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Anche se i padri sono molto più presenti nella vita dei loro figli, molte incombenze restano di esclusiva (o quasi) pertinenza materna: eppure non esiste alcuna ragione reale perché le cose continuino ad andare così.
I padri contemporanei cambiano pannolini, somministrano pappe, fanno bagnetti e cantano ninne nanne. Finalmente. Un’intera generazione di genitori maschi ha avuto per la prima volta l’opportunità di riappropriarsi di una parte importante del ruolo paterno – quella legata alla cura e all’accudimento – nonché di condividere con le compagne il lato più faticoso e impegnativo della genitorialità.
Detto questo, però, mi sembra che la suddivisione dei compiti e soprattutto il “carico mentale” legato alla gestione di una famiglia siano ancora ben lungi dall’essere equi. Mi sembra, in altre parole, che molte questioni vengano ancora considerate, in maniera del tutto immotivata, di esclusiva pertinenza femminile, e di conseguenza materna.
La mia esperienza, personale e relativa come tutte le esperienze, si riferisce alla provincia meridionale dei giorni nostri: magari (e lo dico senza sarcasmo e con genuina speranza) in altri contesti la situazione è diversa, ma per quello che vedo io ci sono ancora un sacco di aspetti della vita dei bambini in cui i padri sono meno coinvolti delle madri. E davvero non riesco a spiegarmi il perché.
Non esiste alcuna ragione biologica, fisiologica o razionale per cui sia una donna – una madre – a doversi occupare di quello che concerne la salute dei figli e i rapporti col pediatra: ricordare le scadenze delle vaccinazioni e dei “bilanci di salute”, prenotare visite e controlli, acquistare farmaci e somministrare terapie sono incombenze che mamme e papà possono (e dovrebbero!) condividere alla pari.
Per non parlare dei permessi dal lavoro quando i figli si ammalano, che non sempre vengono equamente divisi tra i genitori. Il problema è che, purtroppo, resiste ancora un certo pregiudizio che vorrebbe l’accudimento come una prerogativa squisitamente femminile, demandando di conseguenza alle donne tutti i compiti legati alla salute e alla prevenzione.
Avete presente l’intensità della vita sociale di un bambino occidentale del terzo millennio? Tra feste di compleanno, laboratori creativi, sport, merende, corsi di teatro, cucina, musica e chi più ne ha più ne metta, c’è davvero da farsi girare la testa.
E a volte, ahimè, ho l’impressione che a doversi sobbarcare l’onere dell’organizzazione, degli appuntamenti e di tutte le questioni a latere (prenotazioni, regali, acquisti etc) siano ancora in prevalenza le madri.
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Per non parlare dei famigerati e temutissimi gruppi WhatsApp (della scuola, del teatro, del calcetto, della danza e via dicendo), che per qualche oscura ragione sono popolati in grande prevalenza da mamme: ma i padri non ce l’hanno, uno smartphone?
Per qualche ragione che stento a comprendere, l’esistenza scolastica dei figli, specie nei primi anni della loro vita, in molti contesti sembra appannaggio esclusivo (o quasi) delle madri.
Non che i papà non accompagnino o recuperino sistematicamente i bambini a scuola, o che non partecipino all’inserimento dall’asilo, e ci mancherebbe.
Ma la mia impressione, purtroppo, è che molte delle questioni correlate alla vita scolastica – raccolte fondi, autorizzazioni, bollettini da pagare, acquisto del corredo, preparazione dei costumi per le recite, riunioni, colloqui con gli insegnanti e finanche la generale supervisione dell’andamento scolastico e dei compiti a casa – restino quasi sempre “a carico” delle madri.
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Forse perché si dà per scontato, erroneamente, che le donne abbiano più tempo a disposizione, o che il loro lavoro sia più “sacrificabile” di quello dei loro compagni. Non mancano, come sempre, le preziose e significative eccezioni: come il rappresentante di classe di mio figlio, un papà molto presente da questo punto di vista.
Non escludo che questa sia una prerogativa specifica della mia famiglia: ad ogni modo sento di poter azzardare che anche l’organizzazione di festeggiamenti e celebrazioni varie – compleanni, Natale, Halloween, recite scolastiche e compagna cantante – finisca spesso col ricadere sulle spalle materne.
Si va dall’organizzazione delle feste, dalla preparazione o prenotazione del rinfresco all’acquisto di regali per compagni e maestre. E allora, rispondete a questa semplice domanda: com’è che i più famosi chef e organizzatori di eventi sono quasi tutti maschi?
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