Secondo uno studio della Stanford University School of Medicine, sarà possibile stabilire con un semplice campione di sangue quando la donna inizierà il travaglio.

Per la prima volta, un team di ricercatori scientifici ha analizzato, attraverso i segnali immunitari e biologici ricercati nei marcatori del sangue, il tempo in cui la donna incinta entrerà in fase di travaglio. Uno studio rivoluzionario che permetterebbe, tra un paio di anni, di prevedere l’inizio del travaglio in gravidanze sane.

Travaglio, è possibile stabilire quando inizierà attraverso un campione di sangue, lo studio

Lo studio clinico ha seguito un campione di 63 donne in dolce attesa nell’ultimo trimestre di gravidanza (100 giorni in totale).

Le future mamme si sono sottoposte al prelievo di campioni di sangue 2 o 3 volte prima della data presunta del parto. Tutte le 63 donne sono entrate in travaglio spontaneamente, il che significa che a nessuna di loro è stato indotto il parto.

Ogni campione di sangue è stato analizzato per 7.142 caratteristiche immunitarie metaboliche, proteiche e unicellulari. I dati sono stati tracciati rispetto al numero di giorni prima del travaglio in cui ciascun campione di sangue era stato prelevato, assicurando che l’analisi fosse sensibile ai segnali di travaglio imminente, al contrario dei segnali legati principalmente alla durata della gravidanza o alla crescita del bambino.

Tramite modelli matematici, il team di ricercatori ha identificato, quali fossero le caratteristiche del sangue che indicavano meglio l‘inizio del travaglio nelle 63 donne:

  • 58 di esse hanno partorito dopo il termine della gravidanza;
  • 5 donne hanno partorito dopo un travaglio pre-termine spontaneo.

Lo studio che indica quando sarà possibile stabilire l’inizio del travaglio

Lo studio, pubblicato online su Science Translational Medicine, pone la sua attenzione sul travaglio e, specificamente, su quando esso inizierà. Un processo biologico che fino ad ora è apparso sempre come un mistero. La ricerca si fonda sui risultati di un semplice esame del sangue clinico che potrebbe stabilire e prevedere nelle donne in dolce attesa, il tempo quasi esatto in cui entreranno in travaglio.

Ad oggi, le stime risultano ancora imprecise, il margine che segna la data del parto varia da tre settimane prima a due settimane dopo. Questo metodo, permetterebbe di restringere il lasso di tempo in modo da valutare con maggiore precisione proprio i giorni esatti dell’inizio del travaglio.

I ricercatori si aspettano che con ulteriori studi e quando la tecnica risulterà maggiormente perfezionata, il tempo che indicherà l’avvicinarsi del parto diventerà ancora più preciso.

La Dott.ssa Stelzer, autrice principale della ricerca e studiosa post-dottorato in anestesiologia, perioperatoria e medicina del dolore presso l’Università di Stanford, ha specificato:

Abbiamo riscontrato una transizione dalla fase di “progressione della gravidanza” a una fase “pre-parto” che avviene da due a quattro settimane prima che la mamma inizi il travaglio. Inoltre, abbiamo identificato un nuovo modo di utilizzare il sangue materno per prevedere quando una madre andrà in travaglio. Questa previsione è indipendente dalla durata della gravidanza.

I ricercatori hanno spiegato che il passaggio da una gravidanza in corso alla fase pre-parto è stato riscontrato sia nelle donne che hanno avuto gravidanze a termine sia in coloro le quali hanno avuto un parto prematuro.

Si è rilevato che il passaggio alla biologia materna prima del parto è caratterizzato da cambiamenti nei livelli di ormoni steroidei, ovvero che controllano la coagulazione del sangue, la crescita dei vasi sanguigni e i segnali di regolazione immunitaria. La coautrice dello studio, la Dott.ssa Virginia Winn, professore associato di ostetricia e ginecologia presso l’Università di Stanford, ha dichiarato:

Il corpo e la fisiologia della mamma iniziano a cambiare circa 3 settimane prima dell’inizio effettivo del travaglio. Non è un singolo interruttore; c’è questa preparazione che il corpo deve attraversare.

Inizio del travaglio: come preparare la madre e il bambino

Dallo studio si può stabilire, quindi, anche come preparare la futura mamma e il bimbo che deve nascere in anticipo. A tal riguardo, il Dott. Brice Gaudilliere, autore senior dello studio e professore associato di anestesiologia, medicina perioperatoria e del dolore, ha spiegato:

I medici sono bravi a stimare l’età gestazionale, che misura lo sviluppo e la lunghezza del feto. Ma c’è una disconnessione tra questo momento e l’inizio del travaglio, perché se il bambino è pronto è solo uno dei fattori dell’inizio del travaglio. L’altra parte dell’equazione è la madre.

Mediamente, oggi, i medici sanno che una donna in gravidanza partorisce intorno la 40esima settimana di gestazione ma può entrare in travaglio in un lasso di tempo che va  dalla 37esima settimana alla 42esima. Questo scarto tempistico è ritenuto normale ma avere una previsione molto più dettagliata di quando nascerà il neonato potrebbe essere utile per due ragioni:

  • mediche: aiuterebbe, per esempio, i medici a capire se una donna con contrazioni pre-termine è nella fase di pre-parto e dunque decidere se somministrare o meno ormoni steroidei, per far maturare i polmoni del feto, in un parto prematuro;
  • pianificazione del parto da parte della donna.

Lo studio rientra nelle scoperte sulla biologia della gravidanza emerse dal Prematurity Research Center di Stanford.

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