Il travaglio e il parto sono per loro natura eventi dolorosi la cui percezione è stata spesso condizionata da elementi culturali (come la cinematografia) e sociali. L’evoluzione della scienza e della tecnologia medica ha reso possibili diversi metodi e soluzioni per alleviare il dolore rendendolo più sopportabile.

La questione sull’analgesia (propriamente, da definizione dell’Enciclopedia Treccani, l’abolizione della sensibilità dolorifica) è però molto più articolata e complessa e non limitata alla “semplice” esecuzione di un protocollo medico.

Intorno all’analgesia durante il travaglio e il parto, infatti, ruotano diverse sensibilità e pareri (anche autorevoli) ma anche pregiudizi e riluttanze a contemplarne la possibilità che ne condizionano l’accesso. Sebbene le linee guida impongano la possibilità per la partoriente di ricorrervi liberamente non è raro che questo non avvenga e non sia reso possibile.

L’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) riferisce come (i dati sono un po’ datati) di come l’offerta analgesica alle donne in travaglio è nel nostro Paese insufficiente rispetto alla richiesta e ai bisogni.

È quindi utile fare chiarezza sull’argomento dando la possibilità alle donne in gravidanza e a quelle che ne ricercano una di avere la maggiore quantità di informazioni e di elementi per fare una scelta consapevole e, come tale, realmente libera. Parliamo quindi della cosiddetta analgesia dolce, l’alternativa alla più nota analgesia farmacologica.

Quali sono le tecniche di analgesia dolce per il parto?

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Fonte: iStock

Partiamo dal porre l’attenzione sul dolore del travaglio. È un dolore nel quale concorrono diversi elementi che interferiscono tra loro.

Uno studio pubblicato dal Journal of South Asian Federation of Obstetrics and Gynaecology spiega come la fisiologia del dolore durante il travaglio sia condizionata da interazioni fisiologiche, psicologiche, eccitatorie e inibitorie.

La gravità del dolore è proporzionale alla durata e all’intensità della contrazione e da alcuni questa esperienza è considerata come una delle più intense che una donna possa mai provare nel corso della sua vita.

Per contrastare questa realtà esistono diversi metodi e tecniche farmacologiche e non farmacologiche per il controllo e la riduzione del dolore. L’analgesia dolce fa riferimento a tutte quelle tecniche non farmacologiche che consentono di, come riportato in questo studio, di ridurre il dolore del travaglio mantenendo un’esperienza di parto efficace e soddisfacente e tale da ritardare l’uso dei metodi farmacologici.

In uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Medicine i metodi di analgesia dolce per il parto vengono distinti in:

  • metodi fisici (come massaggi, immersione in acqua, terapia del caldo e del freddo, tecniche di respirazione, cambio di posizione, movimento)
  • tecniche psicologiche (come tecniche di rilassamento, tecniche di distrazione e musica)
  • approcci complementari e alternativi (come la meditazione, il ballo, l’arometerapia e la terapia di supporto)

Metodi fisici

Il massaggio, sia esso delicato o che prevede una compressione su aree specifiche, si rivela utile per ridurre il disagio e stimolare il rilascio di endorfine (un ormone dalle proprietà analgesiche), promuovendo un senso di sollievo psicologico. Alcune partorienti riferiscono benefici maggiori nell’utilizzo dell’olio in associazione al massaggio.

L’immersione in acqua (fredda, calda o alternata calda/fredda) può indurre il rilassamento, facilitare i movimenti e ridurre la percezione del dolore restituendo un benessere psicofisico importante.

La terapia del calore (impacchi, docce, eccetera) migliorando la circolazione sanguigna può indurre il rilassamento muscolare alleviando la percezione del dolore. Al contrario la terapia del freddo (impacchi, massaggi con ghiaccio, eccetera) può indurre intorpidimento in una specifica zona attenuando l’infiammazione e offrendo così un temporaneo sollievo dal dolore.

Le tecniche di respirazione che prevedono una respirazione profonda, lenta e regolare sono efficaci per distogliere l’attenzione dal dolore favorendo uno stato di rilassamento. Similmente il cambiare continuamente posizione e il ricorso alla palla da parto aiuta a gestire il dolore favorendo anche un posizionamento ottimale del feto.

Tecniche psicologiche

Le tecniche di rilassamento come lo yoga, la mindfulness e l’audio-analgesia ottengono un rilassamento muscolare progressivo efficace nell’attenuare l’ansia e favorire la tranquillità durante il travaglio. Anche l’ascolto della musica si rivela utile in sala parto per la capacità di modulazione delle risposte al dolore e il contribuire ad aumentare la tolleranza al dolore riducendone l’intensità.

Le tecniche di distrazione (nelle quali rientrano anche quelle che utilizzano i dispositivi di realtà virtuale VR) hanno la capacità di tenere occupata la mente riducendo l’effetto del dolore sul sistema nervoso centrale e sui neurotrasmettitori.

