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Può un uomo (o comunque il partner non in gravidanza) sperimentare gli stessi (o quasi) sintomi della gestazione? Ci sono casi (e ricerche scientifiche) che confermano questa ipotesi.
Sugli uomini negli ultimi anni si è posta l’attenzione sulla depressione post partum maschile, ma ci sono realtà in cui l’altro partner sperimenta anche i disturbi fisici tipici della gravidanza. È quella che viene comunemente chiamata sindrome di Couvade o, anche, gravidanza empatica maschile.
Il termine couvade deriva dal francese e significa letteralmente “covare, incubare” e sta a indicare proprio la condizione dell’altro partner di vivere sintomi simili a quelli della donna in gravidanza. Come evidenziato dall’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS) si tratta di una condizione che interessa generalmente le coppie in attesa del primo figlio.
Si può definire la sindrome di Couvade, quindi, come la somatizzazione da parte del padre dei sintomi tipici di una gravidanza. Il disturbo di somatizzazione, infatti, è quella condizione per cui si avvertono disturbi fisici che non hanno una causa organica. L’altro partner, infatti, non è gravido, ma vive lo stesso i comuni segni e disturbi che sperimentano regolarmente le donne in gravidanza.
Intorno all’argomento la letteratura scientifica ha da tempo condotto diversi studi e approfondimenti ma, come precisato dall’Università di Cambridge, non è ancora chiaro se la sindrome di Couvade rappresenti una condizione patologica o debba essere analizzata e considerata come un’usanza e un rituale.
Di certo c’è che la sindrome di Couvade è un’intersezione tra condizioni fisiologiche (sintomi fisici) e quelle psicologiche. È nella psiche dell’uomo – o più in generale nel partner che biologicamente non è in stato di gravidanza – che vanno indagate le cause di questa reazione.
Non ci sono evidenze certe su cosa determini una somatizzazione di questo tipo, ma sembrerebbero incidere anche fattori religiosi, culturali, medici, psicoanalitici e psicologici. Per alcuni la sindrome di Couvade nasce dall’impossibilità degli uomini di poter vivere la gravidanza e, come per invidia e gelosia, ne vive i sintomi tipici. Vi è anche l’ipotesi che questa sindrome sorga da un maggior coinvolgimento nella gravidanza da parte di partner particolarmente empatici.
La sindrome di Couvade è considerata un disturbo psicosomatico per cui è la mente la responsabile dei cambiamenti fisici. Ci sono alcune cause associate che potrebbero aiutare a spiegare l’origine di questo disturbo e vanno dagli squilibri ormonali all’eccessiva empatia, passando per l’ansia, lo stress e la gelosia.
Secondo alcuni esperti, infatti, l’uomo può andare incontro alla riduzione dei livelli di testosterone e aumento della prolattina per effetto dei cambiamenti ormonali tipici della donna in gravidanza. Ci sono poi studi che confermano come i partner che hanno un forte desiderio di non essere meri spettatori ma di vivere profondamente la gravidanza, possono manifestare i comuni sintomi della gestazione.
Bisogna poi considerare anche come le tensioni e le preoccupazioni legate ai cambiamenti determinati dalla gravidanza possano provocare uno stato di stress e ansia tale da ridurre i livelli di testosterone e, quindi, spiegare parte dell’origine della sindrome di Couvade.
Vi sono anche studi psicologici secondo i quali il partner soffra l’impossibilità di non poter vivere profondamente e intimamente la gravidanza e, anche per gelosia verso la madre che gode di questo privilegio, sviluppa una sintomatologia tipica.
Ma quali sono i disturbi che un partner che vive la sindrome di Couvade può sperimentare? Questo studio indica innanzitutto variazioni dell’appetito, nausea, insonnia e aumento di peso. Sono stati registrati anche casi di costipazione, diarrea, mal di testa e mal di denti.
Gli studi condotti in materia evidenziano, innanzitutto, che dal punto di vista prettamente medico la sindrome di Couvade non è un motivo di preoccupazione. Generalmente i disturbi associati a questa condizione si verificano in maniera più intensa nel primo trimestre e tra l’ottavo e il nono mese di gravidanza.
Il parto e la nascita del bambino rappresentano per molti aspetti la cura e la risoluzione della sintomatologia tipica della sindrome di Couvade, ma è bene non sottovalutare quanto vissuto in quanto potrebbe essere il campanello d’allarme di qualche difficoltà sottostante che potrebbe ripresentarsi (anche in forme più gravi) durante le difficili fasi di gestione di un neonato.
Non vi è quindi una vera e propria cura, ma tutto dipende dall’incidenza di questa condizione e dalle difficoltà, nel singolo e nella coppia, che essa provoca. Nei casi in cui si vivessero problematiche serie è fondamentale ricorrere a un professionista della salute mentale per analizzare la situazione e trovare le risorse migliori per superare questa fase.
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