Secondo una ricerca pubblicata su The Journal of Pediatricsleggere ai bambini migliora il loro vocabolario. Queste, le considerazioni ultime dello studio che si pone l’obiettivo di capire come il cervello del bambino in età pediatrica sia favorito dalla condivisione delle lettura da parte dei genitori.

Tale condivisione può accrescere e sviluppare abilità linguistiche importanti anche per quei bambini che geneticamente possono essere vulnerabili alle barriere nell’apprendimento, nell’attenzione e nello sviluppo del comportamento.

Leggere ai bambini migliora il loro vocabolario, lo studio

Il Dott.Manuel Jimenez, pediatra dello sviluppo e assistente professore di pediatria e medicina di famiglia e salute della comunità presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School, e autore senior dello studio sviluppato, ha affermato:

La lettura condivisa tra genitori e bambini molto piccoli, compresi i neonati, è associata a maggiori capacità di vocabolario per quasi tutti i bambini entro i 3 anni.

In un ambiente favorevole, anche i bambini che possono essere geneticamente a rischio, fanno altrettanto bene dei loro coetanei.

Il gruppo di bambini scelti per lo studio (5.000) sono stati testati nell’ambito del Fragile Families and Child Wellbeing Study tra il 1998 e il 2000. Questo studio ha esaminato lo sviluppo dei bambini nati da famiglie non sposate che erano a maggior rischio di vivere in povertà.

I ricercatori hanno, dunque, esaminato le risposte dei bambini alla lettura condivisa in base alle caratteristiche genetiche. Successivamente, utilizzando i dati dello studio, si sono valutate le differenze nello sviluppo delle abilità del vocabolario in base alle differenze genetiche in due sistemi di neurotrasmettitori che hanno implicazioni in 3 diversi ambiti:

  • sviluppo dell’apprendimento;
  • memoria;
  • controllo degli impulsi.

I risultati dello studio sulla lettura condivisa

Dai dati emersi dallo studio, il team di ricerca è giunto alla conclusione che la lettura condivisa con i bambini di 1 anno era associata a punteggi più alti del vocabolario in una valutazione standardizzata all’età di 3 anni.

I bambini con variazioni genetiche a rischio sono andati altrettanto bene in riferimento ai loro coetanei nella valutazione solo quando la lettura condivisa è stata condotta all’età di 1 anno. Mentre, i bambini a rischio che non sono stati esposti alla lettura condivisa hanno ottenuto una valutazione negativa sullo sviluppo del loro vocabolario linguistico. Il Dott. Jimenez, in merito ai risultati ha chiarito:

Abbiamo scoperto che leggere con bambini molto piccoli può essere piuttosto potente e fa davvero la differenza nello sviluppo di un bambino, in particolare con i bambini che potrebbero essere vulnerabili a ritardi nello sviluppo.

Solo ora gli scienziati stanno iniziando a comprendere come i geni influenzino i comportamenti complessi e come la scienza possa essere applicata per migliorare la vita attraverso la cura dei pazienti.

La ricerca, dunque, evidenzia l’importanza di un ambiente positivo dato da un rapporto genitori-figli sano. Questo contatto diretto porta alla sua diretta correlazione con lo sviluppo positivo del bambino, anche quando un bambino è soggetto a difficoltà nell’apprendimento e nel comportamento.

In ultimo, il Dott.Daniel Notterman, pediatra, professore di biologia molecolare e co-investigatore dello studio Fragile Families presso la Princeton University, professore clinico di pediatria presso la Robert Wood Johnson Medical School e coautore dello studio, ha concluso dicendo:

Le misure biologiche ci danno un altro modo per identificare i bambini per i quali gli interventi, in questo caso la lettura, possono avere i maggiori benefici. Sebbene ci siano già prove degli effetti positivi della lettura condivisa, questo studio fornisce un’ulteriore verifica e un quadro più quantitativo del legame tra l’ambiente di un bambino, la composizione biologica e lo sviluppo.

Per accrescere le abilità linguistiche del bambino, i genitori devono trascorrere più tempo a leggere favole e storie ai propri figli e farlo ogni giorno, poiché questo favorirà un supporto aggiuntivo alla promozione dell’alfabetizzazione in tenera età.

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  • Bambino (1-6 anni)