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Si tratta di contrazioni fisiologiche che aiutano a riportare l’utero alla forma pre-gravidica. Ecco alcuni validi consigli su come alleviarne il dolore.
Queste contrazioni servono a favorire il ritorno dell’organo alle sue dimensioni pre-gravidiche. Un modo per accelerare questo processo è allattare al seno il bambino: l’allattamento stimola la produzione di ossitocina che, a sua volta, può aumentare l’intensità delle contrazioni.
I morsi uterini non rappresentano quindi una condizione patologica e non devono essere motivo di preoccupazione. Se dovessero però risultare particolarmente dolorosi o dovessero durare più del dovuto, meglio avvertire il proprio medico.
I morsi uterini sono contrazioni post-parto fisiologiche che si manifestano durante il puerperio, ovvero il periodo di sei-otto settimane che va da dopo il parto alla ricomparsa del ciclo mestruale e durante il quale l’apparato genitale femminile ritorna alla sua conformazione e al suo funzionamento normali.
I morsi uterini hanno proprio questa funzione: aiutano l’utero a riprendere la forma pre-gravidica. Le contrazioni post-parto dell’utero favoriscono anche le lochiazioni o false mestruazioni, ovvero le perdite di sangue, muco e tessuti che normalmente si verificano dopo la nascita, permettendo il distacco e il rifacimento della parete uterina.
Quindi, sebbene possano risultare fastidiose, sono in realtà delle contrazioni che hanno una specifica utilità. Di solito, i morsi uterini si avvertono in maniera più intensa (simile a quella dei crampi dovuti al ciclo mestruale) i primi giorni dopo il parto e durante l’allattamento. Inoltre, le contrazioni potrebbero risultare più intense nei parti successivi al primo, a causa della perdita di tono dell’utero.
I morsi uterini post-parto sono correlati alla produzione dell’ormone ossitocina, che tra le sue varie funzioni ha anche quella di stimolare le contrazioni della muscolatura uterina. Per questo motivo, durante l’allattamento al seno possono essere più forti: la suzione del latte da parte del bambino determina un maggiore rilascio di ossitocina e un conseguente aumento dello stimolo contrattile. Altro motivo per iniziare quanto prima l’allattamento!
Va precisato, però, che i morsi uterini si manifestano anche nelle donne che non allattano al seno: l’ossitocina, sebbene a lungo associata solo alla produzione di latte, è comunque presente nell’organismo e interviene anche nella sfera sessuale e in quelle dell’affettività e dell’emotività.
I morsi uterini si manifestano dunque successivamente al parto, di solito tra il secondo e il terzo giorno dopo la nascita del bimbo. Ma quanto tempo possono durare? All’incirca tra i sette e i dieci giorni, anche se, con il passare del tempo, i dolori diminuiscono gradualmente di intensità.
I morsi uterini devono essere un motivo di preoccupazione? Generalmente no. Le contrazioni che si manifestano dopo il parto aiutano l’utero a ritornare alle dimensioni che aveva prima della gravidanza: sono quindi del tutto fisiologiche.
Attenzione però se i crampi durano più del previsto o se il dolore diventa particolarmente intenso. In questi casi, è opportuno contattare il proprio medico.
Il dolore associato alla comparsa dei morsi uterini è di solito sopportabile, simile a quello che si manifesta durante le mestruazioni. Ridurne l’intensità o il fastidio è comunque possibile. Per farlo, è sufficiente adottare alcuni suggerimenti, per esempio:
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