In tempo di Covid-19 la sicurezza in fatto di gravidanza, parto e salute del neonato non è mai abbastanza. Ecco perché avere delle risposte chiare e precise risulta essenziale per il benessere del bambino e la serenità della mamma.

Poche e semplici domande a cui daremo risposta per tranquillizzare i futuri genitori e i loro pargoli. In un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo, una donna in stato interessante come deve comportarsi per la propria salvaguardia e quella del suo bambino? Come avviene il parto in queste circostanze?  E dopo il parto, quando si rientra a casa per la prima volta con il neonato, quali sono le misure precauzionali da adottare?

Le domande sono molte specie se in famiglia si hanno dei casi di infezione da Coronavirus, oppure se è la mamma stessa a risultare positiva al Covid-19. Fare chiarezza su come proteggere il bimbo in questo periodo è un tema molto richiesto ed è fondamentale per i genitori, sapere come agire per la sicurezza di una nuova vita.

La nostra Pediatra, la Dottoressa Pilar Nannini ha risposto, durante una diretta Instragram, proprio a tali domande perché l’armonia familiare e l’informazione corretta è, secondo noi, la strada giusta da percorrere.

Gravidanza: mamma positiva al Covid-19, quali rischi corre il bambino?

La prima domanda, forse, una delle più gettonate dalle donne in stato interessante riguarda proprio la positività al Covid-19 e, in caso ciò avvenga in gravidanza, quali sono i rischi che il bambino può avere. Dott.ssa Nannini ci spieghi:

In questo periodo se la mamma non ha concomitanti infezioni, come possa essere quello dell’influenza o altre infezioni e, quindi, una mamma che sta bene, che non ha fattori di rischio o patologie, l’infezione da Coronavirus può essere, nella maggior parte dei casi, non grave ma lieve con fastidi simil-influenzali. Il bambino non rischia niente.

Non ci sono stati casi accertati, se non forse uno solo, di neonati positivi al Covid-19 da dubbio passaggio transplacentare, però tutta la letteratura che abbiamo fino ad ora, quindi parliamo di migliaia di casi esaminati, non c’è evidenza di trasmissione placentare al feto.

Anche quando nasce il bambino, questo viene sempre tenuto insieme alla mamma. Quindi, da questo punto di vista, se anche la mamma dovesse risultare positiva al Covid-19 durante il puerperio nell’immediato periodo post-natale, il bambino non verrà mai separato dalla mamma, tranne che per motivazioni di salute come in tutti i casi normali, per il quale il neonato viene separato dalla mamma per alcune ore, tempo necessario ai controlli, per poi essere riportato in camera in rooming-in insieme alla mamma.

La mamma, ovviamente, dovrà avere tutti i dispositivi di protezione come la mascherina chirurgica ma, non si separa mai il neonato dalla mamma.

Come comportarsi in gravidanza o con un neonato se in casa ci sono bimbi che vanno all’asilo?

Una domanda molto richiesta dalle mamme riguarda proprio il comportamento da adottare, durante la gravidanza o subito dopo il parto, se in casa si hanno anche altri figli più grandi, sorelle o fratelli che vanno all’asilo. Come proteggere il neonato? Dott.ssa Nannini ci indichi il miglior comportamento da adottare

In questi casi, le indicazioni sono le solite per i bambini che frequentano la scuola materna, quindi: bisogna stare molto attenti. I neonati, nei primi tre mesi di vita non si devono ammalare o, comunque, sono ad alto rischio di infezioni più gravi.

Dunque, l’indicazione è: se avete un bambino (parliamo dei fratellini più grandi) che o si ammala più spesso o va incontro ad infezioni respiratorie piuttosto ricorrenti o è un po’ più fragile di salute, o comunque il bambino sta bene ma inizia la scuola materna adesso e ci sono molti contagi, il mio consiglio è quello di lasciarlo in casa e farlo abituare alla presenza del neonato e, ovviamente, del nuovo nucleo familiare, lasciando fuori i contagi.

