Dopo Verona, anche a Milano arriva la mozione anti-aborto. L’intero centrodestra, riunitosi martedì in Consiglio comunale, ha sostenuto la mozione presentata dal consigliere di Forza Italia Luigi Amicone, con la firma di Milano Popolare, Lega e Stefano Parisi. Data la contrarietà del capogruppo del Pd, la proposta verrà discussa più avanti.

Il testo della mozione contesta la legge 194, che non avrebbe limitato il ricorso all’aborto clandestino ma anzi ne avrebbe fomentato l’utilizzo come metodo contraccettivo. La proposta di legge ricalca pedissequamente i punti salienti della discussa mozione approvata dal Comune di Verona il 5 ottobre e presentata da Fratelli d’Italia anche a Roma e Ferrara:

Gli aborti legali dal 1978 ad oggi sono 6 milioni, senza contare le ‘uccisioni nascoste’ prodotte dalle pillole abortive e dall’eliminazione degli embrioni umani sacrificati nelle pratiche di procreazione medicalmente assistita. – si legge nel testo – Le statistiche sull’aborto mostrano un leggero calo negli anni, ma non tengono conto delle varie pillole abortive: manca all’appello una popolazione di 6 milioni di bambini, che avrebbero impedito il sorgere dell’attuale crisi demografica.

La mozione vuole promuovere il capoluogo lombardo come “città per la vita” e chiede di stanziare “congrui finanziamenti a istituzioni, associazioni e gruppi che sostengono concretamente politiche a favore della famiglia e della vita”, oltre ad “approfondire con adeguate iniziative di informazione e sensibilizzazione gli effetti sociali e culturali prodotti dalla legge 194e a “sostenere il volontariato che viene spesso ostacolato nella sua opera per far conoscere alle donne le possibilità alternative all’aborto”.

La posizione del Pd è stata espressa con forza dalla consigliera Diana De Marchi che ha parlato a Repubblica di “grave provocazione”:

Noi del Pd siamo tutti compatti per difendere questa legge che tutela le donne e la maternità consapevole di donne e uomini. Per altro il Cav (Centro aiuto alla vita, ndr) esiste già ed è già sostenuto, inoltre l’aiuto che danno questi centri dura un anno non una vita, com’è necessario quando si fa un figlio. Quel che bisogna fare è difendere la contraccezione gratuita nei consultori, perché tutte le persone abbiano gli strumenti giusti per decidere eventualmente quando avere un bambino.

Quanto ad Amicone, ha spiegato, continua Repubblica, di aver ideato la mozione in seguito ad un comizio di Grillo, facendo in parte copia-incolla dalla mozione veronese ma partendo dal presupposto che a Milano esiste già una commissione al lavoro sul tema: “Una cosa che qui da noi si fa già, per l’alleanza uomo donna, per la maternità, per i bambini e per la famiglia, in un mondo morto, una società vecchia, dove si prende il cane invece che fare un bambino. Basta dividersi fra bigotti e sinistri, ritroviamo una visione della vita, partendo dalla realtà di fatto di questo Paese che non fa più figli e non ha futuro”.

In realtà, come sottolineano i dati del Ministero della Salute, gli aborti sono in calo costante.

L’approvazione dalla mozione anti-aborto a Verona aveva suscitato aspre polemiche nelle associazioni femministe come “Non una di meno”. Quest’ultima ha organizzato manifestazioni di protesta in molte città, ultima Roma, dove le attiviste hanno picchettato il Campidoglio contro la proposta che verrà discussa nei prossimo giorni dal Consiglio comunale.

Forti rotture in seguito alla proposta sono maturate anche nel mondo politico, dopo che la capogruppo del Pd Carla Padovani si era espressa a favore della mozione anti-aborto approvata a Verona tra l’indignazione dei colleghi di partito, che ne hanno chiesto a gran voce le dimissioni.

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