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Prima del travaglio vero e proprio via è una fase di preparazione che anticipa le contrazioni del parto; scopriamo sintomi, durata e attenzioni dei cosiddetti prodromi di travaglio.
L’inizio del periodo più doloroso della gravidanza, quello del travaglio, è la cosiddetta fase latente nota anche con il nome di prodromi di travaglio. Una fase che merita di essere conosciuta con maggior chiarezza per consentire alle donne di riconoscerla e capire cosa succede al proprio corpo.
Possiamo dire che la gravidanza è, essa stessa, un periodo di preparazione e i prodromi di travaglio sono proprio il sintomo dell’inizio di questa particolare fase. Come indica il nome stesso (il significato di prodromo è “fatto che precede e annuncia il manifestarsi di un altro fenomeno”) i prodromi di travaglio sono l’insieme di quei sintomi che precedono l’inizio del travaglio.
La fase latente del primo stadio del travaglio, ovvero i prodromi del travaglio, è il “periodo caratterizzato da contrazioni uterine percepite come dolorose dalla donna, accompagnate da modificazioni variabili della cervice, incluso un certo grado di appianamento e una lenta progressione della dilatazione fino al raggiungimento di 5 cm di dilatazione indipendentemente dalla parità”.
La fase prodromica non equivale al travaglio vero e proprio ma, come detto, riguarda quell’insieme di segnali che inequivocabilmente indicano come il corpo femminile si stia preparando per il parto. Il principale sintomo dei prodromi di travaglio sono proprio le contrazioni irregolari.
Queste diventano sempre più frequenti nel corso della gravidanza, ma non sono da confondere con le contrazioni di Braxton Hicks. Quelle della fase prodromica, infatti, sono particolarmente intense e dolorose. Inoltre ciò che le rende prodromiche (e quindi diverse da quelle del travaglio) è la loro irregolarità. Ci sono delle lunghe pause tra l’unica e l’altra e cambiano tra loro anche per l’intensità.
Durante la fase prodromica il collo dell’utero si accorcia, inizia a dilatarsi e diventa di una consistenza molle. Insieme alle contrazioni a volte, ma non sempre, si può avere la nausea e riscontrare alcune perdite di sangue e muco. Si tratta di perdite che non devono destare preoccupazione, ma rappresentano una delle condizioni normali in questa fase.
Il dolore delle contrazioni può essere diverso da donna a donna e per alcune è paragonabile a quello di un crampo mestruale, mentre per altre è più intenso.
Data la diversità della percezione del dolore anche le conseguenze che questo provoca possono variare da donna a donna. Ci sono casi in cui i prodromi di travaglio provocano spossatezza, difficoltà a riposare, mancanza di appetito e una profonda stanchezza. Per questo motivo è fondamentale che le donne siano a riposo, evitino qualsiasi tipo di attività e stiano lontane da ogni forma di stress.
Una delle domande più ricorrenti che le donne si pongono è quella relativa alla durata dei prodromi di travaglio. Non parliamo di una mera curiosità, ma di un’informazione importantissima per capire quando è il caso di recarsi in ospedale.
La durata della fase prodromica è molto variabile e cambia sia da donna a donna che da gravidanza a gravidanza nella stessa donna. Durante la prima gravidanza i prodromi di travaglio possono durare anche più di giorni e in questa fase è fondamentale restare a casa e rimanere in un ambiente sereno e tranquillo.
Il parto viene solitamente suddiviso in quattro fasi:
In altri casi la classificazione prevede solo tre fasi, unendo quella dilatante e quella espulsiva, definendole unicamente come fase di travaglio attivo. Successivamente alla fase prodromica, quindi, troviamo l’inizio del travaglio vero e proprio, nel quale le contrazioni sono più regolari e, soprattutto, dolorose. Hanno mediamente una durata di cinquanta secondo ciascuna e avvengono a distanza di cinque minuti l’una dall’altra.
Anche in questo caso parliamo di indicazioni generali che variano da donna a donna. Con l’avvio del travaglio vero e proprio inizia la fase finale della gravidanza che porterà, anche qui con tempistiche variabili, alla nascita del bambino.
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