
Gli esami per epidurale servono ad accertare che la donna abbia i requisiti per poter richiedere, una volta in procinto di partorire, l'anestesia c...
È la tecnica di anestesia d'elezione per il parto cesareo; scopriamo come funziona e quali sono i pro e i contro di questo tipo di procedura.
Scopriamo meglio di cosa si tratta e come funziona, anche andando a differenziarla dall’anestesia epidurale e da quella generale, individuando gli elementi per cui è diventata la procedura d’elezione per i tagli cesarei e quali sono i vantaggi e i rischi nel suo utilizzo.
Nota anche come il nome di anestesia subaracnoidea, l’anestesia spinale è, come evidenziato in questo studio, una tecnica di anestesia neuroassiale in quanto è legata al’iniezione di un anestetico locale all’interno del sistema nervoso centrale (SNC), composto dal cervello e del midollo spinale.
Il midollo spinale è racchiuso nel canale spinale, la struttura composta dai forami di ciascuna vertebra e dai suoi legamenti. Il liquido cerebrospinale (liquor) e le 3 meningi (dall’esterno: dura madre – liquor – aracnoide e pia madre) proteggono il fascio nervoso lungo tutto il suo decorso all’interno del SNC.
Innanzitutto chiariamo la differenza tra anestesia e analgesia, onde non far confusione:
Si parla di anestesia subaracnoidea in quanto l’iniezione del farmaco viene effettuata proprio nello spazio subaracnoideo, ovvero quello compreso tra le due membrane (aracnoide e pia madre) che formano le meningi, all’interno del quale vi è il liquor.
Diffondendo insieme al liquor, l’anestetico locale può bagnare e bloccare la trasmissione di tutti gli impulsi cerebrali (dolore, percezione del tocco, movimenti…) da poco sopra l’ombelico, fino alla punta dei piedi, in modo da permettere di eseguire diversi interventi chirurgici senza alcun dolore per il paziente.
Analizzando tutte le tecniche di analgesia del parto è doveroso precisare che l’anestesia spinale non è uguale all’anestesia né all’analgesia epidurale. Quest’ultima, infatti, viene eseguita in una sede differente (spazio epidurale, cioè “prima”, tra dura madre e aracnoide): la durata è simile, ma il tempo di effetto (onset) è più lento, per cui non è la tecnica adatta per un taglio cesareo in urgenza. L’epidurale è la tecnica di elezione per l’analgesia nel parto naturale anche perché questa tecnica elimina solamente il dolore, mentre nell’anestesia spinale il farmaco provoca appunto anche la perdita del controllo muscolare delle gambe.
L’anestesia spinale viene effettuata tramite un’unica iniezione e ha un effetto che va da circa 1 a 2 ore. A differenza dell’analgesia epidurale, come detto, ha un effetto inibitorio anche del controllo muscolare degli arti inferiori. Per questo motivo è utilizzata durante il parto cesareo e non in quello naturale in modo che, in quest’ultimo caso, la partoriente abbia il controllo delle contrazioni e possa contribuire attivamente al parto.
Gli esami per epidurale servono ad accertare che la donna abbia i requisiti per poter richiedere, una volta in procinto di partorire, l'anestesia c...
Entrambe le forme di anestesia differiscono dall’anestesia totale in quanto si tratta di tecniche locali più sicure che inibiscono solamente la zona nella quale viene effettuata l’iniezione, lasciando sveglia e attiva la restante parte del corpo (indicativamente dall’ombelico in su). L’anestesia spinale viene eseguita esclusivamente nella zona lombare per evitare danni al midollo e per impedire che i farmaci agiscano nelle regioni toraciche superiori e in quelle cervicali.
Prima dell’esecuzione dell’anestesia spinale vengono eseguiti analisi e controlli per valutare il rapporto tra rischi e benefici e stabilire l’opportunità e la convenienza di ricorrere a questo tipo di tecnica. L’iniezione vera e propria avviene con la donna in posizione seduta o sdraiata su un fianco in modo da consentire un percorso rettilineo nell’inserimento dell’ago tra le vertebre spinali. L’introduzione dell’ago e l’iniezione del farmaco non è dolorosa, ma talvolta può provocare un leggero fastidio.
