Circa 5.522 donne partoriranno a Gaza nel prossimo mese: lo comunica l’UNFPA, il fondo delle Nazioni Unite per il supporto delle popolazioni in situazioni di crisi, che si occupa, tra le altre cose, della salute materna e riproduttiva delle donne in zone di guerra.

Secondo le Nazioni Unite, a partire dalla riaccensione del conflitto nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023, sono oltre 400mila gli sfollati palestinesi. Tra di essi, in base agli ultimi dati raccolti dall’agenzia, si stimano 540.000 donne in età riproduttiva, delle quali 50.000 incinte che, costrette a lasciare le proprie case, si ritrovano senza accesso non solo ai servizi ospedalieri di base, ma anche a cibo e acqua.

Non avevo idea di dove o come avrei partorito il mio bambino”, ha raccontato una di loro all’UNFPA, come riportato sul sito stesso dell’agenzia. La donna, che era poi riuscita a raggiungere un’ambulanza che l’aveva trasportata all’ospedale di Al Shifa, è stata dimessa solo tre ore dopo aver partorito per fare spazio ad altri pazienti.

Il dottor Mohammad Abu Salmiya, direttore dell’ospedale, ha dichiarato al fondo:

I nostri team medici sono subissati e lavorano senza sosta dall’inizio dell’escalation. Abbiamo una quantità di carburante molto limitata per riuscire a lavorare. Se lo finiamo, l’ospedale potrebbe diventare un gigantesco luogo di sepoltura.

Le autorità israeliane, infatti, in seguito agli attacchi di Hamas, hanno imposto un blocco totale della fornitura di elettricità all’interno della Striscia, azione che è stata definita da Amnesty International un crimine di guerra. Israele ha risposto che non riporterà la corrente né lascerà che acqua e carburante arrivino nella Striscia finché Hamas non rilascerà gli ostaggi. Inoltre, ha intimato ai palestinesi del nord di Gaza di evacuare nel sud.

Per un milione di persone muoversi – molte delle quali non hanno mezzi di trasporto, non hanno macchine, e anche se le avessero è finita la benzina a Gaza – è impossibile”, ha detto Lynn Hastings, coordinatrice delle Nazioni Unite a Gaza, a UN News. “Anche gli ospedali del nord hanno ricevuto notifica di evacuazione. Di nuovo, è impossibile”.

Per le centinaia di donne che stanno per partorire, e per coloro che sono malati e feriti gravemente, essere forzati fuori dalle loro case senza un posto dove andare, senza cibo né acqua, è molto pericoloso”, ha aggiunto Natalia Kanem, direttrice esecutiva dell’UNFPA. Ora, l’agenzia ha messo a disposizione una raccolta fondi per fornire adeguata assistenza riproduttiva a Gaza.

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