Siamo abituati a suddividere la gravidanza in trimestri. Lo facciamo anche per questioni pratiche legate alle visite di controllo, agli esami da fare e ai cambiamenti che si verificano e si fa quindi riferimento a tre trimestri (nove mesi) di gravidanza.

Al di là che si tratta, ovviamente, di una schematizzazione sempre più spesso si parla, non solo in ambito divulgativo ma anche scientifico, di quarto trimestre di gravidanza.

Non un errore o un’esagerazione, ma un periodo che merita molta più attenzione di quella che gli viene comunemente riconosciuta.

Perché si parla di quarto trimestre di gravidanza?

Il quarto trimestre di gravidanza è, ovviamente, il periodo di tempo di 12 settimane (3 mesi) successivo al parto. È distinto rispetto al puerperio che è il periodo di sei settimane successive al parto e rappresenta una finestra temporale estremamente importante.

E lo è sostanzialmente per due motivi generali. Il primo è che solitamente con la fine della gravidanza in senso stretto, ovvero con il parto, vengono meno tutte le attenzioni sulla gestante e sul feto/bambino. Nel corso degli anni è aumentata notevolmente (anche con qualche eccesso) l’attenzione verso la gravidanza e la salute della donna in questo periodo molto delicato, ma quest’attenzione si interrompe in maniera decisamente brusca tanto che anche a livello di sanità pubblica spesso mancano risorse e realtà cui fare riferimento appena dimesse dall’ospedale.

Il secondo motivo, strettamente collegato al primo, è che nelle settimane successive al parto tanto la donna quanto il neonato vanno incontro a una serie di cambiamenti (stravolgimenti) e riadattamenti di cui non si può non tener conto o sperare che si risolvano e sistemino autonomamente.

Anche perché se il neonato ha, tra bilanci di salute e controlli periodici, una serie di visite piuttosto frequenti con il pediatra non è lo stesso per la donna che risulta per molti aspetti abbandonata a sé stessa. Come se una volta che ha partorito non necessiti più di attenzione e cure.

L’espressione quarto trimestre di gravidanza, spiega il portale WebMD, è stata coniata nel 2002 (quindi tutto sommato recentemente) dal pediatra Harvey Karp. Il dotto Karp definisce i primi tre mesi di vita del neonato il “quarto trimestre”. Lo fa, come spiega in questo studio, in relazione al problema delle coliche, ma è diventato poi un periodo al quale, per via dei numerosi cambiamenti che si verificano, dedicare maggiore attenzione.

Anche perché, spiega sempre il dottor Karp, i neonati degli esseri umani nascono meno sviluppati rispetto ad altri mammiferi.

Cosa succede nei tre mesi dopo il parto

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Fonte: iStock

Come evidenziato nel rapporto dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), le settimane successive al parto sono un periodo critico per una donna e il suo bambino, poiché preparano il terreno per la salute e il benessere a lungo termine.

Nello stesso documento l’ACOG invita a porre l’attenzione su:

  • benessere emotivo della donna in prospettiva di prevenzione di fenomeni come ansia e depressione post-partum;
  • cura e alimentazione dei neonati;
  • sessualità, contraccezione e attesa prima di una successiva gravidanza;
  • sonno e stanchezza;
  • recupero fisico (dolore perineale, incontinenza urinaria e fecale, ritorno a un peso ottimale, eccetera);
  • gestione delle malattie croniche;
  • mantenimento dello stato di salute.

Il periodo del quarto trimestre di gravidanza, pone l’attenzione questo studio, deve concentrarsi sulle esigenze acute e sui rischi di morbilità e mortalità cui la donna può andare incontro.

Nel periodo successivo al parto il neonato va incontro a una serie di novità e deve abituarsi a un sovraccarico sensoriale di suoni, odori e immagini cui non è abituato.

Anche dal punto di vista strettamente ambientale (regolazione della temperatura) e nutrizionale (l’allattamento) per il neonato ci sono cambiamenti particolarmente significativi e che potenzialmente potrebbero incidere sulla sua salute. Cambiamenti e stimoli che portano il neonato a piangere spesso con conseguente preoccupazione e stress per i genitori.

Per la donna ci sono, oltre all’attenzione sul benessere e sulla salute del neonato, tutte le preoccupazioni sul proprio stato di salute. Il parto è un’esperienza dolorosa dalla quale, anche solo fisicamente, riprendersi. Complice il sonno non lineare del neonato si va incontro a un periodo di scarso riposo (sia come quantità che qualità) con tutte le conseguenze sulla concentrazione, l’umore, la serenità, la salute e la qualità della vita.

Le settimane e i mesi successivi al parto sono anche quelli nei quali si può dover rientrare al lavoro, definire una nuova routine quotidiana e affrontare una serie di cambiamenti (personali, relazionali e sociali) non indifferenti.

L’insieme di queste realtà aumenta il rischio del fenomeno del baby blues, una profonda tristezza e stanchezza che non è depressione ma che se trascurata potrebbe diventarlo.

Quarto trimestre di gravidanza ed esogestazione

Quello del quarto trimestre di gravidanza è un periodo di tempo che si inserisce all’interno di quello dell’esogestazione per cui si pone l’attenzione sui nove mesi successivi al parto.

In modo particolare la fase più delicata è quella dei primi quaranta giorni nei quali soprattutto il neonato fa più fatica a fare a meno della madre (richiedendo da parte sua un impegno maggiore in quanto esclusivo).

In generale è comunque un periodo di ritorno a una nuova normalità che non va vissuto in maniera automatica e scontata ma sul quale va posta la massima attenzione.

Come prendersi cura della propria salute dopo il parto

Nel periodo del quarto trimestre di gravidanza la donna va incontro a importanti cambiamenti fisici, sociali ed emotivi ed è su questi tre fronti che deve impostare l’attenzione per evitare le (gravi) conseguenze che si possono verificare.

La prima indicazione è quella di avere consapevolezza di un periodo di grande fragilità e durante il quale si è, per diversi motivi, sotto pressione. Riuscire a mantenere la consapevolezza di questa particolarità e che ciò che sta accadendo non è definitivo è importante per evitare di assecondare pensieri negativi o lasciarsi andare.

A questo proposito è fondamentale riuscire a mantenere una vita sociale. Anche se limitata o ridotta e sicuramente diversa da quella preparto è comunque necessario non sacrificare questa dimensione della propria vita.

Diventare madri non significa smettere di essere persone e donne e come tali dedicare ascolto, cura e attenzione ai propri interessi e bisogni. E farlo non è segno di superficialità, trascuratezza o cattiveria nei confronti del proprio figlio.

Alleati preziosi per la propria salute psicofisica sono poi l’alimentazione e l’esercizio fisico. Riprendere o iniziare una dieta e una pratica sportiva si rivelano estremamente benefiche anche per spezzare una routine di assistenza al neonato che in alcuni momenti può risultare estremamente pesante. In questo senso è doveroso che l’altro genitore svolga il suo ruolo che non è quello di aiuto alla madre, ma quello di genitore con un suo rapporto unico ed esclusivo con il figlio.

Infine vale sempre il consiglio di rivolgersi a uno specialista. Nel quarto trimestre di gravidanza vanno previste visite di controllo mediche per controllare il recupero fisico, ma anche se necessario quelle di psicoterapia per affrontare e prevenire tutti gli ostacoli e le sfide che questa fase rappresenta per la donna, per la madre e per l’intera famiglia.

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