I modi diversi di essere genitori sono spesso al centro dei conflitti generazionali: da un lato, infatti, ci sono i genitori boomer che hanno cresciuto figli negli anni ’70, ’80 e ’90, con un approccio da cui rimproveri a voce alta, punizioni e anche qualche schiaffo non erano del tutto esclusi, dall’altra invece ci sono i genitori Millennials (che poi sarebbero i figli dei boomer), più improntati alla gentle parenting, la genitorialità gentile.

Le differenze tra le due tipologie di educazione sono ben (e spiritosamente) evidenziate nel video della comica Taylor Wolfe, che sui social ha deciso di raccontare proprio i cambiamenti che, negli anni, il ruolo di genitore ha subito, con un confronto tra la sua generazione e quella appunto della madre.

Il video è anche un modo per prendersi gioco del surplus di informazioni e di consigli che esperti, o presunti tali, danno via social che, come ha spiegato Wolfe, “Finiscono per farci sentire in colpa se diciamo la cosa sbagliata o non seguiamo il copione del genitore perfetto”.

L’ispirazione per il video le è venuta dopo che ha visto sua madre occuparsi per una settimana dei suoi figli, nel modo in cui lei era abituata, e che è diverso da ciò che viene proposto su Instagram.

Così, nel video la nonna dice al nipote di stare attento sullo scivolo e la mamma la ammonisce: “Non dirgli di stare attento, chiedigli cosa ha intenzione di fare oggi”, oppure “Sono così fiera di te”, “Non dirgli che sei fiera perché in questo modo sposti il focus su di te”.

Il video è stato commentato anche dalla psicologa clinica Ashurina Ream sulle pagine dell’Huffpost, spiegando che, a dispetto del contenuto ironico, ciò che vi è contenuto è tutto vero: “È chiaro che ad oggi è quasi impossibile fare il genitore, perché mamme e papà vivono costantemente schiacciati da aspettative irrealistiche. I genitori di oggi sono in difficoltà economica, senza nessuno che li aiuta, e direi che è anche normale se la mattina, in ritardo per il lavoro, dicano ai loro figli di sbrigarsi”; la psicologa ha però confermato una cosa, ovvero che dire ai figli “Sono orgogliosa di te” è autoreferenziale, e potrebbe creare futuri adulti che crescono solo nell’ansia di sentirsi dire questa frase dai propri genitori.

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