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Bambini iperattivi e con disturbi del comportamento: un ampio studio ha trovato una correlazione con l'assunzione di paracetamolo durante la gravidanza.
Assumere paracetamolo durante la gravidanza può avere effetti negativi sul comportamento del bambino. Lo sostiene uno studio pubblicato sulla rivista Paediatric and Perinatal Epidemiology e condotto dai ricercatori dell’Università di Bristol.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno preso in esame una ricerca che ha interessato oltre 14mila donne incinte tra il 1991 e il 1992.
In particolare, i dati riguardavano donne tra la 18^ e la 32^ settimana di gravidanza: il 43,9% di loro ha dichiarato di avere preso paracetamolo nei mesi di gravidanza precedenti. A questi si sono aggiunti i dati relativi ai test scolastici dei loro figli.
Analizzando i dati dei questionari somministrati alle donne che hanno partecipato all’Avon longitudinal study of parents and children (ALSPAC), i ricercatori hanno visto come i figli delle donne che hanno assunto paracetamolo (utilizzato di routine in caso di febbre o dolori e considerato tra i farmaci sicuri anche in gravidanza) mostravano maggiore iperattività e problemi di concentrazione.
È vero che non è implicato in gravi malformazioni, ma ci sono prove consistenti del fatto che le donne che assumono paracetamolo in gravidanza manifestino un rischio maggiore che il loro bambino sviluppi forme di asma. In aggiunta a questo ci sono prove anche del fatto che l’esposizione prenatale a questo farmaco aumenti il rischio di iperattività nell’infanzia e diagnosi di ADHD.
I ricercatori hanno concluso infatti che il paracetamolo, se assunto dalla metà alla fine della gravidanza “ha un effetto negativo sui risultati neurocognitivi del bambino, soprattutto durante il periodo prescolastico”.
I risultati, sottolineano i ricercatori, vanno confermati da ulteriori analisi, per osservare eventuali effetti su bambini più grandi e sugli adulti. Il consiglio intanto è sempre quello di non assumere farmaci in gravidanza se non dietro consiglio medico, di evitare quando possibile l’assunzione di paracetamolo o antidolorifici per periodi protratti e di ridurne il più possibile la dose.
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