
L'irregolarità del ciclo mestruale può portare ad avere mestruazioni molto frequenti. È il caso della polimenorrea; ecco di cosa si tratta.
Parliamo di durata, fasi, sintomi e irregolarità del ciclo mestruale per imparare a conoscerlo, riconoscerlo e gestirlo.
Conseguenze che sono legate alla possibilità di ottenere una gravidanza (quindi al periodo fertile in quanto il ciclo riguarda la maturazione dell’ovulo che viene espulso attraverso le mestruazioni qualora non venga fecondato), ai dolori tipici che possono accompagnare ogni mestruazione e, ancora, al fastidio della gestione delle perdite di sangue.
Una realtà con la quale imparare a convivere e a riconoscere, sia per gestire in maniera consapevole la propria vita sessuale e la propria fertilità sia per controllare i sintomi tipici (stanchezza, dolore, irritabilità, eccetera) tipici della sindrome premestruale.
Per avere una panoramica approfondita dell’argomento, rispondendo alle principali questioni, curiosità e dubbi sul ciclo mestruale, abbiamo intervistato il Dottor Giulio Lanzi, medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia.
Dottor Lanzi, quanto dura un ciclo mestruale, sia come periodo di tempo tra una mestruazione e l’altra sia per il numero di giorni che caratterizzano il flusso di sangue vero e proprio?
Il ciclo mestruale medio dura, da una mestruazione all’altra, 28 giorni più o meno due giorni; quindi dai 26 ai 30 giorni è considerato normale. Se il ciclo è più breve si va verso la cosiddetta polimenorrea, dove i cicli sono più frequenti, oppure, ma è una condizione più rara, cicli di una durata maggiore, detta oligomenorrea. Per quel che riguarda la durata del flusso vero e proprio, invece, mediamente parlando dura dai 5 ai 7 giorni.
L'irregolarità del ciclo mestruale può portare ad avere mestruazioni molto frequenti. È il caso della polimenorrea; ecco di cosa si tratta.
Il ciclo mestruale è un fenomeno biologico molto complesso e articolato, quali sono le principali fasi che lo caratterizzano e cosa avviene in questi diversi momenti?
Vi è una prima fase, detta proliferativa, nella quale l’endometrio si ricostituisce aumentando di spessore per arrivare, in un ciclo standard intorno al quattordicesimo giorno, a un endometrio perfettamente idoneo all’accoglimento di un eventuale embrione.
Successivamente la seconda fase, detta secretiva, si ha indicativamente dal quattordicesimo al ventottesimo giorno durante la quale l’endometrio matura e produce più ghiandole sempre per l’eventuale embrione.
Quindi vi è la fase caratterizzata dal flusso mestruale vero e proprio, che va dal primo giorno della mestruazione fino al quinto-settimo, durante il quale l’endometrio del mese precedente viene espulso tramite le perdite di sangue.
Il ciclo mestruale è un fenomeno per molti aspetti anche molto personale, variabile da donna a donna. Questa variabilità si riflette non solo nella durata e nella frequenza, ma anche nella sintomatologia che lo accompagna. Abbiamo accennato alla sindrome premestruale che provoca crampi, indolenzimento al seno, affaticamento, sbalzi d’umore e stanchezza, ma quali sono i segni che accompagnano la comparsa del ciclo mestruale?
Lo stato più frequente è quello che avviene nella seconda fase del ciclo e che consiste in un progressivo aumento della ritenzione idrica per cui le mammelle risultano più piene.
È la fase in cui le donne si sentono più “gonfie”, per utilizzare un’espressione facilmente comprensibile, rispetto a tutto il resto del mese.
Successivamente alla mestruazione avviene, invece, esattamente il contrario. Quando l’endometrio è sottile ed è uscito del tutto allora la donna si sente più “sgonfia” ed è una variazione che tutte le donne conoscono e sono abituate a riconoscere.
Cosa dire, invece, del fenomeno del dolore associato alle contrazioni dell’utero?