Questo per due motivi: perché si rischia, poi, con la pandemia in corso, di dover separare ingiustamente il fratellino dal neonato e innescare una sorta di atteggiamento non adeguato nei confronti del fratello maggiore. In questo caso, è appena nato un nuovo nucleo familiare e la sorellina e/o il fratellino, hanno bisogno di toccare il neonato, guardarlo, vederlo, vivere con lui. Tenerlo separato soltanto per motivi infettivi perché c’è una pandemia di fuori, non è fisiologico, non è sano né per il neonato né per il fratellino che è a casa.

Quindi, è giusto per qualche mese tenere il bimbo a casa in modo da far nascere un nucleo familiare sano, competente ed emotivamente presente e funzionale e non disfunzionale tenendo il bambino lontano dal neonato per la paura che ci possano essere fonti di contagio.

Tutto dipende dalla mamma, se lei non ha paura dei contagi, se è presente con tutti i figli nello stesso modo, questi ultimi lo percepiscono e si sentono accolti in un nucleo familiare sano e che funziona.

Se si tiene il bambino lontano per paura dei contagi, si rischia di innescare delle insicurezze nei fratelli più grandi che diventano, poi, disfunzionali a lungo termine.

Come viene gestito il parto durante la pandemia Covid-19?

Entriamo nel vivo con alcune domande che, spesso, trovano molti dubbi: il parto e la gestione dello stesso. I papà, in questi casi, possono essere presenti? Inoltre, prima di partorire sarà necessario effettuare un tampone?

I papà possono, ovviamente, vedere i bambini però non possono stare in camera con la mamma. Quello che una donna può fare una volta che il parto è stato espletato ed è andato tutto a posto, se il personale ginecologico e ostetrico vi dice che non ci sono problemi e voi vi sentite bene, di anticipare il rientro a casa e anticipare così, la dimissione, prima di fissare un controllo a breve.

A casa la donna è più tranquilla, si ha intorno le cose a cui si è abituate, vi è il neo papà che può dare una mano. Quindi, è molto più semplice. In ospedale si fa sempre più fatica e può essere emotivamente più complicato.

È estremamente importante, per la donna che si trova nell’ambiente ospedaliero durante il parto, quello di parlare con il personale medico, di chiedere qualora ci fossero dubbi, in modo tale da trovare conforto nelle parole e disponibilità nelle azioni nell’affrontare l’evento il più serenamente possibile.

L’assenza del papà in ospedale è, però, anche funzionale a instaurare un rapporto tra la mamma e il bambino. Quello di cui il bambino ha bisogno, in questo caso, è il contatto con la mamma. È essenziale che il bambino stia solo con la mamma, non ha bisogno di nient’altro. Questo è importante per l’avvio dell’allattamento.

Vista la situazione, è più consigliabile fare un parto a casa o in ospedale?

Se avete un’ostetrica che può seguire il parto in casa, se la mamma ha avuto una gravidanza normale, se non ci sono fattori di rischio e se la mamma è più tranquilla, assolutamente sì, si può fare.

Oggigiorno, ci sono tante associazioni che prevedono la presenza di ostetriche – per legge devono essere due – per cui, potete informarvi tranquillamente nella vostra zona e sentire se vi sono delle ostetriche abituate a fare parti in casa e se vi sentite tranquillizzate in quel senso. Nessuno vi metterà mai in pericolo, quindi sia l’ostetrica che la vostra ginecologa, vi metteranno sempre in una situazione di tranquillità, perché la serenità della mamma è essenziale.

Dopo il parto, qual è la profilassi da seguire una volta rientrati a casa?

Dopo il parto, una volta rientrati a casa con il neonato, cosa devono fare i neo genitori? Quale è la profilassi da seguire in questo caso, mamma e papà devono tenere la mascherina? Dott.ssa Nannini spieghi cosa bisogna fare:

La mascherina, per la mamma, se questa ha appena fatto il tampone perché è appena stata ricoverata, non è necessaria. Questo perché prima di ogni ricovero si fa il tampone, quindi, in questo caso, la madre non dovrà indossarla.

