Il bacino femminile è fatto, dal punto di vista del feto, come una sorta di imbuto. Sono tre i passaggi ossei, insidiosi e progressivamente più stretti, che il bambino deve attraversare per guadagnare l’uscita.

Tuttavia, ciò che bisogna sapere, è che il bacino femminile non è rigido. Le ossa sono connesse da cartilagini che l’ormone relaxina rende particolarmente cedevoli, in modo che il diametro possa leggermente allargarsi al passaggio del bambino. Il bambino passa in diagonale, in modo da poter utilizzare il diametro in assoluto più lungo.

=> L’esperienza del bambino

Inoltre, la posizione della mamma determina l’ampiezza di questi diametri. Se la madre è sdraiata supina, il bacino è bloccato verso il basso e non può dare adito ai micro movimenti in avanti ed indietro che, al bisogno, contribuiscono a rendere più agevole il passaggio della testa fetale (immaginate la parte dietro del bacino come una parete leggermente mobile, che può basculare in senso avanti-indietro, allargando o stringendo l’apertura.

=> Attraverso il canale del parto

Inoltre, in posizioni tipo accovacciate, il diametro finale del nostro bacino guadagna quasi due centimetri, per via della trazione delle cosce.

È bene che ogni donna sappia queste cose, in ogni caso madre natura ha previsto che la mamma, seguendo il proprio istinto alla ricerca di una posizione meno dolorosa, riesca ad assecondare le necessità  del bambino nel parto, diminuendo il dolore di entrambi.

In collaborazione con www.corsipreparto.com

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