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Nelle strutture che lo consentono c'è la possibilità di ascoltare la propria musica preferita mentre si è in travaglio e in sala parto. Una scelta benefica per la donna e per il bambino, secondo alcune delle più recenti ricerche scientifiche.
Ma cosa c’è di vero? Sono realmente efficaci o è solo una suggestione non suffragata da evidenze scientifiche? Non è possibile giungere a una conclusione completamente valida per l’eccessiva variabilità delle ricerche finora condotte, ma i principali studi effettuati convergono nell’individuare dei benefici nell’ascolto della musica in sala parto durante il travaglio per alleviare il dolore.
Poter contare su questa possibilità, quindi, può essere un elemento importante da considerare nella scelta della struttura dove partorire.
Per comprendere meglio la questione è necessario inquadrare il problema definendo l’approccio della musicoterapia durante il travaglio e le peculiarità del dolore del parto. Da uno studio dedicato all’utilizzo della musicoterapia nella gestione del dolore e dell’ansia durante il travaglio viene proposta la definizione della World Federation of Music Therapy che la definisce come l’utilizzo della musica o di altri elementi musicali come il suono, le melodie e il ritmo, con lo scopo di migliorare la comunicazione, le relazione, il movimento, l’espressione, l’apprendimento e altri obiettivi terapeutici.
Non a caso la musicoterapia è già utilizzata con successo in supporto alle procedure mediche, chirurgiche e mentali.
Per quel che riguarda il travaglio, invece, è doveroso premettere come il dolore del parto, a differenza degli altri, sia una condizione fisiologica e considerabile parte del normale processo che porta alla nascita del bambino. Inoltre, come indicato in uno studio pubblicato su ScienceDirect, il dolore del travaglio è un fenomeno molto soggettivo che varia da donna a donna ed è condizionato anche da diversi aspetti sociali e culturali.
Essendo un dolore fisiologico è possibile superarlo e prepararvisi per tempo, ma resta comunque un’esperienza non sempre facile da vivere e che può provocare paura, tanto da essere uno dei principali motivi di tocofobia, la paura del parto. Inoltre elevati livelli di dolore possono avere esiti fisiologici e psicologici avversi sia sulla madre che sul feto.
In uno studio promosso dalla University of The West Indies si precisa come, quindi, il dolore del travaglio è il risultato di complesse interazioni soggettive di fattori psicosociali e fisiologici.
Da una ricerca pubblicata sulla rivista medica European Review for Medical and Pharmacological Sciences è stato evidenziato come la musica stimoli diverse regioni cerebrali deputate ai processi di gestire le sensazioni piacevoli e quelle di ricompensa. La musica, in sostanza, può modificare le attività nervose che interessano queste aree del cervello influenzando positivamente le risposte fisiologiche al dolore.
L’utilizzo della musica, quindi, è uno di quei metodi non farmacologici impiegati nella partoanalgesia con l’obiettivo di aiutare le donne ad avere un’esperienza del parto meno traumatica e consentire una gestione del dolore migliore e più sopportabile.
L’utilizzo della musica risulta benefico non solo durante le fatiche del travaglio e del parto, ma anche durante tutta la gestazione. La musica in gravidanza, infatti, oltre a donare una piacevole sensazione di benessere alla donna e a contribuire a migliorare l’umore e la qualità del suo tempo influenza, come dimostrato da diversi studi scientifici, il comportamento neonatale.
È ampiamente dimostrato che la musica abbia numerosi effetti endocrini: aumento dell’ormone della crescita, della secrezione ovarica di steroidi e cambiamenti nei livelli di cortisolo, testosterone ed estrogeni. Questi incidono, tra gli altri, sullo sviluppo del cervello e sul metabolismo tanto che si pensa che l’esposizione alla musica potrebbe condizionare la neurogenesi e la plasticità cerebrale del feto.
Per quel che riguarda il travaglio, nonostante ci siano limiti strutturali agli studi condotti e non sia possibile stabilire delle conclusioni scientificamente valide e riconosciute, l’utilizzo della musica aiuta a ridurre i livelli di ansia e stress nella madre e a migliorare alcuni parametri fetali, come la variabilità del battito cardiaco.
L’ascolto della musica influisce sugli stimoli dolorosi aumentando la secrezione di endorfina e ottenendo un naturale sollievo. Inoltre alcune ricerche hanno mostrato effetti benefici anche durante il periodo del puerperio.
Le ricerche condotte si sono concentrate sulla bontà e l’utilità dell’utilizzo della musica durante il travaglio. Alcune donne hanno preferito ascoltare musica classica, altre musica pop, altre ancora musica per bambini o melodie che richiamano suoni e rumori della natura.
Ovviamente non ci sono regole e molto dipende dalle preferenze di ogni donna che dall’ascolto della musica durante il travaglio può sperimentare rilassamento e distrazione, elementi fondamentali per affrontare con maggiore serenità e tranquillità il parto e contribuire con maggior energia alla nascita del proprio bambino.
Online si trovano numerose playlist (Spotify, Apple Music…) dedicate specificatamente all’ascolto durante il travaglio. Ma ognuna è libera di creare la propria! Lo stile di musica può anche cambiare tra la fase dilatativa (musica rilassante, classica, rumori bianchi, brit-pop anni 90) e la fase espulsiva (ove l’impegno fisico della madre può ricordare quello svolto in palestra: rock, punk, musica elettronica…): l’importante è che la musica non diventi predominante o “distragga” la donna dalle istruzioni del personale ostetrico e dal parto imminente.
Per questo il consiglio è di usare con moderazione canzoni italiane (ci si potrebbe distrarre a cantarle o a ricordarne il testo) e prediligere brani “mainstream” che piacciano un po’ a tutti (personale sanitario compreso!).
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