Il travaglio è, per riprendere la definizione impiegata dal Manuale MSD, la serie di contrazioni uterine ritmiche (da non confondere con quelle di Braxton-Hicks) che determinano l’assottigliamento, l’accorciamento e la dilatazione del collo dell’utero per consentire, in un parto vaginale a termine, la nascita del bambino.

Le contrazioni del travaglio possono insorgere o in maniera involontaria o indotte, naturalmente o medicalmente. È infatti possibile stimolare il travaglio per accelerarne l’inizio, una scelta e una necessità a volte giustificata da importanti esigenze mediche.

Scopriamo perché si può rendere necessario stimolare il travaglio e quali sono i metodi a cui è possibile ricorrere.

Perché può essere necessario stimolare il travaglio?

In una gravidanza fisiologica, quindi priva di complicazioni, l’organismo femminile è regolato per avviare spontaneamente l’inizio del travaglio. Il ricorso all’induzione si ha prevalentemente in presenza di rischi per la salute materna o di quella del feto o nel caso in cui si è superata la data prevista per il parto (la cosiddetta gravidanza protratta).

È bene fin da subito precisare, come riferito dal portale WebMD, che lo stimolare il travaglio non è esente da rischi e che a volte tale scelta può non funzionare e può rivelarsi necessario ricorrere al taglio cesareo o tentare un’altra induzione. L’indicazione è, ovviamente, quella di preferire che il travaglio inizi spontaneamente e progredisca in maniera naturale, ma questo non è sempre possibile e l’induzione è proprio orientata a risolvere tutte quelle criticità che potrebbero emergere laddove il travaglio non iniziasse quando dovrebbe.

L’induzione del travaglio è una condizione comune e può essere un’opzione da valutare nel caso in cui si rompono le acque ma il travaglio non inizia (la rottura delle acque espone madre e feto a un maggior rischio di infezione), ma anche in presenza di:

Tra le condizioni che interessano il feto che possono giustificare il ricorso all’induzione del travaglio troviamo:

  • restrizione della crescita fetale;
  • anomalie nella frequenza cardiaca.

Come anticipato la stimolazione del travaglio comporta dei rischi. Come riferito dal Mayo Clinic, infatti, l’induzione può fallire, può esporre a una riduzione della frequenza cardiaca fetale (nell’induzione farmacologica) e può portare anche a infezioni, rottura dell’utero e sanguinamento dopo il parto.

Ci sono poi ragioni specifiche per non indurre il travaglio: precedente taglio cesareo, placenta previa, bambino in posizione non cefalica, infezione da herpes genitale, prolasso del cordone ombelicale.

Come stimolare e accelerare il travaglio: 4 metodi

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Fonte: iStock

Esistono diversi metodi, naturali e farmacologici, che possono stimolare il travaglio e accelerarne l’inizio. Vediamo quali sono e in cosa consistono.

1. Metodi meccanici

La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) indica come i metodi meccanici agiscono stimolando la produzione di prostaglandine tramite lo stiramento delle membrane amnio-coriali e favorendo la produzione di ossitocina. Tra questi rientrano l’utilizzo di cateteri trans-cervicali, di dilatatori igroscopici e del ricorso all’amnioressi e allo scollamento delle membrane.

Il catetere trans-cervicale, a doppio palloncino, viene introdotto utilizzando un apposito stiletto in modo che il palloncino superi l’orifizio uterino esterno per poi procedere con l’introduzione di soluzione fisiologica nel pallone vaginale. Dopo almeno 12 ore, il palloncino va rimosso.

I dilatatori igroscopici hanno lo scopo di favorire la maturazione cervicale ed è un metodo antico, che oggi si avvale di uno strumento dotato di un bastoncino rigido con un’impugnatura in plastica che facilita l’inserimento del dilatatore che, una volta posizionato, aumenta di volume dilatando gradualmente la cervice.

L’amnioressi è la rottura artificiale delle membrane che avviene mediante un’incisione e utilizzando un dispositivo in plastica che prevede un’estremità a forma di uncino, che tira il sacco amniotico fino a quando non si rompe. Lo scollamento delle membrane (membrane stripping) consiste nell’inserimento da parte del professionista che esegue questa pratica di un dito oltre l’orifizio uterino per poi separare delicatamente le membrane amnio-coriali.

2. Metodi farmacologici

I metodi farmacologici per l’induzione e l’accelerazione del travaglio sono quelli che prevedono la somministrazione di particolari farmaci che, secondo un determinato dosaggio e timing, ottengono il risultato sperato. Il metodo più utilizzato quello che prevede la somministrazione di prostaglandine esogene come Dinoprostone e Misoprostolo che permettono di modificare la consistenza, la dilatazione e l’appianamento della cervice.

3. Attività sessuale

L’attività sessuale risulta benefica anche per stimolare il travaglio. Durante l’attività sessuale, infatti, vi è un rilascio di prostaglandine le sostanze che consentono di ammorbidire e maturare la cervice. Inoltre anche la stimolazione del capezzolo può contribuire in questo senso. Gli impulsi nervosi provenienti dai capezzoli attivano la secrezione di ossitocina, l’ormone che è in grado di favorire la contrazione uterina.

4. Falsi miti sull’alimentazione

Ci sono diverse leggende e teorie popolari legate all’assunzione di particolari alimenti che favorirebbero la stimolazione e l’accelerazione del travaglio. Le più diffuse sono quelle che prevedono l’assunzione di cibi piccanti, olio di ricino, olio di enotera, tè in foglie di lampone rosso e cohosh. A supporto di tali tesi non ci sono evidenze scientifiche, anche perché non vi è alcun collegamento diretto tra lo stomaco e l’utero. È invece doveroso evidenziare come, invece, l’olio di ricino possa provocare diarrea e disidratazione, mentre il cohosh contiene sostanze chimiche a base vegetale.

5. Esercizio, respirazione e movimenti

Sebbene non ci siano conferme in tal senso, sia l’esercizio fisico quanto il cambiare posizione può favorire la discesa del bambino nel canale vaginale, dando inizio al travaglio. Si tratta inoltre, soprattutto nel caso delle camminate, di attività benefiche che aiutano a scaricare le tensioni oltre che a contribuire ad avviare l’ultima fase della gravidanza prima del parto.

È infine fondamentale ribadire come qualsiasi forma di induzione del travaglio, specie quelle medica, richieda il consenso della donna che deve essere informata su modalità e rischi di ogni attività. Allo stesso tempo è importante che la donna possa liberamente cambiare posizione durante il travaglio in sala parto e non essere costretta ad assumere la posizione supina (che è più cinematografica che medica) ma possa camminare, stare in piedi o ricorrere ad altre posizioni.

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