
Elena è una 14enne affetta da una malattia rara neurodegenerativa che le impedisce di crescere: si tratta dell'unico caso in Italia.
Tra le malattie rare a trasmissione ereditaria ci sono quelle mitocondriali. Scopriamo cosa sono, quali sono le più diffuse e quali conseguenze provocano.
Con questo termine, infatti, si fa riferimento a una struttura delimitata da membrana (detta organello) che è presente all’interno delle cellule viventi. I mitocondri sono noti (e sono importanti per la comprensione delle malattie che li riguardano) per essere considerati come “le centraline energetiche delle cellule”. Il motivo? Perché “sono capaci di produrre grandi quantità di una molecola, chiamata ATP (adenosina tri-fosfato), che ha il ruolo di trasportare e fornire alle cellule l’energia necessaria per le loro funzioni”.
Quanto detto è sufficiente per comprendere due cose: le malattie mitocondriali possono essere molto serie riguardando un aspetto imprescindibile del funzionamento di qualsiasi organismo vivente (la produzione e il trasporto dell’energia), ma anche che potenzialmente queste malattie possono riguardare “qualsiasi organo o sistema del nostro corpo”.
Elena è una 14enne affetta da una malattia rara neurodegenerativa che le impedisce di crescere: si tratta dell'unico caso in Italia.
Propriamente, quindi, le malattie mitocondriali sono alterazioni nel funzionamento dei mitocondri, in modo particolare nel processo detto di “fosforilazione ossidativa”. Come abbiamo anticipato le malattie mitocondriali possono riguardare qualsiasi organo, ma i principali a essere colpiti da queste alterazioni sono il cuore, i muscoli, il sistema nervoso e lo scheletro.
I mitocondri sono parzialmente autonomi e in parte dipendono dal genoma nucleare; per questo le malattie che li riguardano si classificano in tre diversi gruppi in base alla loro causa:
Complessivamente esistono oltre duecento forme di malattie mitocondriali e possono manifestarsi in qualsiasi fascia d’età, da quella infantile a quella adulta.
La causa di queste malattie è legata alla trasmissione ereditaria: questo perché i mitocondri sono dotati di un loro DNA. Le alterazioni possono riguardare sia il DNA del mitocondrio che i geni presenti nel nucleo della cellula.
L’eredità delle malattie mitocondriali segue solo raramente le classiche regole (mutazioni dominanti e mutazioni recessive); per questo si parla di eredità mitocondriale. Queste malattie vengono trasmesse solamente tramite la madre perché gli spermatozoi non forniscono i mitocondri e questi giungono all’embrione al momento della fecondazione solamente dalla cellula uovo.
La frequenza di queste malattie tra maschi o femmine è la stessa.
L’eterogeneità delle malattie mitocondriali riguarda anche la loro sintomatologia, come vedremo, ma anche la loro tipologia. Possono coinvolgere, ed è il caso più frequente, più organi e sistemi o, meno frequentemente, un solo organo o sistema specifico. Le forme più diffuse che riguardano l’età pediatrica sono:
L’organizzazione italiana di riferimento per le persone affette da malattie mitocondriali segnala come tra le patologie mitocondriali più diffuse ci sono, oltre a quelle già indicate:
È difficile, data la variabilità di queste malattie, individuare una sintomatologia comune che possa far sospettare la presenza di un disturbo riconducibile a una patologia di questo tipo. Molto dipende, ovviamente, dall’organo e dal sistema interessato, ma la presenza di livelli elevati di acido lattico nel sangue può far sorgere questo sospetto. Solo raramente esistono dei marcatori specifici che permettono di individuare una singola malattia.
Anche la diagnosi di conferma della presenza di una malattia mitocondriale può richiedere diverso tempo. In questo senso è necessario un approccio integrato nella diagnosi con un approfondimento nella comprensione della genetica dei mitocondri. Alcuni test genetici di ultima generazione permettono di avere una conferma della diagnosi.
Anche per quel che riguarda le terapie il discorso è molto delicato e al momento incompleto. Non esistono cure per le malattie mitocondriali, salvo casi molto rari. Il problema più serio delle cure per queste patologie è che nella stragrande maggioranza dei casi parliamo di malattie che colpiscono più organi e sistemi ed è complicato riuscire a intervenire in maniera univoca e risolutiva.
Una terapia farmacologica unita all’uso di integratori può offrire buone capacità di alleviare l’intensità dei sintomi e contrastare l’avanzamento della malattia. In molti casi i pazienti affetti da malattie mitocondriali necessitano anche di terapie di supporto che, seppur non curano propriamente la malattia, offrono un significativo miglioramento delle condizioni.
Oggi i trattamenti sono prevalentemente associati alla gestione dei sintomi, ma ci sono numerosi studi e lavori che offrono interessanti prospettive sull’individuazione di terapie geniche contro queste malattie e per trovare metodi efficaci nel prevenire la trasmissione delle malattie.
Purtroppo la prognosi delle malattie mitocondriali è il più delle volte negativa e l’aspettativa di vita molto ridotta, specialmente quando le patologie si manifestano in età infantile.
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