Il termine clinico della gravidanza è il parto, ma la nascita di un bambino non pone fine ai cambiamenti dell’organismo femminile.

Oltre a necessitare di tempo per riprendersi dai numerosi cambiamenti che lo hanno interessato durante i mesi della gestazione ci sono una serie di rischi che si possono verificare in questa fase. Ed è il motivo per cui si parla di quarto trimestre di gravidanza, evidenziando la necessità di non sottovalutare (o ignorare) ciò che accade (e può accadere) durante le settimane successive al parto.

A prescindere che il parto sia stato lineare o complicato, spiega il portale WebMD, il corpo femminile ha subito un trauma che può, tra le altre cose, provocare anche un edema. Non una malattia, ma un segno di qualcosa che sta accadendo e che sebbene nella maggior parte dei casi sia fisiologico e non legato a problemi di salute va comunque monitorato e gestito correttamente.

Facciamo quindi chiarezza sulle cause, i sintomi e le possibili conseguenze della presenza di un edema post parto.

Cos’è un edema?

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) definisce l’edema come il gonfiore che compare in una zona del corpo. La causa di questo gonfiore è da individuare nell’accumulo di liquidi che si verifica nello spazio tra le cellule nei tessuti interstiziali.

Potenzialmente l’edema si può manifestare in qualsiasi parte del corpo ma le zone più colpite sono generalmente le mani, le braccia e gli arti inferiori (gambe, caviglie e piedi).

Perché può verificarsi un edema post parto?

La formazione dell’edema post parto è molto comune ed è un fenomeno che solitamente peggiora durante la prima settimana per poi migliorare gradualmente nel corso del tempo.

La gravidanza è considerata una causa di edema perché durante la gestazione il corpo femminile trattiene più acqua e sodio per soddisfare le necessità del feto e della placenta. Per questo motivo l’edema post parto è molto comune e nella maggior parte dei casi è possibile considerarlo fisiologico. Questa forma di ritenzione idrica si verifica per l’aumento del progesterone che porterà l’organismo a continuare a trattenere liquidi.

Inoltre restare troppo tempo sdraiate o avere un’eccessiva sedentarietà nel periodo del post partum può rallentare la circolazione linfatica provocando il gonfiore, specialmente negli arti inferiori.

I sintomi e quando preoccuparsi

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Fonte. iStock

L’edema si manifesta solitamente con il gonfiore del tessuto posto al di sotto della pelle con la cute che diventa tesa e lucida. Se premuto per diversi secondi l’edema non ritorna immediatamente nella posizione originaria ma permane una sorta di avvallamento.

In alcuni casi l’edema post parto può essere un sintomo della trombosi venosa profonda. In questi casi il gonfiore è accompagnato da dolore, rossore, calore o sensibilità alle gambe, soprattutto i polpacci. È una condizione causata dalla formazione di un coagulo di sangue che se non trattata può portare a embolia polmonare.

In generale l’indicazione è quella di allarmarsi e rivolgersi al pronto soccorso quando oltre all’edema si sperimenta difficoltà a respirare o dolore al petto. In questi casi è necessario un intervento urgente per prevenire l’embolia polmonare e i rischi associati.

I rimedi per ridurre l’edema

Per le forme lievi e medie di edema potrebbe non essere necessario alcun tipo di trattamento in quanto tendono a scomparire da soli. Nelle forme più gravi si valuta invece il ricorso ai medicinali diuretici per aiutare il corpo a espellere i liquidi in eccesso. Per le forme non gravi è possibile anche agire autonomamente andando a effettuare un massaggio dell’area interessata applicando una pressione decisa e procedendo in direzione del cuore. In questo modo si può favorire lo scorrimento dei liquidi fuori dalla zona colpita dall’edema accelerandone la scomparsa.

Parallelamente è utile prestare attenzione alle calzature che si indossano preferendo quelle comode, indossare calze a compressione graduata, camminare ed evitare di stare troppo tempo ferme e sdraiate, quando si è a letto tenere i piedi sollevati e non indossare abiti stretti.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante. È raccomandata l’assunzione di cibi ricchi di potassio (come spinaci, patate, banane e avocado) e la riduzione della caffeina e dei cibi salati. Molto importante anche l’igiene della zona interessata dall’edema.

È necessario mantenerla pulita e idratata per evitare che si ferisca. La pelle secca e screpolata, infatti, è più a rischio di tagli, graffi e infezioni.

Quando è utile consultare un medico?

L’edema post parto in sé, come abbiamo visto, non è un motivo di preoccupazione, ma se persiste oltre la prima settimana, è asimmetrico (interessa solamente una gamba) o è accompagnato da dolore e/o difficoltà respiratorie è sempre fondamentale rivolgersi tempestivamente al medico.

Se non viene trattato, infatti, l’edema può peggiorare andando a intensificare il dolore, ridurre la mobilità, provocare prurito, causare la riduzione della circolazione sanguigna e la riduzione dell’elasticità di vene e arterie e portare alla formazione di ulcere sulla pelle o infezioni nella zona colpita.

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