Dopo i casi di epatite virale acuta, adesso si parla di Orthopoxvirus ossia il virus del vaiolo delle scimmie. Si tratta di un virus diverso da quello del vaiolo umano, anche se entrambi hanno caratteristiche antigeniche molto simili.

Come riportato sul sito della Società italiana di pediatria (Sip) non si tratta di un virus mutato, bensì un virus con proprie caratteristiche genetiche simili a quelle del vaiolo umano.

La malattia ha un decorso blando, ma i bambini e gli immunodepressi hanno un rischio maggiore di sviluppare una sintomatologia più grave.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

I sintomi sono molto simili al vaiolo umano; infatti, dopo l’incubazione che va da 6 a 16 giorni, si possono presentare:

  • febbre
  • cefalea
  • dolori muscolari
  • linfonodi ingrossati
  • senso di spossatezza
  • brividi

Dopo la comparsa di questi sintomi si presenta un’eruzione cutanea con vescicole o pustole sia sul volto sia sul palmo delle mani sui piedi e genitali.

Trasmissione del virus

I casi al momento segnalati sono di persone provenienti da regioni africane, dove la malattia è epidemica, per questo i ricercatori suppongono che molti di questi si siano verificati per contatto diretto da uomo a uomo.

Il virus del vaiolo delle scimmie può essere trasmesso dagli animali all’uomo attraverso morsi o graffi. Da uomo a uomo l’infezione si trasmette attraverso il contatto con fluidi corporei e secrezioni, con goccioline respiratorie, venendo a contatto con lesioni o liquidi corporei; per tale ragione, si sospetta la possibile trasmissione anche per via sessuale.

Di conseguenza, gli esperti della Sip affermano che:

Il rischio di trasmissione nei bambini sembra inferiore, specie se viene confermato che una parte dei casi diagnosticati nell’uomo derivano da contatti sessuali.

Per quanto riguarda il vaccino del vaiolo usato fino a circa 40 anni fa sul sito della Sip si legge:

L’uso del vaccino del vaiolo non sarebbe raccomandabile. Utilizzabili potrebbero essere i vaccini antivaiolo di seconda e terza generazione, più attenuati e non replicanti, che vengono usati nei soggetti che lavorano a contatto con gli Orthopoxvirus negli Istituti di ricerca. Studi ulteriori sulla attuale epidemia e sulle caratteristiche del virus sono, tuttavia, necessari per prendere qualsiasi decisione in merito.

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