La preeclampsia è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita della donna. Nello specifico si tratta di una complicanza legata alla gravidanza, e caratterizzata da ipertensione e danni ad altri organi, come fegato e reni. La preeclampsia di solito si manifesta dopo la 20° settimana nelle donne la cui pressione sanguigna è a livelli nella norma.

I rischi sono noti da secoli, ma non c’è ancora una cura e, soprattutto, la mancanza di consapevolezza rimane un problema ancora molto presente. Infatti, sebbene 1 gravidanza su 12 sia affetta da preeclampsia, molte donne in dolce attesa non hanno mai sentito parlare di questa malattia.

Preeclampsia: l’importanza della diagnosi precoce

La diagnosi precoce anche in questo caso può salvare la vita, poiché tale condizione si manifesta in modo asintomatico. Una volta che compaiono i primi segnali, l’unico modo per bloccare eventuali complicazioni, come l’insufficienza epatica e renale o addirittura la morte, è quello di far nascere il bambino, anche se prematuro.

Le cause della preeclampsia sono ancora oggi non del tutto note, i medici pensano possa essere causata da alterazioni nello sviluppo della placenta e dei vasi sanguigni. Tra gli altri fattori in grado di aumentare il rischio segnaliamo:

  • genetica
  • diabete gestazionale
  • obesità
  • problemi ai reni
  • ipertensione già presente 

Uno studio ha mostrato che i disturbi ipertensivi della gravidanza sono aumentati negli ultimi 30 anni. La ricerca pubblicata su BMC Pregnancy and Childbirth ha anche affermato che la maggior parte dei decessi si verifica in ambienti a basso reddito, in cui i medici affermano che il bilancio è probabilmente più alto di quanto riportato.

Secondo un altro studio pubblicato sul Journal of Family Medicine and Primary Care si stima che circa 76.000 donne e 500.000 bambini muoiano ogni anno a causa di condizioni di gravidanza ipertensive, come la preeclampsia e l’eclampsia, una complicanza rara. L’eclampsia può svilupparsi se la preeclampsia non viene rilevata, e può causare a sua volta convulsioni potenzialmente fatali.

Sarah Kilpatrick, ostetrica-ginecologa specializzata in preeclampsia presso l’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles, afferma che educare le donne è fondamentale.

“La parte difficile per le donne è che molte volte si sentono bene e, quindi, nemmeno credono di avere qualcosa come la preeclampsia”.

Secondo l’American Heart Association negli Stati Uniti la preeclampsia colpisce in modo sproporzionato le donne di colore. Il motivo? A causa di una maggiore prevalenza di fattori di rischio come diabete, obesità e stress.

Il primo test diagnostico al mondo, sviluppato dagli specialisti Ananth Karumanchi e Ravi Thadhani collegando i livelli di due proteine ​​all’insorgenza del disturbo, è disponibile in Europa da un decennio. Come funziona? Non solo rileva la preeclampsia con un campione di sangue, ma utilizza l’intelligenza artificiale per fornire un lasso di tempo per un parto sicuro consentendo al feto di svilupparsi.

Il grande sogno di medici e ricercatori è riuscire a raggiungere chiunque abbia bisogno di questo test in ogni parte del mondo, poiché anche dopo il travaglio e la nascita del bambino i malati di preeclampsia non sono sempre fuori pericolo. Infatti, circa 1 donna su 10 ha necessità di continuare a prendere farmaci antipertensivi anche dopo il parto.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Patologie in gravidanza