Dalle nausee al travaglio: i benefici dell'hypnobirthing spiegati dall'esperta

L'hypnobirthing è un particolare metodo di accompagnamento al parto che consiste in una serie di esercizi e tecniche mirate, utili anche in altri momenti della gestazione, come le nausee o per favorire un rivolgimento podalico.

L’hypnobirthing, o parto con ipnosi, è un metodo di accompagnamento al parto che consente alla partoriente di assumere uno stato d’animo più consapevole e rilassato e avere un maggior controllo della situazione, cerando di vivere il parto nella maniera più serena possibile.

In Italia l’hypnobirthing non è ancora così diffuso, sebbene siano molti i vantaggi che porta con sé. Risulta invece molto noto e praticato nel Regno Unito: è stata proprio Kate Middleton con le sue tre gravidanze a sdoganarlo, una scelta poi seguita anche dalla cognata Meghan Markle.

Per conoscere nel dettaglio questa pratica di accompagnamento al parto e le sue specifiche caratteristiche, ci siamo rivolte alla Dottoressa Ilaria Giangiordano, psicologa iscritta all’albo, che nel 2018 è volata proprio a Londra per fare formazione e certificarsi come esperta. Oggi, il suo scopo oggi è quello di rendere accessibile l’hypnobirthing a più donne possibili e aiutarle a vivere il momento del parto con maggiore consapevolezza e serenità.

In Italia non c’erano corsi sul tema, così mi sono decisa ad andare a Londra, dove l’hypnobirthing è una pratica ben più nota. Nel nostro Paese non c’era neanche la possibilità di accedere online a un corso di hypnobirthing. Ora, con il Coronavirus chiaramente le cose sono cambiate: accedere a corsi online è la norma, ma nel 2018, quando mi sono decisa a intraprendere questo percorso, era piuttosto raro prevedere dei corsi da remoto per le future partorienti. Oggi il mio scopo è quello di rendere l’hypnobirthing accessibile a tutte le donne, ovunque esse siano.

Ilaria lo fa anche attraverso un sito dedicato e il suo profilo Instagram, in cui dispensa consigli e informazioni sul tema per diffondere questa pratica e informare le future mamme che vogliono scegliere questo tipo di approccio.

Per prima cosa, è bene sottolineare un aspetto importante, come ci spiega subito la Dottoressa Giangiordano:

L’hypnobirthing dal nome, ipnosi, potrebbe far pensare a una condizione di non lucidità, ma è proprio il contrario. Ossia, non si viene addormentate in alcun modo, lo scopo è proprio quello di essere più lucide e presenti durante il momento del travaglio e del parto per avere un maggiore controllo della situazione ed essere più rilassate, un dettaglio non da poco che consente alla futura mamma di vivere il parto con meno dolore.

I meccanismi fisiologici alla base della tecnica

Le tecniche utilizzate nell’hypnobirthing consentono di scatenare dei meccanismi fisiologici in grado di aiutare la donna a prepararsi maggiormente al parto anche da un punto di vista fisico, non solo psicologico:

L’hypnobirthing interrompe un circolo vizioso: la paura del parto, e del dolore ad esso inevitabilmente associato, crea una tensione che porta il corpo ad irrigidirsi, questo irrigidimento provoca ancora più dolore, che a sua svolta scatena ancora più paura. L’hypnobirthing ci consente di avere il controllo della situazione, e soprattutto del nostro corpo, spezzando questo circolo vizioso e insegnando al nostro corpo a rimanere calmo e rilassato. Se siamo calme, sentiremo meno dolore. Questo è un dato scientifico: quando siamo rilassate produciamo ossitocina, che permette al travaglio di proseguire, e endorfine, che ci proteggono dal dolore. Al contrario, se si è in forte stato di agitazione, si produce adrenalina – l’ormone della paura – che causa irrigidimento, e quindi dolore.

Come però ci spiega la Dottoressa Giangiordano, contrariamente a quanto si possa pensare, l’hypnobirthing non viene utilizzato solo per il parto naturale:

Questa tecnica non è utile solo per il momento del travaglio e del parto naturale. È una pratica trasversale, che può essere utilizzata in molti casi, ad esempio per le nausee in gravidanza, per aiutare i bimbi podalici a rivolgersi (rivolgimento podalico), per il momento dell’induzione, l’epidurale e durante il parto cesareo. Ovviamente ci sono esercizi specifici e tecniche di rilassamento mirate per ciascuna di queste situazioni.

Gli esercizi da fare

E gli esercizi alla base di questa tecnica sono molti:

Consistono essenzialmente in tecniche di rilassamento, esercizi di respirazione, di visualizzazione e anche affermazioni positive. Provo a farvi un esempio con un esercizio di visualizzazione. Si sa che naturalmente il parto è associato a immagini dolorose, siamo portate ad avere questa idea anche per via di immagini viste in passato in TV o a seguito di racconti non proprio idilliaci che ci sono stati fatti di questo momento. Per evitare che durante il travaglio e il parto, la futura sia mamma sia colta da queste immagini intrusive, è importante che lei sia in grado di rivolgere la mente a pensieri più positivi. Ecco dunque che gli esercizi di visualizzazione fatti nei mesi precedenti torneranno utili. La nostra mente non è infatti capace di processare due immagini contemporaneamente, se rivolgeremo la nostra attenzione a un’immagine positiva, allontaneremo inevitabilmente quelle immagini intrusive. Uno di questi esercizi è ad esempio pensare a una serie di immagini che mimino un movimento verso l’alto, come ad esempio l’alba, una mongolfiera che si leva nel cielo, perché in questo modo si segue con la mente la stessa direzione che segue il corpo, e nello specifico l’utero, che durante il momento del parto, va verso l’alto.

Ilaria ci fa anche un esempio di affermazione positiva che può tornarci utile nel momento del parto o in qualsiasi altra situazione della gestazione:

Anche recitando una di queste frasi possiamo bloccare le immagini intrusive. Un’affermazione positiva potrebbe essere la seguente: “Ogni onda del mio corpo mi ricorda che presto avrò il mio bambino tra le braccia”. Le future mamme possono creare loro stesse delle frasi positive da ripetersi nei momenti di difficoltà e da usare anche durante il travaglio e il parto, insieme a tutte le tecniche di rilassamento, respirazione e agli esercizi di visualizzazione imparati ed appresi nei mesi precedenti.

In genere, gli incontri con la psicologa possono essere anche solo tre, ma questo aspetto dipende anche dalle esigenze specifiche di ogni futura mamma:

In genere sono sufficienti tre incontri. Si parte dalla 20esima settimana e prevedono ovviamente degli esercizi specifici da fare tra una lezione e l’altra, esercizi scelti anche in base alle esigenze specifiche e alle richieste della donna. In alcuni casi, si fa anche un “refresh” più a ridosso del parto, di norma alla 38esima settimana.

Ma c’è anche un dettaglio in più: anche i papà possono essere coinvolti in questa tecnica:

Durante il corso, una parte dei rilassamento viene fatta fare anche coinvolgendo i papà. In genere invito i papà a utilizzare la voce in un certo modo, ossia a parlare lentamente, con un tono molto dolce e facendo molte pause, perché i bimbi nella pancia sono in grado di associare le voci a delle sensazioni, quindi anche dopo la loro nascita, sentendo la voce dolce e rilassata del papà tenderanno a rilassarsi. Un esercizio che spesso faccio fare ai papà è quello di leggere delle storie e dei racconti modulando la voce in questo modo. Un modo utile anche per coinvolgerli in questo momento così speciale.

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