
Dietro al dolore al seno in allattamento possono esserci diversi motivi. Individuare le cause è importante per capire come lenirlo.
Una condizione comune che può avere diverse cause; scopriamo le più comuni e cosa fare (e quando preoccuparsi).
Sebbene la maggior parte delle condizioni siano benigne e non destino preoccupazione, è importante non sottovalutare il fenomeno, sia per individuare soluzioni per alleviare il fastidio che per escludere, anche se rare, le condizioni più serie.
Quando si parla di dolore ai capezzoli, come evidenziato anche dal Cleveland Clinic, bisogna innanzitutto distinguere tra diverse forme di fastidio. I capezzoli, infatti, possono risultare estremamente sensibili al tatto, doloranti, con una sensazione di bruciore, prurito, tenerezza o, ancora, risultare gonfi e arrossati. Una sintomatologia molto varia così come varie sono le cause sottostanti.
La principale condizione responsabile del dolore ai capezzoli è sicuramente il ciclo mestruale, fenomeno durante il quale l’azione degli ormoni gioca un ruolo molto importante anche per quel che riguarda dolori e fastidi. Il dolore può poi dipendere dalla gravidanza (un periodo di grandi cambiamenti non solo ormonali), dall’allattamento al seno, ma anche dall’utilizzo di capi d’abbigliamento molto stretti (come quelli utilizzati da chi pratica sport), in quanto l’attrito provocato dai vestiti a contatto con la pelle può far seccare, arrossare o screpolare i capezzoli, soprattutto nelle donne con una pelle più sensibile.
Vanno poi considerati anche i traumi nella zona del capezzolo (come quelli che si possono verificare durante i rapporti sessuali o a seguito di un piercing) e le infezioni, le reazioni allergiche e le eruzioni cutanee. Tra le principali infezioni che possono danneggiare i capezzoli causando dolore sono la mastite, il mughetto e la follicolite.
L’utilizzo di alcuni saponi, profumi, lozioni e detergenti può creare prurito e dolore ai capezzoli e chi soffre di dermatite può sperimentare anche la comparsa di vesciche e arrossamento della zona intorno al capezzolo. Anche il vasospasmo o l’utilizzo di un tiralatte elettrico o di un raccogli latte in silicone possono essere responsabili di dolore ai capezzoli.
Il Johns Hopkins Medicine aggiunge come il dolore al seno potrebbe essere un effetto collaterale dell’assunzione di alcuni farmaci (quelli per trattare alcune forme di anemia, quelli per i disturbi di salute mentale, i diuretici, quelli prescritti per l’insufficienza cardiaca e quelli per trattare la pressione alta). Inoltre bisogna considerare la presenza di una cisti al seno dolorosa o una complicazione della presenza di una protesi mammaria.
Infine, anche se raramente, il dolore ai capezzoli può essere il sintomo di un cancro della mammella e in modo particolare della cosiddetta malattia di Paget. Si tratta, come riportato dal Manuale MSD, della diffusione di un cancro dei dotti galattofori che può colpire non solo le donne ma anche gli uomini. È utile anche ricordare, riprendendo quanto evidenziato dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, come le forme iniziali di tumore al seno solitamente non provochino dolore.
A seconda della condizione responsabile, il dolore ai capezzoli può essere associato anche ad altri disturbi. Il portale WebMD precisa, a tal proposito, come la presenza di prurito, gonfiore ed eruzione cutanea nella zona intorno al capezzolo possano essere il segno di una dermatite (eczema o dermatite da contatto). In presenza di febbre, pus, rossore, gonfiore, seno con striature rosse, caldo e con dolore intenso, la causa è probabilmente da individuare in un’infezione.
Durante la gravidanza, specialmente nelle prime settimane di gestazione, il dolore al seno si accompagna a nausea, vomito, stanchezza e minzione frequente. Anzi, l’indolenzimento del seno, soprattutto se associato all’assenza delle mestruazioni, è uno dei primi sintomi della gravidanza.
Il cancro al seno oltre al dolore è solitamente accompagnato da un capezzolo rivolto verso l’interno, desquamazione della pelle, secrezioni, linfonodi ingrossati, presenza di un nodulo e pelle del seno ispessita.
L’azione degli ormoni, in modo particolare gli estrogeni e il progesterone, nei giorni immediatamente precedenti l’inizio del ciclo, determinano un rigonfiamento del tessuto mammario responsabile del dolore. Parallelamente anche l’inizio della pubertà, la menopausa e l’utilizzo di contraccettivi ormonali possono, per le medesime ragioni, causare dolore ai capezzoli.
Anche l’ovulazione può causare una tensione al seno (tanto che il dolore può essere considerato un sintomo secondario dell’ovulazione), ma più comunemente il dolore ai capezzoli si manifesta nei giorni che precedono le mestruazioni.
Sia i cambiamenti ormonali tipici dell’inizio della gravidanza che i cambiamenti che interessano il seno durante le settimane di gestazione (specialmente quelli propedeutici a preparare il seno all’allattamento) possono avere come conseguenza fastidi e dolori di vario tipo.
Parallelamente, il seno può diventare più scuro e più sensibile, oltre che ad aumentare di grandezza.
Solitamente il dolore ai capezzoli associato all’allattamento è legato a un errato attacco da parte del bambino. La bocca del neonato, infatti, deve essere ben aperta ed essere “riempita” dal seno, non solo dal capezzolo.
Se la lingua del bambino strofina o schiaccia il capezzolo l’attaccamento non è adeguato tanto che, come evidenziato dall’Australian Breastfeeding Association, al termine della poppata si può notare un capezzolo più piatto, un capezzolo gonfio o arrossato o una piccola striscia di sangue sotto la pelle.
Nel caso in cui l’errato attaccamento provochi delle ferite intorno al capezzolo (ragadi), è necessario sospendere l’allattamento per curare il disturbo per poi riprendere con le normali poppate.
Sono diversi gli accorgimenti da adottare per ridurre il dolore ai capezzoli e, a seconda della causa, prevenirne la comparsa.
Innanzitutto si rivelano utili alcune scelte di vita generali come il seguire un’alimentazione povera di grassi, ridurre l’assunzione di sale, eliminare la caffeina e smettere di fumare. Parallelamente è importante indossare un reggiseno della taglia corretta, per evitare che i legamenti che collegano il seno alla parete toracica possano diventare tesi e dolorosi.
Per i dolori comuni del ciclo mestruale può essere utile il ricorso agli antidolorifici da banco, mentre per le donne che allattano al seno è importante lasciar asciugare i capezzoli dopo ogni poppata prima di coprirli ed evitare l’utilizzo di paracepzzoli e coppe per il seno in quanto, come suggerito dall’National Health Service britannico, non migliorano l’attaccamento del bambino.
Laddove necessario, può rivelarsi utile l’applicazione di una crema antinfiammatoria. In presenza di un dolore persistente che non scompare nell’arco di 24-48 ore o che non è associato a una causa evidente (come la gravidanza o a disturbi dell’allattamento), è necessario consultare un medico per approfondire la diagnosi.
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