Da una ricerca statunitense dell’Università di Denver, in Colorado, è emerso che lo svezzamento tardivo o troppo precoce dei bimbi, li espone al rischio di sviluppare diabete di tipo 1.

Per i neonati la “finestra sicura” è tra i 4 e i 5 mesi. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics, gli scienziati spiegano che lo svezzamento precoce, prima dei 4 mesi, raddoppia il rischio di sviluppare la malattia autoimmune, mentre quello tardivo triplica questa possibilità.

Per minimizzare al massimo il rischio di sviluppare diabete di tipo 1, è necessario intervallare l’introduzione di cibi solidi, come la frutta, con l’allattamento al seno.

Lo stesso studio ha mostrato che mangiare frutta precocemente aumenta del 2,23% il rischio che il piccolo sviluppi diabete di tipo 1, mentre l’introduzione tardiva di riso o avena nella dieta fa aumentare la percentuale di rischio del 2,88%.

Il rischio pare leggermente ridotto se l’allattamento è associato all’alimentazione a base di grano o orzo.

Lo studio, che riguarda soprattutto bambini con predisposizione genetica verso la malattia (perché magari uno dei genitori o dei nonni soffre già di questa patologia), necessita di ulteriori approfondimenti. Sulla popolazione generale vale la regola dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che prevede l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi.

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