Approcci complementari e alternativi

Nonostante alcune diffidenze il ricorso a questi metodi è ampiamente diffuso e parallelamente è cresciuta anche l’attenzione accademica sulla loro efficacia. L’ipnosi, per esempio, rilassa e distoglie l’attenzione dalla sensazione del dolore così come la meditazione, la preghiera e la pratica di alcuni atti e riti religiosi.

La danza unisce i benefici della musica a quelli fisici dello stare in posizione eretta alternando diversi movimenti. L’aromaterapia (sia in termini di diffusione nell’aria di odori e profumi che si applicazione tramite massaggio o bagno caldo) ha la capacità di aumentare la produzione di sostanze endogene che alleviano lo stress, stimolare il sistema limbico per il rilascio di serotonina ed endorfine e in alcuni casi ottenere effetti antidolorifici diretti.

Grande importanza va anche rivolta alla terapia di supporto. Rientrano in questo ambito il supporto emotivo che riduce lo stress e l’ansia fornendo rassicurazione ed empatia ma anche il supporto all’autonomia nel processo decisionale delle donne in sala parto.

I vantaggi e i benefici

Fornire sollievo dal dolore durante il travaglio, spiega questo studio, è un diritto umano fondamentale capace di portare benefici sia alla madre che al feto. Uno studio pubblicato dall’American Journal of Obstetrics & Gynecology riporta come in tutto il mondo circa il 73% delle donne utilizza una tecnica di analgesia dolce riferendo di un effetto positivo nell’esperienza del parto. Le più utilizzate sono:

  • tecniche di respirazione (48%);
  • cambiamenti nella posizione (40%);
  • tecniche manuali (22%);
  • strategie mentali (21%).

Questi dati vanno contestualizzati con l’assenza di evidenze scientifiche a supporto dell’efficacia della cosiddetta medicina complementare e alternativa come metodo analgesico cui ricorrere durante il parto. Viene però riconosciuto come l’elevata soddisfazione delle partorienti e gli scarsi esiti avversi associati ha portato numerose società professionali (tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità) a riconoscere l’utilità di questi metodi.

C’è poi un crescente numero di ricerche che dimostra come il supporto continuo al travaglio riduce sostanzialmente gli interventi medici.

L’analgesia dolce è spesso vista come un’alternativa a quella farmacologica, ma in realtà le due opzioni possono essere considerate complementari. Inoltre l’analgesia dolce può essere un’alternativa per le donne che non possono accedere ai metodi farmacologici così come per quelle che, per precedenti esperienze negative o scelte personali, non vogliono ricorrere ai metodi farmacologici.

Tra i principali vantaggi c’è l’assenza dei tipici effetti collaterali dei metodi farmacologici (che richiedono iniezioni e il posizionamento di un piccolo catetere) e soprattutto la capacità di offrire alle donne un maggiore controllo e consapevolezza di ciò che avviene nel proprio corpo durante il travaglio e il parto.

Inoltre i metodi di analgesia dolce sono tutti immediatamente reversibili e assicurano un recupero più rapido.

I limiti e le controindicazioni

Nonostante non siano metodi farmacologici, le tecniche di analgesia dolce non sono esenti da rischi e controindicazioni. Tra queste segnaliamo come l’efficacia di questi metodi sia molto soggettiva e diverse partorienti potrebbero non ottenere sufficiente sollievo.

Entrando più nello specifico dei metodi di analgesia dolce, è utile ricordare come il massaggio possa causare dolore, l’uso di prodotti (oli, lozioni, eccetera) determinare reazioni allergiche, mentre c’è il rischio di ustioni e ipotermia, rossori e irritazioni nella terapia del caldo e del freddo.

Il parto in acqua aumenta il rischio di infezioni, mentre le tecniche di respirazione possono dare iperventilazione che può portare vertigini, stordimento, svenimento e un battito cardiaco accelerato che può a sua volta essere responsabile di stress ed esaurimento materno.

Va anche considerato come nelle gravidanze ad alto rischio le tecniche di rilassamento possono avere un’efficacia limitata, mentre le tecniche di distrazione possono ridurre la consapevolezza rendendo difficile la comunicazione con il personale sanitario.

Va quindi evitata una contrapposizione per cui l’analgesia dolce è sana, naturale (con tutte quello che questo termine non voglia dire) e positiva, mentre la farmacologia un qualcosa di artificiale, negativo e da evitare il più possibile. È indispensabile che il processo di consapevolezza della partoriente inizi prima dell’ingresso in sala parto, così che le sue decisioni possano essere libere e non condizionate dalle esperienze del momento. In questo senso, quindi, è molto utile informarsi per tempo nella scelta della struttura dove partorire, dando importanza anche al tipo di tecniche di analgesia disponibili.

Ed è, infine, dovere dei medici e del personale medico che le partorienti vengano assistite durante tutto il percorso che porta alla nascita anche fornendo loro tutte le informazioni necessarie per permettere loro di scegliere cosa fare (e cosa non fare) in sala parto.

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