Il primo alimento per eccellenza con cui viene nutrito il neonato è il latte materno. Averne in abbondanza e donarlo a chi ne ha bisogno è un gesto d’amore e altruismo verso la mamma che non può allattare e la salute del bebè.

Ma come si diventa donatrici di latte materno in Italia? Scopriamo perché è così importante donare il latte materno e qual è la procedura da seguire per diventare donatrici.

Come si diventa donatrici di latte materno?

Donare il proprio latte materno rappresenta un aiuto concreto non solo per la neomamma impossibilitata ad allattare il proprio bimbo ma, soprattutto, per l’infante stesso che nel primo periodo della sua vita (6 mesi) potrà beneficiare di tutti i nutrimenti essenziali derivanti dal latte materno.

Diventare donatrici è, dunque, una scelta consapevole e altruistica che quasi ogni mamma può fare ma la strada da seguire spesso non è sempre così conosciuta e per mancanza di informazioni utili, molte donne non valutano neanche tale possibilità. Così come accade per altre donazioni, svolgere questo atto è anche un modo per tenere sotto controllo la propria salute facendo, allo stesso tempo, del bene a un bambino.

Il Dott.Guglielmo Salvatori, responsabile della banca del latte del Bambino Gesù, ha dichiarato a fondazioneveronesi:

Non tutte le donne possono donare. Possono farlo solo le madri in buona salute, che seguono un corretto stile di vita e hanno una quantità di latte superiore alle esigenze del proprio figlio dalle prime settimane di vita e fino a un anno di età.

In Italia, per diventare donatrici, la donna dovrà rivolgersi all’ospedale o all’associazione che ha la propria banca del latte. Sul sito aiblud, sono presenti tutte le strutture dove sarà possibile rivolgersi.

Una volta scelta la struttura dove donare il latte si farà un colloquio con il neonatologo per verificare il proprio stato di salute. Successivamente verranno eseguiti degli esami del sangue e se non emergono controindicazioni particolari, alla potenziale donatrice verranno consegnati degli appositi contenitori per il latte (mediamente 5 o 6) che dovrà riempire e consegnare all’ospedale. Sarà premura della struttura, poi, decidere le modalità di stoccaggio.

Dopo ogni fine donazione la donna potrà decidere se donare tutti i giorni, una volta la settimana o un paio di volte al mese.

Chi non può donare il proprio latte?

Ci sono alcune restrizioni che non permettono alla donna di diventare donatrice di latte materno. Queste limitazioni sono simili a quelle per la donazione di sangue e plasma e riguardano la donna che fuma o fa uso di alcol e droghe, che beve molto caffè o segue una dieta sbilanciata o, ancora, che sia affetta da malattie o infezioni.

Perché è importante donare il latte materno

Come spiegato dall’OMS, dall’Unicef e dalle Organizzazioni Europee, il latte materno è importante per il lattante poiché garantisce benefici per il suo sviluppo, sia nell’immediato che più avanti nel corso della sua crescita. Questo perché il latte materno è ricco di acidi grassi polinsaturi, proteine e ferro assimilabile.

In più, contiene sostanze immunologiche che non si trovano nel latte in polvere e che sono essenziali per salvaguardare il neonato da eventuali infezioni batteriche e virali, da allergie malattie metaboliche.

Il latte materno è fondamentale anche (e soprattutto) per l’alimentazione dei bambini nati prematuramente, ma non solo, per i bambini affetti da grave malnutrizione o per coloro i quali sono stati sottoposti a interventi chirurgici di asportazione.

Molte donne dopo il parto non hanno latte a sufficienza per soddisfare il fabbisogno nutritivo del loro piccolo. In questo caso al neonato la donatrice può ovviare a tale mancanza donando il proprio latte e permettendo, così, che il bimbo cresca in modo salutare.

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  • Allattamento