Dopo l’aumento delle polmoniti tra i bambini in Cina, che ha spinto l’OMS ha richiedere indagini approfondite su quanto si sta verificando, un picco anomalo si è recentemente registrato anche in Francia.

A studiare il fenomeno sono stati alcuni esperti di biosicurezza e ricercatori, che in un’analisi pubblicata sul network The Conversation hanno provato a fare chiarezza su una serie di domande che preoccupano il grande pubblico. Apprensione comprensibile se consideriamo che, nelle parole degli autori stessi, “L’ultima volta che abbiamo sentito parlare di una misteriosa epidemia respiratoria che ha portato a un sovraffollamento degli ospedali è stato all’inizio della pandemia di Covid”. Ma vediamo cosa sappiamo finora e perché questa non sarebbe una nuova pandemia.

Ad essere incriminato è il batterio Mycoplasma pneumoniae, che dal mese di giugno sta causando un aumento di malattie respiratorie in Cina: il patogeno in questione può portare a quella che viene chiamata polmonite ambulante, che si verifica quando la radiografia del torace appare peggiore di quanto non appaia il paziente. In base a quanto studiato, pare che il batterio abbia un livello elevato di resistenza agli antibiotici, il che potrebbe essere la causa del numero elevato di ricoveri ospedalieri.

Ma vi sono poi altri patogeni da tenere in considerazione. Il secondo ad essersi diffuso in questo periodo è, ad esempio, l’influenza: scesa a livelli molto bassi durante i primi due anni di Covid, grazie all’uso di dispositivi di protezione individuale, le infezioni hanno visto ora un nuovo picco.

Il terzo è il virus respiratorio sinciziale (Rsv), anch’esso quasi scomparso nei primi due anni di pandemia e ora ritornato a circolare, che può assumere forme gravi nei bambini. Vi è poi l’adenovirus, che può causare una malattia simil-influenzale, oltre a gastroenterite. Inoltre, anche il Covid-19 può aver apportato il suo contributo: sebbene possa causare polmonite, anche se in misura inferiore nei bambini, alcune ricerche suggeriscono che il virus possa provocare una disfunzione immunitaria, il che potrebbe spiegare l’aumento di altre infezioni. La coinfezione tra quest’ultimo e il Mycoplasma, inoltre, è molto comune e può comportare complicazioni più gravi.

Secondo gli autori dello studio, però, non siamo di fronte a una nuova pandemia: nonostante la Cina stia sperimentando più malattie respiratorie del previsto, non è stata identificata una singola causa nota per questo aumento, ma diverse. Ecco le parole degli autori dello studio:

Non vi è alcuna indicazione che l’attuale situazione in Cina sia una nuova pandemia, ma dovremmo sempre identificare e prestare attenzione ai cluster di polmonite non diagnosticati. I sistemi di allerta precoce ci offrono le migliori possibilità di prevenire la prossima pandemia.

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, rassicura inoltre sui contagi in Francia, sostenendo che non ci sia nessun allarme, anche se bisogna prestare “attenzione a livello istituzionale, nazionale e internazionale”, riporta SkyTG24.

È necessaria una sorveglianza che sia sistematica. Il Covid ci ha allenato a questo e ha aiutato a rafforzare questi sistemi. Manteniamo alti i livelli per non farci trovare mai impreparati.

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