Mentre, per quanto riguarda il papà, se fa un lavoro a contatto con il pubblico per il quale non è sicuro al 100% di essere scevro da possibili infezioni anche solo in qualità di portatore e, non ha la possibilità di stare a casa 24 ore su 24, il consiglio è di indossare la mascherina. Questo perché non si può avere la massima sicurezza in un momento del genere.

Se, invece, sul posto di lavoro vengono adottate tutte le situazioni di sicurezza come il distanziamento sociale, l’igienizzazione delle mani, la mascherina con protezione adeguata o chirurgica o anche superiore come FFP2 e non c’è un’esposizione a persone potenzialmente infette, in questo caso, il consiglio è che si possa tranquillamente togliere la mascherina, non è necessario.

Ricordiamo che lo skin-to-skin, ovvero, il contatto pelle a pelle è importante non solo per la mamma ma, anche, nei confronti del papà. Il bambino deve avere la possibilità anche di annusare, sentire il contatto del padre e abituarsi a lui. Quindi, se non ci sono condizioni predisponenti particolari, via libera alle mascherine in un contesto domestico.

È meglio rimanere chiusi in casa o uscire per una passeggiata con il neonato?

Un dubbio che, in tempo di pandemia, viene sollevato da molti genitori riguarda proprio il non sapere se sia meglio rimanere in casa con il bebè per la sicurezza oppure uscire per una passeggiata. Cosa consiglia dottoressa?

Si devono fare le passeggiate. Queste fanno bene alla mamma e al bambino. Quindi, se la mamma se la sente, portare il bambino sul passeggino o in fascia e uscire a fare delle belle passeggiate è consigliato. Non c’è nessun pericolo. Ovviamente, prediligete gli spazi abbastanza tranquilli come i parchi. L’unica cosa che è vietato, come sappiamo, sono gli assembramenti, quindi che la passeggiata non diventi un pretesto per ricevere la famiglia fuori, perché questo non è possibile.

Come comportarsi con amici e parenti dopo il parto?

Una delle domande più gettonate dalle mamme riguarda proprio la gestione delle visite in casa di amici e parenti, in modo particolare dei nonni. In questo caso, con un neonato di pochi giorni, come comportarsi?

Quando si incontrano parenti o amici, ovviamente nelle regioni ove ciò è consentito, chi fa visita al neonato deve tenere la mascherina e per evitare ogni fraintendimento, anche la mamma e il papà quando ricevono visite, devono indossare la mascherina in modo tale che tutti capiscano che la devono tenere.

Se, invece, c’è qualcuno restio ad indossare la mascherina, teniamo il bambino, senza essere maleducati, addosso a noi, e lo teniamo o in fascia o comunque rivolto verso di noi e stiamo a debita distanza. Se qualcuno ha l’ardire di toccare le manine del bimbo, che ricordiamo, non devono essere mai toccate, la cosa da fare è igienizzarle subito con delle salviettine igienizzanti, se siamo fuori, oppure laviamo le mani se questo succede in casa.

Neonato e Covid-19: il bimbo può prendere il virus? Come lo manifesta e cosa fare?

Se è il neonato a prendere il virus, la situazione può essere quello di un virus respiratorio come la bronchiolite che in quel neonato può avere un’infezione respiratoria più o meno importante, a seconda dell’età del bambino, del peso e del momento in cui viene contratto il virus.

Più è piccolo il bambino e più, ovviamente, l’infezione andrà monitorata, rischia di essere più importante dal punto di vista della terapia. A volte, può essere necessario un supplemento di ossigeno ma, tendenzialmente, lo spettro dei sintomi è quello di una bronchiolite o bronchite.

I bambini possono, molto più frequentemente, essere asintomatici. Vi sono lattanti che hanno contratto il Covid-19 ma, che avevano come uno sintomo la congiuntivite. Quindi, non è detto che contrarre il Covid-19 porti necessariamente ad un di stress respiratorio o ad una malattia respiratoria conclamata che interessi bronchi e polmoni. C’è molta variabilità.

