiologica) del bambino.
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Esistono tre tipi di otiti:
Le otiti esterne e medie sono le forme più frequenti nei bambini ed è molto importante monitorarle e sottoporle ai trattamenti più opportuni per evitare che si espandano nelle strutture più interne dell’orecchio. Ma come riconoscerla tempestivamente quando ad essere colpiti sono i bambini?
I sintomi ricorrenti di questa patologia variano in funzione del tipo di otite e dell’età del bambino, relativamente al fatto che riesca a verbalizzare il disagio oppure no. A volte, però, il bambino non riferisce un dolore specifico dell’orecchio, ma un malessere localizzato altrove ad esempio nella gola:
L’otite esterna solitamente provoca prurito e fastidio a livello della mandibola, anteriormente al lobo dell’orecchio e al tatto. Può essere anche un dolore acuto e intermittente che si manifesta nel corso della giornata, peraltro non accompagnato da febbre, proprio perché l’infiammazione è limitata alla parte esterna dell’orecchio.
L’otite media, invece, è caratterizzata da dolore intenso, associato spesso a febbre e inappetenza e all’eventuale infiammazione delle vie aeree superiori. Il bambino può riferire inizialmente mal di gola e poi manifestare dolore all’orecchio intenso in una fase immediatamente successiva.
Nei bambini molto piccoli è sicuramente più complicato comprendere se si è di fronte ad un’otite perché non sono in grado di verbalizzare il malessere. Tuttavia, i bimbi possono manifestare dei segnali abbastanza eloquenti. La mamma si accorge, insomma, del cambiamento del bambino anche se non c’è verbalizzazione del disagio:
In genere i bambini anche sotto l’anno di età tendono a portarsi le mani all’orecchio. Si può avere febbre, piantointenso sia notturno che diurno, inappetenza, malessere e irritabilità. I risvegli notturni sono molto frequenti. Ciò accade perché in posizione orizzontale la pressione a livello auricolare aumenta e il bambino preferisce rimanere in verticale piuttosto che sdraiato. In una piccola percentuale dei casi, alcuni bambini manifestano soltanto un po’ di inappetenza e arrivano dal pediatra con un’otite già conclamata. Per fortuna, questi casi sono limitati al 5-10% dei pazienti.
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In generale, dunque, è buona regola rivolgersi immediatamente al pediatra fin dal minimo sospetto, così da permettere una diagnosi tempestiva e una terapia adeguata e risolutiva.
Come abbiamo detto, la prima cosa da fare se si sospetta un’otite è contattare immediatamente il pediatra e sottoporre il bambino a una visita accurata. Essendo un’infezione virale, batterica o micotica la terapia suggerita dovrà necessariamente tenere conto della sua origine.
Nel caso dell’otite esterna, di solito la terapia consiste in un trattamento antibiotico topico-locale sotto forma di gocce auricolari. Successivamente occorrerà monitorare l’andamento dei sintomi e l’efficacia della terapia per evitare che si complichi in otite media.
E se la terapia non dà risultati apprezzabili nel giro di 48/72 ore è bene chiedere nuovamente il parere del pediatra e ripetere la visita. L’otite media, invece, deve essere trattata in maniera più seria, spiega la pediatra:
La terapia è antibiotica, prevalentemente per bocca. Tante mamme chiedono se è possibile somministrare l’antibiotico al bambino sotto forma di supposta perché molti bambini non riescono a prendere la pasticca. In realtà non esistono antibiotici efficaci per supposta. Gli unici antibiotici possibili sono quelli si assumono oralmente. La somministrazione, in realtà, dipende molto dalla serenità della mamma. Quindi il consiglio è niente panico, poco stress e tranquillità perché prima o poi il bambino prenderà l’antibiotico.
Che si tratti di otite esterna o media – in particolare in quest’ultimo caso – è importante tenere sotto controllo l’andamento dell’otite fino alla sua completa guarigione. Ciò eviterà pericolose complicazioni a carico delle strutture più delicate dell’orecchio.
Una delle degenerazioni più gravi è l’otomastoidite: un’infezione a carico delle strutture ossee del massiccio facciale. In questo caso si nota un rigonfiamento anomalo del padiglione auricolare e di tutta la zona intorno l’orecchio associato a febbre alta. La prima cosa da fare è recarsi subito al pronto soccorso o dal pediatra (se immediatamente disponibile).
Ma cosa fare per prevenire l’insorgenza della malattia? Ecco cosa consiglia la dottoressa Nannini:
La prima regola è mantenere una perfetta igiene delle cavità nasali. Nei bambini piccoli che non riescono ancora a soffiarsi il naso, è bene praticare lavaggi frequenti con soluzione fisiologica, sopratutto quando si verifica costipazione nasale. Ciò facilita l’eliminazione degli agenti patogeni nella cavità ed evita la colonizzazione cronica dei batteri. Con un neonato in casa e un fratellino o una sorellina più grande affetto da otite, è buona norma utilizzare una mascherina per evitare il contatto con le secrezioni respiratorie contagiose.
Un’altro segno di progressione o peggioramento dell’otite è l’otorrea, che è una fuoriuscita di secrezioni giallastre-verdognole dall’orecchio, tipica delle infiammazioni medie ed esterne. Può essere un sintomo di una progressione dell’infezione dell’organo, che dunque richiede un’attenta valutazione da parte del pediatra.
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