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Nelle settimane successive al parto è normale avere perdite di sangue. Parliamo delle lochiazioni, di come riconoscerle e come gestirle.
Nei giorni immediatamente successivi al parto la donna va incontro a perdite vaginali ematiche abbondanti che possono preoccupare, soprattutto ricordando che le prime mestruazioni vere e proprie (capoparto), ovvero quelle legate al ritorno del ciclo mestruale, si manifestano tra le 8 e le 10 settimane (se non si allatta al seno) e dai 6 ai 18 mesi (se si allatta al seno).
Scopriamo meglio cosa sono le lochiazioni, le perdite di sangue che si verificano nei primi giorni dopo il parto, solitamente a partire dal terzo giorno e, quindi, dopo la dimissione dal punto nascita.
Nel documento dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova sull’Assistenza alla puerpera in reparto, per lochiazioni si intende il processo fisiologico che si verifica dopo il parto e che consiste nella perdita di sangue e residui del parto (i lochi).
È la modalità, spiega il portale WebMD, con la quale l’organismo si libera del sangue e del tessuto in eccesso presente nell’utero (che è stato necessario per lo sviluppo del feto) dopo un parto vaginale o un parto cesareo.
La Cleveland Clinic spiega che le lochiazioni sono un miscuglio di sangue, endometrio, liquido amniotico, muco cervicale, eventuali residui di membrane fetali, batteri e microrganismi.
Si manifestano con un odore stantio simile a quello delle mestruazioni e durano per diverse settiman,e ma hanno un andamento graduale, fino a scomparire del tutto dopo alcune settimane.
Nei primi 3-4 giorni, precisa il Manuale MSD, sono costituite prevalentemente da sangue (lochi ematici) per poi diventare di colore marrone chiaro (lochi siero-ematici per la presenza maggiore di siero rispetto al sangue) fino a trasformarsi in perdite di colore bianco giallognole (lochi cremosi).
In uno studio pubblicato su Science Direct si precisa come la quantità di lochiazioni varia da donna a donna e generalmente scompaiono dopo circa 2 settimane, ma potrebbero persistere per un periodo più lungo. L’andamento delle lochiazioni segue tre stadi:
La durata delle lochiazioni è, oltre al momento in cui si manifestano, la principale differenza con le perdite mestruali. Queste, infatti, durano una settimana circa, mentre quelle immediatamente successive al parto anche per 5-6 settimane.
A questo proposito c’è uno studio che indica come la persistenza dei lochi rubra oltre la prima settimana potrebbe indicare una involuzione uterina dovuta alla ritenzione della placenta e/o a un’infezione. La presenza di un odore sgradevole, invece, o di grandi pezzi di tessuto o coaguli di sangue potrebbe essere il segno di un’infezione.
L’indicazione è quella di rivolgersi al medico per un approfondimento diagnostico nel caso in cui le lochiazioni persistano per più di 6 settimane.
È utile anche sottolineare come la quantità di lochiazioni può essere condizionata dall’attività fisica (anche il camminare e il salire le scale), dal risveglio mattutino e dall’allattamento seno; in questi casi possono risultare più abbondanti.
Non ci sono significative differenze tra le lochiazioni successive a un parto vaginale e quelle a un parto cesareo. In quest’ultimo caso le perdite di sangue potrebbero durare leggermente meno.
La quantità, il colore e la consistenza delle lochiazioni forniscono informazioni importanti sull’andamento del post-parto. Improvvisi aumenti di quantità, la presenza di coaguli o di sangue fresco o di odori sgradevoli sono elementi da approfondire in quanto possono rappresentare il segnale di un’infezione.
La completa assenza delle lochiazioni – eventualità che uno studio pubblicato sul The New England Journal of Medicine indica che non sia mai stata segnalata dopo la nascita di un bambino vivo – può essere associata alla presenza di un’infezione.
Anche se fisiologiche e, quindi, del tutto normale, è utile sapere cosa fare (e cosa non fare) durante la loro presenza. In generale è indicato il ricorso agli assorbenti post parto evitando quelli interni e prevedendo di sostituirli con una certa regolarità.
Grande attenzione va poi rivolta all’igiene preferendo l’utilizzo di detergenti specifici e non aggressivi per evitare la proliferazione di batteri.
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