Tendenzialmente, i bambini piccoli sono paucisintomatici, ovvero con pochi sintomi, oppure monosintomatici o, addirittura asintomatici.

Come distinguere i sintomi da Covid-19 da quelli di una normale influenza?

In questo caso, avevamo già fatto un’intervista video dove la Dott.ssa Nannini ha esposto chiaramente tutto ciò che riguarda la distinzione tra sintomi da Covid-19 e influenzastagionale ma, riprendiamo, comunque la questione velocemente.

Il virus dell’influenza, sappiamo tutti, che ormai è presente ogni anno. Con la vaccinazione si riesce un po’ a discernere. Se un bambino è vaccinato, oppure ha già fatto il vaccino l’anno precedente, qualora sviluppi febbre alta, dolori muscolari o ossei, mal di testa, mal di gola e malessere generale in un periodo come questo, deve essere sottoposto a controlli per il Covid-19.

In realtà, fare una distinzione solo sui sintomi è molto difficile perché, a differenza dell’influenza, il Covid-19 può essere anche asintomatico. Ci sono classi di bambini positivi ma totalmente asintomatici.

Però, eseguire la vaccinazione, soprattutto nei bambini più grandi aiuta molto sia a ridurre eventuali complicanze post-infettive, sia a fare una diagnosi più precoce.

Mamma e papà positivi al Covid-19: come fare? Posso allattare?

Se sono entrambi i genitori positivi al Covid-19 oppure uno dei due, come comportarsi con il neonato, è consigliato allontanarsi da esso? E per la mamma positiva, come fare per l’allattamento?

Come dicevo prima, il neonato non viene mai allontanato dalla mamma. Assolutamente la mamma deve continuare ad allattare anche se positiva al virus. Questo per due motivi: uno perché il bimbo ha bisogno di crescere, due perché attraverso il latte si passano le difese immunitarie che sono a-specifiche, cioè anticorpi generali di superficie che vengono chiamate monoglobuline A.

Anticorpi, questi, presenti nelle nostre mucose sia delle vie aeree, sia del tratto gastrointestinale e quelle vengono secrete nel latte. Quindi, anche in corso di infezione, si deve garantire al bambino l’allattamento.

Anche se avete la febbre e il vostro medico vi consiglia di prendere degli antibiotici, in questo caso ci sono degli antibiotici che sono compatibili proprio con l’allattamento. Basterà, poi, parlare con il pediatra e ridurre eventuali effetti collaterali dovuti con gli antibiotici. Il pediatra saprà indicarvi successivamente, come implementare con dei fermenti lattici.

Quindi, non vi sono rischi con l’allattamento e con la concomitanza assunzione di antibiotici da parte della mamma.

L’allattamento abbassa la possibilità di contagio?

Non vi sono ad oggi studi specifici a riguardo. Diciamo solo che non ci sono controindicazioni a riguardo. Vale, come spiegato sinora dalla Dott.ssa Nannini, il riferimento all’allattamento di cui alla domanda precedente.

Pediatra e vaccinazioni: quali sono quelli necessari?

In fatto di vaccinazioni e Coronavirus non cambia nulla, il bambino deve continuare ad essere seguito anche per il calendario vaccinalecome in epoca non pandemica.

Quindi, le vaccinazioni di routine, quelle obbligatorie e raccomandate è opportuno che vengano eseguite. Questo perché le vaccinazioni, come quella esavalente, è una vaccinazione che comprende anche vaccini contro le infezioni respiratorie come la pertosse, la haemophilus che sono ancora presenti.

Quindi, si protegge il bambino ulteriormente. Al momento, non c’è nessuna evidenza scientifica che dice che un bambino vaccinato per l’esavalente ha meno probabilità di contrarre il Covid-19. Però, è opportuno che il calendario vaccinale venga intrapreso esattamente come in epoca pre pandemia.

