Essere genitori: cos'è la sindrome del "nido vuoto" di cui ha parlato Gwyneth Paltrow

L'attrice ha recentemente parlato di come sta affrontando l'uscita di casa dei figli Moses e Apple, la cosiddetta "sindrome del nido vuoto".

Gwyneth Paltrow ha recentemente parlato in un talk organizzato da Goop, il suo brand di benessere, di come si senta da quando Moses e Apple, i figli avuti con l’ex marito Chris Martin, sono andati via di casa per andare a studiare al college. “Sto avendo un crollo nervoso – ha scherzato – sono stata una madre per 20 anni, ma ho deciso di seguire il consiglio della mia amica Jennifer Freed, psicologa e astrologa, che collabora con noi in Goop, che mi ha detto ‘Invece di pensare al nido vuoto cerca di considerarti un uccello libero. Anziché concentrarti sul senso di perdita, pensa al concetto di libertà”.

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Che cos'è la sindrome del «nido vuoto» e perché l'approccio di Gwyneth Paltrow è da imitare Di recente l'attrice americana Brooke Shields si è mostrata in lacrime su Instagram, piangendo l'uscita di casa di entrambe le sue figlie, anche loro andate a studiare al college. Quindi no, non è sempre facile, per una madre, lasciare andare i propri «piccoli», anche se ormai hanno 18 anni e sono a tutti gli effetti dei giovani adulti. Come sottolinea la psicologa Elena Benvenuti, «la sindrome del nido vuoto è una condizione emotiva che molti genitori sperimentano quando i loro figli lasciano casa, solitamente per andare all'università o per cominciare una vita autonoma. Questo fenomeno può scatenare nella madre e/o nel padre sentimenti di tristezza, solitudine e, in alcuni casi, depressione. L'identità dei genitori, spesso profondamente legata al loro ruolo di caregiver, viene messa in discussione, lasciando un forte senso di vuoto e spaesamento». Quanto all'approccio adottato da Gwyneth Paltrow, ecco il commento della psicologa: «la visione abbracciata dalla star americana si concentra su una riconcettualizzazione del momento di distacco, trasformando il senso di perdita in un'opportunità di nuova libertà. Questo approccio promuove un cambiamento di mentalità del tutto positivo: anziché focalizzarsi sull’assenza dei figli, che peraltro sono usciti di casa per inseguire dei bellissimi progetti personali, si orienta sulla riscoperta di se stessa e sulle nuove opportunità di tempo e spazio. In effetti quando il nido si svuota, i genitori possono utilizzare questo momento per esplorare nuove passioni, dedicarsi a se stessi e riscoprire e ravvivare il rapporto di coppia».

La “sindrome del nido vuoto” è un fenomeno tutt’altro che raro; poco tempo fa anche Brooke Shields si è mostrata in lacrime su Instagram per l’uscita di casa delle figlie

“Non è facile per le mamme – ha detto l’attrice – è così strano, che loro non siano qua”.

Come spiegato a Vanity Fair dalla psicologa Elena Benvenuti, “La sindrome del nido vuoto è una condizione emotiva che molti genitori sperimentano quando i loro figli lasciano casa, solitamente per andare all’università o per cominciare una vita autonoma. Questo fenomeno può scatenare nella madre e/o nel padre sentimenti di tristezza, solitudine e, in alcuni casi, depressione. L’identità dei genitori, spesso profondamente legata al loro ruolo di caregiver, viene messa in discussione, lasciando un forte senso di vuoto e spaesamento”.

Secondo gli studiosi che ne hanno parlato, la sindrome del nido vuoto può caratterizzarsi come un vero e proprio lutto, che porta i genitori persino alla perdita del senso della vita; i suoi sintomi più frequenti sono tristezza, ansia, senso di colpa, rabbia, irritabilità e solitudine, che spesso, nelle forme più gravi, possono sfociare persino in depressione maggiore, disturbi d’ansia e, seppur più raramente, scompensi psicotici.

Benvenuti ha anche commentato positivamente l’approccio scelto da Paltrow, parlando di una riconcettualizzazione del momento del distacco che ha trasformato “il senso di perdita in un’opportunità di nuova libertà. Questo approccio promuove un cambiamento di mentalità del tutto positivo: anziché focalizzarsi sull’assenza dei figli, che peraltro sono usciti di casa per inseguire dei bellissimi progetti personali, si orienta sulla riscoperta di se stessa e sulle nuove opportunità di tempo e spazio. In effetti quando il nido si svuota, i genitori possono utilizzare questo momento per esplorare nuove passioni, dedicarsi a se stessi e riscoprire e ravvivare il rapporto di coppia”.

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