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La creazione di una biobanca genetica, sviluppata dall'University of South Australia, proteggerà i neonati dalla Sindrome improvvisa della morte in culla (SIDS): i risultati della ricerca sul DNA di 25 bimbi.
Ogni anno nel mondo centinaia di neonati muoiono di SIDS (Sindrome della morte improvvisa del lattante o morte in culla). Uno studio scientifico ha scoperto che la creazione di una biobanca genetica potrebbe essere la chiave giusta per prevenire questa condizione devastante, salvando potenzialmente la vita a molti bambini.
L’idea della biobanca genetica è stata sviluppata dalla University of South Australia e comprende il DNA di 25 bambini morti di SIDS nell’Australia del sud. Scopriamo di più sulla ricerca effettuata e i possibili interventi futuri.
Lo studio australiano ha indicato dati allarmanti sulla morte improvvisa in culla: ogni anno sono circa 130 i neonati che nel solo nell’emisfero australiano muoiono a causa della SIDS.
La sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) è la morte inaspettata e inspiegabile di un infante apparentemente sano, nonostante le indagini cliniche, compresa l’autopsia. Per “risolvere” il dramma legato alle morti in culla, la Prof.ssa Leanne Dibbens, biologa molecolare e responsabile della genetica presso l’Australian Centre for Precision Health (UniSa), afferma:
La biobanca fornirà opportunità senza precedenti per esaminare i fattori genetici che hanno contribuito alla SIDS. In Australia e a livello internazionale, la ricerca sulla SIDS non è mai stata così attiva prima d’ora.
Ciò è dovuto principalmente alle campagne educative di successo come il “sonno sicuro” dei bambini, che ha diminuito di molto l’incidenza della SIDS. Eppure, ogni anno in Australia, circa 100 bambini muoiono ancora di SIDS e non sappiamo perché.
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Tale ricerca rivoluzionaria e senza precedenti aiuterà principalmente a identificare i meccanismi coinvolti nel causare la morte per SIDS in modo che il lavoro futuro possa fermare il verificarsi della Sindrome improvvisa della morte in culla.
Gli scienziati potranno, attraverso la biobanca genetica, analizzare il DNA dei bambini morti per SIDS in modo da valutarne e capirne le cause genetiche legate alla Sindrome stessa.
Trovando tali cause il team di studiosi sarà in grado di valutare, attraverso il monitoraggio attivo del bimbo dalla sua nascita e per tutto il primo anno di vita, i neonati maggiormente a rischio.
L’autore senior dello studio, la prof.ssa Dibbens, ha concluso dicendo:
La vita di ogni bambino è preziosa. Questa ricerca aiuterà a proteggere tutti i bambini e le famiglie dalla sofferenza del dolore della SIDS.
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La morte in culla (Crib death) è la seconda causa di decesso nel lattante. Essa avviene con maggiore frequenza nel neonato nel primo anno di vita. In Italia, come sottolineato dal Ministero della Salute, non esistono dati nazionali sull’incidenza del fenomeno poiché manca un sistema di rilevazione omogeneo.
In passato, la SIDS è stata calcolata nell’ordine del 1-1,5% dei nati vivi, ma è attualmente in netto declino per la maggior attenzione nel mettere a dormire i neonati in posizione supina nonché l’accuratezza dei neogenitori verso la scelta degli accessori più idonei al sonno nella prima infanzia rappresentati, per esempio, dai cuscini antisoffoco o dai materassi appositamente realizzati per prevenire tali morti.
Oggi si stima una percentuale dello 0,5‰, ovvero 250 nuovi casi di SIDS all’anno.
Il picco delle morti tra i neonati va dai 2 ai 4 mesi di età, con maggiore rilievo nei mesi invernali. Mentre, la percentuale delle morti in culla sembra più rara dopo i 6 mesi.
È da specificare che nel primo mese di vita del bebè si parla di SUEND (Sudden Unexpected Early Neonatal Death) ovvero, entità a sé stante.
Come si legge anche dal rapporto dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) sulle statistiche mondiali della sindrome improvvisa in culla del lattante:
Secondo il National vital statistics reports l’incidenza della SIDS è di circa 1,7 per mille nati vivi. Dati simili sembrano essere registrati anche in Europa.
In Italia, la stima fornita dal centro di riferimento della Regione Lombardia, è di 1 su 1000 nati vivi.
In Italia, il Governo ha attuato anche una norma, la Legge n°31 del 2 febbraio 2006 che disciplina il riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto.
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