
Sono state introdotte delle nuove misure di sostegno alle famiglie: la retribuzione del nuovo congedo parentale passa dal 30 all’80%, fino ai sei...
La relazione annuale del 2022 pubblicata dalla Banca d’Italia mette in luce il divario retributivo tra le madri lavoratrici e le colleghe senza figli, evidenziando un aumento della disparità occupazionale di genere.
Secondo la relazione annuale del 2022 della Banca d’Italia, a 15 anni dalla nascita di un figlio, le madri lavoratrici guadagnano circa la metà dello stipendio delle colleghe che non hanno mai avuto bambini. I dati raccolti nel corso dell’indagine hanno dimostrato che, a parità di competenze e reddito iniziale, le donne che intraprendono la strada della maternità avranno degli effetti negativi sulla propria retribuzione. Le cause sono molteplici e fanno riferimento alla necessità di diminuire il monte ore settimanale, passando a un tipo di contratto part–time per dedicare più tempo alla cura dei figli.
Secondo Bankitalia, le cause principali di questo fenomeno sarebbero riconducibili alla mancanza di servizi per l’infanzia: infatti, in quelle regioni italiane dove i sostegni erogati alle famiglie risultano carenti, gli effetti negativi della maternità sullo stipendio di una donna sono maggiori. Inoltre, alcune delle statistiche registrate tra il 1990 e il 2018, hanno evidenziato che, rispetto alle lavoratrici senza figli, la probabilità di perdere il lavoro dopo due anni dall’inizio della maternità, è quasi raddoppiata.
Intero capitolo della Relazione annuale di @bancaditalia su donne e mercato del lavoro. E il 22 giugno ne parliamo in una conferenza dedicata. Programma disponibile a breve (Francesca Carta @martadph @LRizzica )https://t.co/PdIiFNL0c8 pic.twitter.com/5pD5Q22F6o
— Eliana Viviano (@eliana_viviano) May 31, 2023
Nel 2022 il tasso di occupazione femminile era inferiore a 18 punti percentuali rispetto a quello maschile; inoltre, le donne occupate hanno più di frequente impieghi di tipo temporaneo e part-time, anche se una lavoratrice a tempo parziale su due sarebbe disponibile a lavorare a tempo pieno. La minore quantità di lavoro, insieme a retribuzioni orarie più basse, si traduce in redditi annuali inferiori a quelli degli uomini.
Sono state introdotte delle nuove misure di sostegno alle famiglie: la retribuzione del nuovo congedo parentale passa dal 30 all’80%, fino ai sei...
Ognuno di questi fattori, come riportato nel documento, incide ulteriormente sulle disparità di genere: gli uomini, infatti, registrano un tasso occupazionale molto più alto delle donne, un divario che cresce notevolmente proprio nel periodo in cui nasce il primo figlio (in media, intorno ai 32 anni). Inoltre, rispetto ai papà, le mamme con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, dedicano circa quattro ore in più alla cura dei bambini, rinunciando a un numero di ore lavorative decisamente elevato.