
Rispetto a cinquant'anni fa il fenomeno dell'obesità infantile è triplicato. Una vera e propria emergenza (non solo alimentare) di cui è necessa...
Il nostro Paese è ai primi posti nel nuovo rapporto “COSI” (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): alcune abitudini devono essere cambiate.
Sovrappeso e obesità infantile rappresentano un problema che coinvolge gran parte dei Paesi europei ed è una conseguenza di uno stile di vita errato che può avere effetti anche sulla salute da non sottovalutare. La situazione riguarda il 29% dei bambini tra 7 e 9 anni, con differenze che possono variare: l’Italia risulta essere al quarto posto in questa graduatoria (nell’ultimo rilievo era al terzo). Se si considera invece la sola obesità, il nostro Paese si colloca al secondo posto.
Un miglioramento sembra quindi esserci, ma non può essere ancora considerato sufficiente, prima di noi ci sono solo Cipro, Grecia e Spagna.
A metterlo in evidenza è il nuovo rapporto COSI (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I risultati sono emersi prendendo in considerazione quasi 411.000 bambini di età compresa tra 6 e 9 anni.
A influire su questo trend sono anche alcuni comportamenti adottati dai più piccoli: molti, infatti, vanno a scuola in macchina (è il 67% dei casi, rispetto alla media europea pari al 50%). A questo si aggiunge la vita sedentaria di diversi bimbi: da noi il 72% trascorre almeno due ore al giorno davanti alla Tv.
Cosa si potrebbe fare quindi concretamente per ridurre sovrappeso e obesità infantile? Un passo avanti potrebbe arrivare modificando alcune piccole abitudini, come ha sottolineato la Presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano: “Noi pediatri incoraggiamo i genitori o chi si prende cura dei bambini ad andare a piedi a scuola, tutte le volte che è possibile farlo. Muoversi a piedi nel quartiere, nel proprio Paese, nella propria zona di riferimento, inoltre, favorisce le relazioni tra pari e anche questa è una cosa positiva. Sugli schermi vorrei ricordare i contenuti di una raccomandazione che la Sip ha emanato nel 2018, ossia evitare smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire, limitarne l’uso a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. L’altra sottolineatura è poi no al cellulare ‘pacificatore’ o ‘baby-sitter’ dei piccoli, si invece all’utilizzazione di applicazioni di qualità insieme ai genitori”.
Rispetto a cinquant'anni fa il fenomeno dell'obesità infantile è triplicato. Una vera e propria emergenza (non solo alimentare) di cui è necessa...
Si dovrebbe inoltre dare un’attenzione maggiore all’alimentazione, riducendo al minimo il consumo di quello che viene definito junk food: “La semplicità e i pasti cucinati a casa, specie con un’importante componente vegetale che apporta ad esempio il giusto contenuto di fibre, sono invece la strategia anti-obesità migliore – ha detto ancora Staiano -. Questo vale anche per la colazione: meno brioche e merendine industriali, o succhi di frutta comprati, che è meglio sostituire con una spremuta o estratto di frutta senza zuccheri aggiunti”.
Solo il 69,6% dei bambini italiani fa colazione con cadenza giornaliera (la media europea è del 75%), pasto che viene trascurato soprattutto per la fretta e la mancanza di appetito. Solo il 50% consuma frutta fresca con cadenza quotidiana, mentre va ancora peggio con la verdura (31%), alimenti che non dovrebbero invece mai mancare soprattutto in fase di crescita.
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