L’anestesia spinale è un tipo di anestesia relativamente semplice da eseguire per il personale medico e ha un’azione rapida con un basso rischio di fallimento. A differenza dell’anestesia totale, non necessita dell’intubazione e assicura un recupero rapido nel giro di poche ore, non coinvolgendo organi vitali e permettendo alla partoriente di essere consapevole e sveglia al momento della nascita del bambino.
Questo favorisce il contatto madre-figlio, permettendo di anticipare l’inizio dell’attaccamento al seno.
Nonostante sia una pratica sicura e ormai validata per il parto cesareo, anche l’anestesia spinale, come tutte le pratiche mediche invasive, non è scevra da rischi. Il sito MedilinePlus segnala come possa essere associata alla formazione di un ematoma intorno al luogo dell’iniezione, all’insorgenza di infezioni alla colonna vertebrale (come la meningite), danni ai nervi e, più raramente, convulsioni.
Vanno considerate anche possibili complicanze transitorie come la nausea, la riduzione della pressione sanguigna, la difficoltà a urinare o la perdita dell’udito a bassa frequenza.
Anche il mal di testa è un fenomeno associato all’anestesia. Di per sé è un disturbo comune dopo qualsiasi intervento chirurgico, ma che ha un rischio maggiore a seguito di un’anestesia, sia essa spinale o epidurale: è un sintomo poco frequente, ma spiacevole e transitorio (poche ore) e risolvibile con generosa idratazione (endovenosa ed orale). Qualora dovese permanere per più di 24 ore, è segno di un possibile
stravaso di liquor attraverso il sito di iniezione (evento raro dacché i calibri degli aghi di anestesia si sono ridotti a pochi decimi di millimetro, 0,5-0,45 mm): in quel caso l’anestesista provvederà a diagnosticarlo (se necessario con una risonanza magnetica) e a porvi rimedio
(blood patch, ovvero iniezione di pochi ml di sangue venoso nello spazio epidurale in prossimità del sito di iniezione dell’anestesia).
Le controindicazioni all’anestesia spinale per il parto cesareo sono poche e sono legate per lo più ad allergie agli anestetici locali, malattie neurologiche (come la sclerosi multipla), coagulopatie, trombocitopenia e impossibilità tecniche di esecuzione della procedura (tatuaggi in sede di iniezione o presenza di protesi o stabilizzatori vertebrali).
In presenza di un parto difficoltoso si può valutare il ricorso a uno strumento per favorire la discesa del feto; ecco tutto quello che c'è da sa...
Il parto non si conclude con la nascita del bambino, ma con l'espulsione della placenta. Facciamo chiarezza sulla terza fase del travaglio scoprend...
Uno strumento utile a tutela dei propri diritti in sala parto (e non solo) che tutte le donne dovrebbero conoscere e considerare. Scopriamo di più...
Una filosofia meno invasiva e più rispettosa dell’anatomia e della fisiologia del corpo che prevede un ridotto utilizzo di materiale di sutura; ...
Il parto con ipnosi promette di far superare paura e dolore: ecco come funziona l'Hypnobirthing provato anche dalle star.
Una pratica discussa pensata per favorire il parto vaginale riducendo i rischi delle lacerazioni ma che non assicura sempre i benefici legati al su...
Una pratica controversa che mira a ridurre le differenze tra il parto cesareo e quello naturale. Ecco come funziona il vaginal seeding e cosa dicon...
Perché soffrire quando esistono alternative sicure e affidabili? Ecco cosa sapere sull'epidurale e quali i benefici e i rischi di questa forma di ...
Qual è il significato, scientifico e non, dietro alla fortunata (in tutti i sensi) espressione di nascere "con la camicia"? Scopriamolo insieme.
Una condizione gravissima e potenzialmente fatale da riconoscere tempestivamente per poterla gestire nel migliore dei modi: scopriamo tutto sull'as...