La consapevolezza, spiega l’Accademia della Crusca, è quella realtà che implica la conoscenza del proprio stato e delle proprie emozioni, ma anche una comprensione profonda di sé stessi e del contesto in cui si vive. Applicata alla genitorialità possiamo definirla come la scelta di adottare un approccio educativo basato sul rispetto reciproco tra genitori e figli. La genitorialità consapevole, quindi, è quella che si impegna nella comprensione dei bisogni emotivi dei figli e sulla costruzione di una relazione e di un legame caratterizzati dalla fiducia.

Essere genitori consapevoli significa essere presenti nelle scelte educativa aiutando i bambini a sviluppare la cosiddetta intelligenza emotiva. La genitorialità consapevole si discosta da altri modelli educativi basati sul controllo e la punizione (e in alcuni casi anche l’umiliazione) del bambino, preferendo un approccio basato sul rispetto, l’incoraggiamento e l’attenzione non solo ai bisogni fisici del figlio, ma anche a quelli sociali ed emotivi. Una scelta che ha come obiettivo quello di crescere in un contesto familiare sereno e in grado di promuovere la capacità del bambino di autoregolarsi, diventare autonomi e soprattutto sicuri di sé.

Alla base della genitorialità consapevole ci sono: dare il buon esempio, incoraggiare il dialogo, definire regole chiare e comprensibili, supportare l’autonomia del bambino, lasciare spazi di autodeterminazione e accogliere i sentimenti senza giudicarli. Vediamo quindi come promuovere l’intelligenza emotiva dei propri figli.

Cos’è l’intelligenza emotiva e perché è fondamentale nello sviluppo del bambino

Il portale WebMD definisce l’intelligenza emotiva come la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Oltre a essere una componente che aiuta le persone ad avere relazioni più soddisfacenti e ad avere un maggior benessere psicologico, l’intelligenza emotiva può essere sviluppata fin da piccoli. In questo modo si aiutano i bambini ad avere un rapporto sano (con sé stessi e con gli altri) e a comportarsi in maniera appropriata nei vari contesti sociali nei quali si trovano a vivere.

Gli elementi fondamentali dell’intelligenza emotiva sono la consapevolezza di sé, l’autocontrollo, l’automotivazione, l’empatia e le abilità relazionali. La consapevolezza di sé è intesa come la capacità di identificare le proprie reazioni emotive nel momento in cui si manifestano e prestare attenzione all’effetto che potrebbero avere. L’autocontrollo, invece, è la capacità di controllare le proprie reazioni emotive non lasciandosi trascinare dagli eventi e dalle emozioni.

L’automotivazione riflette l’abilità di mantenere un’alta motivazione nel perseguire i propri obiettivi che ci si è prefissati nonostante gli ostacoli che si possono incontrare. L’empatia è la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni, i pensieri e gli stati d’animo altrui per poi comportarsi di conseguenze. Infine le abilità relazionali riguardano le competenze che permettono di interagire con gli altri in modo attento interpretando correttamente tutte le forme di comunicazione (verbale, paraverbale e non verbale) sviluppando anche la capacità di ascolto attivo.

Strategie per insegnare ai bambini a riconoscere e gestire le proprie emozioni

Quanto abbiamo detto sull’intelligenza emotiva mostra come questa sia una realtà molto importante ma anche molto difficile da perseguire, soprattutto in un contesto sociale e culturale nel quale emergono altre forme educative. Spesso le emozioni sono viste come qualcosa di negativo o il segno di un problema (specialmente quelle che ci mettono in difficoltà) e in tutti i casi come una realtà da reprimere in nome di comportamenti socialmente accettabili.

È importante invece che i genitori sappiano trasmettere al bambino l’idea che non esistono emozioni sbagliate, ma che ognuna riflette una reazione emotiva che esprime uno stato d’animo da ascoltare. Può essere utile, anche avvalendosi di libri o attività a tema, imparare a identificare e dare un nome alle emozioni. In questo modo il bambino impara a riconoscerle e a poter comunicare come si sente. A questo proposito è necessario non avere pregiudizi sulle emozioni, dare il buon esempio ed essere disposti a educare all’emotività e all’affettività in un clima di dialogo aperto e costruttivo.

La tristezza o la rabbia, per esempio, non sono un problema. Sono emozioni al pari delle altre che il bambino prova (come gli adulti) e che deve imparare a gestire. Per farlo è utile innanzitutto validare le emozioni del bambino, dicendogli che è normale provarle ed evitando di minimizzarle o negarle.

Può essere utile anche imparare attività calmanti (come gli esercizi di respirazione) e mostrare in prima persona ai propri figli come si reagisce alle emozioni. Se un genitore ha reazioni scomposte o violente di fronte a un’emozione difficile, è quello il modello che il bambino apprende. Le parole sono importanti, ma l’esempio dei genitori è ancora più efficace per apprendere come gestire ciò che si prova di fronte alle vicende quotidiane.

Il ruolo dell’empatia nella crescita e nelle relazioni sociali dei bambini

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Fonte: iStock

Tra i fondamenti dell’intelligenza emotiva c’è, come detto, l’empatia. Questa capacità di riconoscere e comprendere le emozioni degli altri mettendosi “nei loro panni” è particolarmente utile nella crescita. Lo è innanzitutto perché porta il bambino di oggi e l’adulto di domani a non crescere nell’idea che esista solo lui e che tutto gli sia dovuto. Lo è poi perché in grado di migliorare la qualità delle relazioni, riduce i conflitti, aumenta la creatività e promuove comportamenti sani.

Sviluppare l’empatia, infatti, consente di creare connessioni più profonde con le altre persone andando ad avere rapporti e relazioni di qualità nei quali tutti i soggetti coinvolti hanno pari importanza. La capacità di comprendere le emozioni, proprie e altrui, aiuta anche a modulare le proprie reazioni così da risolvere i conflitti senza che questi si inaspriscano in maniera a volte irrisolvibile.

L’empatia è un valore capace anche di stimolare la creatività individuale e porta i bambini a essere più gentili e disponibili ad aiutare gli altri.

Attività e giochi per promuovere l’intelligenza emotiva in famiglia

Come educare i bambini all’intelligenza emotiva? Come vivere questa dimensione della genitorialità consapevole? Per farlo esistono diverse attività e giochi che possono essere praticati in famiglia mettendo in gioco, quindi, non solo i bambini ma anche gli stessi genitori.

Innanzitutto mediante dei giochi di ruolo tramite i quali simulare situazioni nelle quali esprimere e gestire le diverse emozioni, ma anche attraverso libri e storie (adatte all’età del bambino) da utilizzare anche come momento di confronto e discussione.

Si rivelano utili anche gli esercizi di consapevolezza, il ricorso ad attività artistiche (disegno, pittura e musica aiutano a esprimere le emozioni), e un approccio aperto all’ascolto e al dialogo, senza imbarazzi, tabù o pregiudizi, ma rendendo la famiglia l’ambiente nel quale ciascuno si possa sentire libero di parlare delle proprie emozioni.

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