
Spesso si sente parlare di burnout genitoriale: ma di cosa si tratta precisamente? Ecco quali sono i sintomi, i rischi e le stretegie per evitarlo.
Diventare genitori aumenta il rischio di isolamento sociale. Dal Canada arriva un fenomeno come il baby happy hour utile sia per le mamme e i papà che per i loro bambini.
Se a questi aggiungiamo i dati della ricerca sulla genitorialità condotta dall’Eurispes, in cui emerge come il 52,5% dei genitori rinunci a coltivare i propri interessi e svaghi e il 51,2% sacrifica il tempo con gli amici, si comprende meglio il fenomeno della solitudine sociale dei genitori.
Un fenomeno serio e complesso (che coinvolge generalmente più le donne che gli uomini), legato anche all’idea della genitorialità come rinuncia. Un potenziale problema se si pensa alle conseguenze che la solitudine, in tutte le sue forme, può provocare.
Questo il quadro di una condizione diffusa cui il baby happy hour, una tradizione di origine canadese, prova in qualche modo a opporsi.
Se tutti conoscono cos’è l’happy hour – l’aperitivo o, più precisamente, la fascia oraria in cui bar, pub e ristoranti offrono prezzi ridotti sulle bevande alcoliche accompagnate da stuzzichini o un buffet – sono meno coloro che hanno sentito parlare del baby happy hour. Questo altro non è che una sorta di aperitivo a misura di bambino o, meglio, di genitore con figli. È, infatti, la realtà in cui i genitori con i propri figli si ritrovano in un locale a fare un aperitivo mentre i bambini giocano davanti ai loro occhi.
Se, come abbiamo visto, i genitori non riescono ad avere tempo per fare quello che i propri coetanei e amici fanno regolarmente, con il baby happy hour provano a contrastare questa forma di solitudine sociale ritrovandosi in un contesto nel quale la presenza dei bambini non è un problema, anzi.
Molto spesso, infatti, i genitori rinunciano ad andare nei locali per l’impossibilità di pensare che un bambino piccolo possa trascorrere ore composto e tranquillo seduto a un tavolo di un bar o di un ristorante. Invece che rinunciare, quindi, o forzare il bambino stressando lui e il relativo genitore, si vive questa nuova forma di condivisione.
È il The Guardian a raccontare dell’idea nata da Stacey McLachlan, scrittrice, editrice e comica canadese, che verso la fine del 2023 ha organizzato un evento pop-up mensile nel quale alle 17 in un bar una trentina di bambini giocano sul pavimento, mentre i rispettivi genitori parlano, bevono un drink e ordinano un taco.
Come spesso accade per i fenomeni di successo il baby happy hour ha intercettato un’esigenza diffusa tanto che in pochissimo tempo i posti disponibili si esauriscono. La richiesta è alta, a conferma di un bisogno comune e molto sentito.
Per capire il fenomeno del baby happy hour, sottolinea sempre il The Guardian, bisogna contestualizzare anche l’ambiente urbano del Nord America. Qui, infatti, non ci sono molti spazi a misura di bambino come accade invece in molti altri Paesi del mondo, dove o ci sono parchi e aree verdi recintate con all’interno un bar o una caffetteria o si possono trovare locali con all’interno un’area privata per bambini. L’esigenza nasce dove si ha un bisogno e la storia del baby happy hour insegna molto di quanto anche le scelte politiche e urbane delle amministrazioni locali possano avere ripercussioni significative anche su queste dinamiche personali e genitoriali.
È la stessa Stacey McLachlan a spiegare come il suo baby happy hour risponda alla volontà di consentire ai genitori di socializzare consentendo ai figli di divertirsi. Il benessere dei genitori e quello dei figli può coesistere e l’esperienza del baby happy hour ne è una dimostrazione.
Con il baby happy hour i genitori mantengono una vita sociale fatta non solo di contatti ma anche di uscite da casa e appuntamenti che non siano solo quelli con l’asilo, la pediatra o le attività sportive del bambino. Inoltre la sua identità di donna e uomo non si esaurisce completamente nell’essere genitore e occuparsi dell’accudimento del figlio e ottiene tutti quei benefici che una vita attiva, stimolante e di socializzazione assicura. Può essere stancante, ma è una fatica che ripaga.
Per i bambini è vantaggioso sia perché vivono un’esperienza nuova sia perché socializzano e condividono con altri bambini uno spazio per loro adeguato. Senza sottovalutare l’impatto educativo di vedere i propri genitori più sereni e che si occupano anche di loro stessi e di ciò che li fa stare bene, senza che questo sia in contrasto con il proprio benessere.
Spesso si sente parlare di burnout genitoriale: ma di cosa si tratta precisamente? Ecco quali sono i sintomi, i rischi e le stretegie per evitarlo.
L’esperienza del baby happy hour può essere organizzata e creata senza dover attendere che qualche locale la utilizzi come strategia di marketing (come in alcuni casi già accade). Vediamo quindi alcuni consigli per riuscire a organizzare un aperitivo a misura di bambino.
Innanzitutto è necessario avere un gruppo di persone (non necessariamente tutti genitori con figli) interessate a condividere questa esperienza. Possono essere gli amici di sempre o i genitori di altri bambini conosciuti nel corso degli anni che condividono la stessa esigenza e che sarebbero (vorrebbero) disposti a partecipare a un baby happy hour.
A questo punto le possibilità sono diverse: trovare un locale di zona che abbia uno spazio adeguato (sia come grandezza che come sviluppo) e prenotarlo riservandolo a un gruppo di genitori con figli oppure, per chi ha la possibilità, ritrovarsi in una sala hobby, un terrazzo o un giardino di uno del gruppo sufficientemente grande e organizzare lì l’aperitivo. Sarebbe preferibile trovare un locale per uscire di casa ed evitare che il baby happy hour diventi una sorta di festa di compleanno di bambini, ma se l’obiettivo principale è la socializzazione qualunque occasione può rivelarsi utile.
Dopo aver sondato le disponibilità si può scegliere una data comoda per la maggior parte delle persone. In questo senso può essere interessante e utile anche pianificare per tempo il baby happy hour e renderlo un appuntamento fisso. Una volta alla settimana, una volta ogni due o una volta al mese non fa differenza; l’importante è che non diventi un’esperienza estemporanea che poi venga coperta e soffocata dalla tristezza della nostalgia.
Sia che si organizzi in un locale che in uno spazio privato, è fondamentale preoccuparsi che ci sia la disponibilità di cibo e bevande a misura di bambino. Anche tenendo conto della presenza di bambini di età differenti, è possibile predisporre una sorta di menù specifico per loro o comunque non dimenticare di pensare anche alle loro esigenze, perché il successo dell’esperienza del baby happy hour è tale solo se tutti, genitori e figli, sono coinvolti e, quindi, sereni e contenti.
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