I centri vaccinali si stanno organizzando per garantire a tutti questo tipo di servizio anche se con grandi difficoltà perché la vaccinazione anti-influenzale, che è stata estesa a tutti i bambini questo anno, crea non poche difficoltà organizzative nonché ritardi nelle prenotazioni nei vari vaccini ma, si sta comunque, cercando di mantenere la stessa tempistica.

Sarà possibile effettuare tutti i controlli di rito post-nascita o ci saranno restrizioni?

Anche qui è importante parlare con il proprio pediatra. I controlli vanno fatti ed è essenziale che la mamma e il bambino vengano seguiti perché, a volte, ci possono essere delle difficoltà di allattamento, di crescita ed è importante che il pediatra sia una figura presente.

Potete tranquillamente parlare con il pediatra e capire se, per quanto riguarda le visite dei cosiddetti bilanci di salute, cioè le visite fisiologiche dei bambini, ha lasciato una fascia oraria durante la giornata dedicata solo ai neonati. Di solito è così perché per legge, i neonati vengono visitati al di fuori dell’orario consueto di ambulatorio e comunque lontano dai pazienti potenzialmente infettivi e dopo, ovviamente, aver adeguatamente igienizzato tutte le strutture.

Se il vostro pediatra, invece, non può garantirvi in questo periodo una separazione completa potete contattare per i primi mesi un pediatra a domicilio che venga direttamente a casa a fare le opportune valutazioni.

Desiderio di un figlio e concepimento: è meglio aspettare o no in tempo di Covid-19?

Una delle ultime domande poste dagli utenti riguarda il desiderio di maternità in tempi di Covid-19. Secondo lei, Dott.ssa Nannini, è meglio aspettare prima di concepire o no?

Assolutamente no. Non fatevi prendere dalle paure. Anche in tempo di Covid-19 dal punto di vista della nascita non cambia niente, i parti avvengono allo stesso modo. Quello che viene un po’ enfatizzato è il contatto mamma-bambino ed il nucleo mamma-bambino per le prime ore di vita. E, soprattutto, una volta rientrati a casa avete la sicurezza di stare tra di voi senza ospiti indesiderati.

Quindi, è più un’opportunità, in realtà, questa. Chi ha i genitori lontani, mamme o papà, non è un “non vediamoci”, si tratta solo di stringere i denti per qualche mese ma, ricordatevi che lo state facendo solo per loro.

Quali rischi ci sono per il neonato se i genitori devono andare in ospedale per un controllo?

Un’altra domanda posta da una coppia di neo genitori è quella sui rischi che il neonato possa avere qualora mamma e papà debbano recarsi in ospedale per un controllo. Il neonato non indossando la mascherina, in questo caso, ha maggiori rischi di infettarsi?

Se il bambino viene portato nel passeggino, ci sono dei teli trasparenti da mettere sopra, in modo da tenere a riparo il piccolo. Potete tranquillamente tenerlo protetto sia sul passeggino, sia in fascia, corpo a corpo, con la mamma.

Sì, è vero, si espone il bimbo portandolo in un luogo potenzialmente effetto però, utilizzando questi accorgimenti minimizzate qualsiasi tipo di rischio.

I consigli della Dottoressa per affrontare con serenità la maternità

La paura è fisiologica. È normale avere paura prima di partorire. Ovviamente questa è enfatizzata da un periodo di difficoltà come quello della pandemia. Quello che posso consigliare è focalizzarsi, per il benessere vostro ma anche del vostro bambino, su temi positivi.

Quindi, pensate ad abbracciare il vostro bambino, pensate che stia bene. Pensate che voi siete in grado di dargli tutto ciò di cui lui ha bisogno. Pensate che a casa non dovete temere nulla, pensate che andrà tutto bene.

Si chiama training autogeno ed è tutto ciò che dovete fare per cercare di rilassarvi, per stare il più serene possibili e di aspettare quel momento, quando arriverà con il vostro compagno, con vostro marito ma, focalizzandovi sul bambino, sul contatto. Ascoltate i calci, ascoltate la pancia, accarezzatela. Ascoltate voi, pensate cose positive senza pensare a cosa c’è fuori.

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