I bambini piccoli, con le loro diverse esigenze, richiedono un impegno importante e costante da parte dei genitori. Talvolta questi possono risentire del peso delle responsabilità e provare il cosiddetto “burnout genitoriale“, uno stato di stress e stanchezza che provoca un distacco emotivo dai propri figli.

Ecco quali sono i sintomi, le conseguenze e come evitarlo.

Burnout genitoriale: cos’è?

Il burnout genitoriale si esprime con una condizione, spesso temporanea, di grande stanchezza rispetto alla cura dei figli. Il burnout spesso porta il genitore a distaccarsi dal bambino a livello emotivo, e a mettere in dubbio le sue effettive capacità di adempiere al ruolo di mamma o papà.

Conseguentemente, il genitore non si applica più come un tempo della relazione profonda che potrebbe costruire coi propri figli, ma si limita a quegli aspetti più pratici della vita quotidiana (igiene, alimentazione, ecc.).

Il burnout genitoriale è caratterizzato da distacco emotivo, a cui seguono un esaurimento emotivo e infine un senso di sfiducia e sconforto verso il proprio ruolo di genitore, che non si ritiene di compiere adeguatamente.

Le cause

Tra le cause del burnout c’è sicuramente il cambiamento sociale del ruolo genitoriale avvenuto negli ultimi decenni. Oggi un genitore è caricato di aspettative da soddisfare; a una mamma e a un papà viene richiesto tanto e sempre di più in termini di attenzione emotiva e soddisfacimento di beni materiali.

In molti ritengono che i genitori dovrebbero essere non più autoritari ma flessibili, aperti al dialogo coi figli, sempre disponibili, aperti, pronti a soddisfare tutte le necessità dei bambini. Oltre a ciò, negli ultimi anni si parla sempre più di doveri dei genitori e diritti dei bambini, a scapito dei diritti degli stessi genitori.

Per quanto riguarda le mamme, un’altra causa è da ricercare nell’incremento del lavoro femminile, che in Europa è aumentato del 75% soltanto tra il 1980 e il 2010. Questo aspetto aumenta di molto le probabilità che una mamma che lavora e deve prendersi cura di uno o più bambini piccoli, possa avere un crollo emotivo.

Dunque, da un lato una maggiore pressione sociale e dall’altro la diminuzione del tempo stanno rendendo il ruolo di genitori una sfida che porta in sé molte difficoltà e rischi, tra cui il burnout.

Burnout genitoriale: sintomi

Tra i sintomi più frequenti del burnout genitoriale ci sono i sensi di colpa; la tendenza alla depressione, i disturbi del sonno o dell’alimentazione; il malessere del burnout può esprimersi anche in una somatizzazione; talvolta, un sintomo è la dipendenza da sostanze (non per forza droghe o alcol, potrebbe trattarsi anche del fumo, ad esempio).

Inoltre, il burnout genitoriale, molto più che quello lavorativo, è collegato a fantasie di fuga e abbandono del figlio, o addirittura a pensieri suicidi. Infine, altri sintomi sono i comportamenti violenti o di trascuratezza nei confronti dei bambini.

I comportamenti negligenti e le violenze non sembrerebbero collegati allo stato sociale ed economico dei genitori; potrebbero dunque verificarsi anche nelle famiglie più agiate.

Conseguenze e rischi

Una delle conseguenze più gravi del burnout genitoriale è lo sviluppo di forme depressive, talvolta anche gravi e che se non trattate possono andare incontro a una cronicizzazione del disturbo: è infatti facilmente comprensibile che nel momento in cui c’è diminuzione del benessere psico-fisico il genitore tende emotivamente ad azzerarsi. Oltre a ciò, il distacco e la trascuratezza verso i propri figli rendono i genitori poco responsivi, con il conseguente rischio di mettere in atto comportamenti di assenza e rigidità nei confronti dei figli.

Per quanto riguarda i bambini il rischio maggiore è quello di sviluppare un attaccamento insicuro. Questo accade perché i figli non riconoscendo nella madre una base sicura faticano a sviluppare sentimenti di sicurezza verso se stessi e verso le figure educative di riferimento.

Infine, il burnout può provocare gravi conseguenze anche per l’equilibrio della coppia. Il malessere di uno, infatti, incide negativamente anche sull’altro, che magari si sentirà in dovere di compensare le mancanze del partner. Tutto ciò potrebbe aumentare i conflitti e conseguentemente anche le separazioni e i divorzi.

Burnout genitoriale: come evitarlo

Per evitare il burnout genitoriale occorre saper comprendere i segnali che lo preannunciano, come i sentimenti di fatica e le condizioni di stress, così poi da lavorare alla modifica di alcuni comportamenti. Concretamente un aiuto può arrivare dal miglioramento dell’organizzazione familiare e dalla suddivisione dei compiti relativi alla casa e alla cura dei figli.

A livello personale, poi, un lavoro terapeutico sulla stima e sull’accettazione di sé in quanto genitori e sui propri limiti (non si può fare tutto e soprattutto non si può farlo alla perfezione!) possono essere di grande aiuto. È inoltre importante prendersi cura di se stessi. L’attività fisica aiuta molto a gestire lo stress, ma anche trovare un hobby può essere di grande aiuto.

Infine, esprimere (e verbalizzare) le proprie emozioni e sensazioni negative aiuterà a sentirsi meglio. Non bisogna aver paura di chiedere aiuto a chi può darci una mano. Se tutto questo non dovesse bastare, allora è opportuno rivolgersi a un professionista.

Articolo revisionato da
Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 4.5/5. Su un totale di 4 voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Salute e Benessere