Almeno 12 settimane di congedo parentale retribuito per tutti i dipendenti delle aziende che lavorano per Microsoft. L’annuncio è stato dato dal vicepresidente della società, Dev Stahlkopf, in un post pubblicato sul sito della compagnia.

L’obiettivo, spiega il vicepresidente, è di estendere quello che dal 2020 sarà un diritto stabilito dalla legge solo per lo stato di Washington anche alle aziende che si trovano al di fuori dei confini in cui la legge entrerà in vigore, garantendo di fatto a tutti i dipendenti delle realtà che lavorano per Microsoft negli Stati Uniti di godere del congedo retribuito.

Abbiamo deciso di applicare la legge sul congedo parentale a più ampio raggio e di non aspettare il 2020. Sappiamo che questo annuncio arriva nel mezzo di un dialogo aperto circa l’importanza del congedo parentale retribuito. Gli studi mostrano che il congedo pagato arricchisce la vita delle famiglie. Le donne che hanno la maternità retribuita sono più portate ad essere ancora all’interno del modo del lavoro un anno più tardi, e guadagnano di più rispetto alle madri che non usufruiscono del congedo pagato. I datori di lavoro che offrono tale possibilità alle neomamme vedono aumentare la propria produttività.

Legato al tema dei diritti delle donne, spesso non garantiti al punto che molte neomamme si trovano costrette a lasciare il lavoro perché viene loro negata la possibilità di usufruire di un part time o perché demansionate nel momento in cui rientrano al lavoro, c’è quello delle differenze di trattamento rispetto agli uomini: in questo senso la volontà di Microsoft è di dare il proprio contributo affinché anche i neopapà possano assumersi responsabilità pari a quelle delle loro compagne nella crescita dei figli.

Il congedo parentale non è un beneficio solo per le donne. I numeri del programma del congedo parentale in California mostrano che gli uomini usufruiscono del congedo due volte di più e per periodi più lunghi quando è pagato. Questo consente di rafforzare il legame con i figli, e il tempo passato ad occuparsi dei bambini piccoli dà effetti positivi, come ad esempio risultati migliori ottenuti dai bambini stessi. In aggiunta, quando uomini e donne hanno l’opportunità di usufruire del congedo parentale, questo può aiutare a contrastare gli stereotipi di genere sulla cura della famiglia, a neutralizzare i pregiudizi e a promuovere equità a casa e sul posto di lavoro.

Nonostante i risultati positivi sia per le famiglie che per i datori di lavoro siano evidenti, conclude il post, “solo il 13% dei lavoratori del settore privato negli Stati Uniti può godere del congedo parentale“: da qui l’appello a una maggiore sensibilità sul tema della famiglia e dei diritti riguardo la maternità, e la paternità, dei lavoratori.

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Pur se con numeri diversi, anche l’Italia, come sostiene l’ultimo report di Save the Children, soffre la mancanza di politiche efficaci a sostegno della maternità: il congedo di maternità oggi prevede l’astensione dal lavoro da due mesi prima del parto a tre mesi dopo la nascita del bambino, e, in aggiunta, è possibile richiedere il congedo facoltativo, per un massimo di 6 mesi, al 30% dello stipendio totale.

Per i neopapà è previsto, a partire dal 1 gennaio di quest’anno, un congedo di quattro giorni entro i primi 5 mesi di vita del bambino (fruibili anche in modo non continuativo). Il congedo facoltativo prevede invece di poter usufruire di un giorno in più, che viene “ceduto” però dalla mamma, che rinuncia a uno dei proprio giorni di congedo di maternità.

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