Sorrisi, linguacce, movimenti di sopracciglia, naso che si arriccia, manine che salutano. A quanto pare il bebè impara a fare le “faccine” già dal pancione della mamma. È come se il feto si stesse esercitando per farsi comprendere da mamma e papà una volta venuto al mondo.

Lo rivela uno studio condotto da Nadja Reissland della britannica Durham University con l’attenta osservazione di ecografie in 4D, attraverso le quali è possibile scattare le prime immagini del faccino del futuro bebè.

Secondo quanto riferito da BBC online, l’esperta ha osservato in tutto 15 feti (maschi e femmine) ed ha notato che tutti sono capaci di fare delle “faccine”, con espressioni sempre più eterogenee man mano che avanzano nello sviluppo.

Non è chiaro, spiega la ricercatrice, se le espressioni che assume il feto corrispondano a una reale sensazione fisica, oppure siano frutto di pose involontarie. Insomma, resta difficile dire se, per esempio, la “faccia da pianto” indichi che il feto stia provando effettivamente dolore.

È invece più verosimile che il piccolo stia “facendo le prove” per nascere, in modo da far percepire i propri bisogni ai genitori una volta nato. La complessità delle espressioni è associata infatti al grado di sviluppo cerebrale del feto.

Lo studio delle “faccine” potrebbe dunque essere utile per individuare anticipatamente problemi di sviluppo.

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