Fisiologicamente la mestruazione è accompagnata da una certa attività contrattile uterina che serve a favorire la fuoriuscita dei lembi di tessuto misti a sangue. L’attività contrattile, mediamente, o non viene percepita o risulta molto lieve. Laddove, invece, sia molto forte e la donna percepisca un forte dolore si può intervenire farmacologicamente per ridurre il dolore della mestruazione.
Dottor Lanzi, mediamente quanto sangue si perde a ogni ciclo mestruale?
La perdita di sangue consiste, nonostante la percezione contraria, in circa 80 ml in media.
Un aspetto che genera spesso grande apprensione nelle donne è quello legato al ciclo mestruale che arriva in ritardo. Per alcune è il sospetto che possa trattarsi del segnale di essere rimaste incinte, per altre il timore che possa trattarsi di qualche problema di salute. Da cosa può dipendere un ritardo?
Le irregolarità del ciclo mestruale possono dipendere da tantissimi fattori. Tra i più importanti da considerare c’è la giovane età della donna. Questo perché il sistema ha bisogno di anni per maturare e diventare completamente funzionante. In una donna che abbia avuto la sua prima mestruazione le successive possono scomparire e ricomparire in maniera del tutto casuale per poi con il tempo regolarizzarsi.
I ritardi nelle bambine che hanno avuto da poco il primo ciclo mestruale, quindi, sono del tutto fisiologici. Stesso discorso nelle donne non più in età fertile dove il sistema presenta i segni dell’invecchiamento e per questo il ciclo può essere irregolare e può mancare l’ovulazione. Va anche detto come in questi casi diventa difficile capire se si tratti di ritardi veri e propri o una che è durata più a lungo e non ha ovulato; nella tarda età fertile ci possono essere diverse forme di irregolarità.
Tra le cause del ciclo irregolare ci possono essere anche delle patologie che interferiscono con la sua durata e comparsa?
Sì e la causa più frequente è quello della sindrome dell’ovaio micropolicistico che dà anche irregolarità, ritardi e salti di mestruazione. Un’altra possibile causa di ritardo è legata all’eccessiva produzione, a livello dell’ipofisi, di prolattina che è l’ormone che determina che una donna abbia, durante l’allattamento e per un certo periodo di tempo, una depressione della fertilità e un salto delle mestruazioni.
Se la prolattina viene prodotta a prescindere dalla gravidanza, e questo può avvenire per una disfunzione a livello dell’ipofisi che, spesso per la presenza di micro adenomi (dei piccoli tumori benigni che secernono prolattina), determina tra gli altri sintomi anche delle irregolarità del ciclo mestruale. In questi casi si interviene farmacologicamente riducendo la prolattina oppure, nei casi più importanti, rimuovendo la parte di ipofisi che produce troppa prolattina.
Quanto incide lo stile di vita sulla regolarità del ciclo mestruale?
Le irregolarità mestruali molto spesso dipendono da serie condizioni di stress. Questo perché la gestione del ciclo mestruale avviene prima a livello encefalico e solo dopo a livello dell’ipofisi. Nei casi, quindi, di forte stress e paura, quelli percepiti come tali a livello psicologicamente profondo e non necessariamente in maniera cosciente, il cervello manda il segnale che quello non è il momento giusto dal punto di vista psicofisico per concepire e di conseguenza si blocca la mestruazione.
Questo può avvenire, ovviamente non non in modo uguale per tutte le donne, nei momenti di stress pesante quali un lutto o, per esempio, dei problemi di natura personale come separazione e divorzi. Stesso discorso vale anche nei casi in cui lo stress psicofisico è autoprocurato, come nel caso delle atlete che praticano attività agonistiche intense per le quali le energie dell’organismo sono orientate verso un’attività diversa da quella di concepire un bambino, oppure in caso di insufficiente apporto calorico come in caso di regime dietetico incongruo o disturbi alimentari motivo per cui possono scomparire le mestruazioni.
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