
Nonostante molti sintomi simili sindrome premestruale e l'inizio di una gravidanza sono eventi diversi (con prospettive molto differenti). Scopriam...
Il primo flusso mestruale dopo il parto (naturale o cesareo) è chiamato "capoparto": vediamo insieme quando arriva e quali sono i sintomi che lo accompagnano.
Così accade anche agli organi interni, in particolare all’utero, che rimpicciolisce nelle settimane successive al parto, e alle ovaie, che riprendono a lavorare e a rilasciare ovuli. Gli ormoni si riassestano al periodo pre-gravidanza, e così fa pure il ciclo mestruale, anche se ci vuole un po’ prima che torni del tutto regolare.
Dopo circa 40 giorni dalla nascita del bambino, poi, può verificarsi il primo flusso mestruale post-gravidanza, detto capoparto.
Non si può stabilire con certezza il momento in cui arriverà il capoparto: un fattore determinante è quello dell’allattamento. Se la neomamma allatta al seno il proprio figlio il primo ciclo mestruale arriva più tardi rispetto a una donna che non allatta.
L’allattamento al seno può “ritardare” l’arrivo del capoparto di diversi mesi (può arrivare dai 6 ai 18 mesi dopo la nascita del bambino).
Se la donna non allatta al seno, invece, il capoparto può presentarsi già dalle 8 alle 10 settimane dopo il parto.
Il primo flusso mestruale dopo il parto si presenta in genere con sintomi più intensi rispetto alle mestruazioni del periodo pre-gravidanza, come conseguenza dell’amenorrea, cioè l’assenza di flusso mestruale durante la gravidanza.
I sintomi specifici variano da donna a donna: per alcune le mestruazioni che arrivano dopo il capoparto sono meno dolorose rispetto a quelle pre-gravidanza, per altre donne invece il fastidio si fa un po’ più intenso rispetto al passato. Non sono però ancora chiari i motivi di tali cambiamenti.
Il capoparto si presenta con gli stessi sintomi delle mestruazioni ordinarie: crampi addominali, dolore al basso ventre, stanchezza, dolori alla schiena, nausea, che possono avere diversa intensità.
Nonostante molti sintomi simili sindrome premestruale e l'inizio di una gravidanza sono eventi diversi (con prospettive molto differenti). Scopriam...
Il capoparto si distingue poi dalle perdite di sangue che possono verificarsi nelle settimane immediatamente successive al parto: queste sono dette lochiazioni e sono dovute al restringimento dell’utero e al suo processo di “pulizia” interna, che provoca un sanguinamento abbastanza leggero e frequente.
Nel caso in cui le lochiazioni si protraggano però oltre il periodo del puerperio è consigliato fare una visita ginecologica per individuarne le cause.
Se la mamma allatta, come anticipato, il primo ciclo mestruale può arrivare più tardi: in questo periodo il corpo produce infatti la prolattina, un ormone che inibisce l’ovulazione e rende più difficoltoso (ma non impossibile) l’instaurarsi di una nuova gravidanza.
Uno dei più diffusi falsi miti che riguardano la fertilità della donna è proprio questo: si sente ancora dire che durante l’allattamento non è possibile rimanere incinta, ma non è affatto così. Una nuova gravidanza è infatti sì più difficile, ma non impossibile.
Dopo il parto l’ovulazione è particolarmente irregolare e, se si hanno rapporti non protetti, nulla vieta la possibilità per una donna di rimanere nuovamente incinta, tanto più che in questo periodo è davvero difficile “predire” il momento in cui avverrà l’ovulazione e quindi il ritorno della fertilità.
Nel caso di allattamento esclusivo al seno il capoparto può comparire invece anche molti mesi dopo la nascita del bambino, e fino a un anno e mezzo dopo il parto. Se durante l’allattamento arrivano le mestruazioni sono in genere più irregolari e possono saltare anche un ciclo o più.
Il primo flusso mestruale dopo il parto dura più a lungo delle normali mestruazioni, fino a 8 o 10 giorni.
Le mestruazioni successive sono spesso irregolari: il flusso mestruale tende a regolarizzarsi dopo 6 mesi dal capoparto, e in tale periodo di tempo le mestruazioni possono arrivare in anticipo o in ritardo rispetto alle attese.
Dopo il parto cesareo il capoparto si presenta con gli stessi tempi e modi di un parto naturale: l’unica differenza pare essere solo la presenza o meno dell’allattamento al seno.
Non sono riportate poi particolari differenze, tra l’uno e l’altro tipo di parto, nella durata del flusso mestruale del capoparto, che anche nel caso del parto cesareo è più lunga rispetto alle mestruazioni normali.
Alcune donne riscontrano invece perdite leggermente più abbondanti e più durature nel caso di un parto naturale.
È possibile stimolare il travaglio? In quali casi è utile farlo? Ecco una serie di indicazioni per le donne in procinto di partorire.
Il calciatore è tornato su Instagram per rassicurare i fan in pensiero per le condizioni di salute dell'influencer, che ora sta meglio e si sta ri...
Il termine di una gravidanza può arrecare molta preoccupazione non solo alle madri, che hanno molto a cui pensare, ma anche ai padri, che potrebbe...
La prolungata mancanza di ossigeno al feto durante il travaglio può portare alla cosiddetta anossia da parto, una condizione grave e potenzialment...
Una nuova ricerca ha rivelato la possibilità di prevenire e ritardare un parto prematuro attraverso un semplice test diagnostico non invasivo.
La presenza del o della partner in ospedale è un tema cruciale quando si parla di post parto. Ma perché è fondamentale per la madre e per il neo...
Per organizzare la valigia del parto le bustine per il corredino del neonato sono gli accessori indicati per facilitare i primi giorni della mamma ...
Il parto è tra i momenti più delicati e attesi dalle donne. Ecco le risposte dell'ostetrica alle domande più frequenti espresse dalle future mam...
La scoperta dell'Università di Stanford consente di stabilire, attraverso il prelievo di un campione di sangue, quando inizierà la fase di travag...
Storie, racconti di vita e testimonianze di chi ha partorito con un'ostetrica accanto a sostenerla e incoraggiarla con parole di forza e piene di e...