Perché il o la partner devono tornare in ospedale vicino a mamma e neonato
La presenza del o della partner in ospedale è un tema cruciale quando si parla di post parto. Ma perché è fondamentale per la madre e per il neonato?
La presenza del o della partner in ospedale è un tema cruciale quando si parla di post parto. Ma perché è fondamentale per la madre e per il neonato?
La pandemia da Covid-19 ha cambiato le carte in tavola anche per quanto riguarda la presenza del o della partner in ospedale.
Perché è fondamentale essere vicino alla madre? Sono tanti i motivi: dall’assistenza al parto all’aiuto pratico per la neo-mamma, che si trova a dover affrontare la nuova dimensione della maternità, ma anche stabilire un primo contatto con il neonato, fino alle terapie intensive neonatali.
Tutti questi punti devono spingere verso un cambiamento, ossia riesaminare tutte le attuali norme vigenti negli ospedali italiani, dove ancora adesso è limitato l’accesso ai e alle partner, caregiver e a tutti i parenti in generale.
L’importanza di garantire la vicinanza a mamma e bambino è davvero un tema urgente, perché possono essere tante le conseguenze, come:
Quindi, dopo l’adeguato controllo delle norme sanitarie legate al Covid-19, si dovrebbe garantire l’accesso 24 ore su 24 del caregiver sia come supporto alla neo-mamma sia per stabilire una prima relazione con il neonato.
Dall’inizio della pandemia da Covid-19 si è reso necessario un cambiamento per quanto riguarda le norme ospedaliere legate alla nascita. Gli interventi hanno limitato l’accesso non solo ai parenti, ma soprattutto ai e alle partner; infatti, la loro presenza o meno al momento del parto e anche nel post-parto dipende dalle scelte organizzative della struttura ospedaliera.
A causa del Coronavirus, infatti, sono diversi gli ospedali che hanno messo in atto misure cautelative molto rigorose, con l’obiettivo di tutelare non solo la salute delle donne e dei neonati, ma anche quella degli operatori sanitari. In questo modo, si è dimenticato quanto sia importante la presenza del o della partner durante il travaglio, e non solo; sì, perché la sua figura è di enorme sostegno, è un aiuto per la donna e, soprattutto, è condivisione di fatica e dolore.