La febbre Dengue sta destando particolare preoccupazione nel Sudamerica, con 4,5 milioni di casi inclusi 2.300 decessi nel solo 2023, e naturalmente i timori si estendono anche in Europa, soprattutto alla luce della pandemia di Covid che ha travolto il mondo negli ultimi anni.

Vale subito la pena chiarire che un’emergenza Dengue, al momento, in Italia continua a non esserci, anche se a scopo precauzionale è stato rilasciato un vaccino tetravalente prodotto dalla casa farmaceutica Takeda, denominato Qdenga, che l’Ema ha autorizzato a partire dai 4 anni di età, costituito dalle versioni attenuate dei quattro DEN virus, la cui commercializzazione è stata autorizzata in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a febbraio 2023.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità a maggio del 2024 il numero di casi accertato di Dengue nel nostro Paese a 197 nel primo trimestre dell’anno, 6 volte in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Già l’estate scorsa la direttrice del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, aveva avvertito riguardo alla “diffusione geografica di specie di zanzare invasive in aree precedentemente non colpite in Europa”, insetti che sono veicoli non solo di Dengue ma anche, ad esempio, della febbre del Nilo occidentale.

“La trasmissione locale della Dengue in Italia, così come in altri Paesi europei, è un evento raro – spiega Anna Teresa Palamara, dirigente del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss –  La maggioranza dei casi è contratta all’estero. Tuttavia, le condizioni climatiche e la presenza di una zanzara in grado di trasmettere il virus rendono possibile la trasmissione in alcuni mesi dell’anno, nel contesto di una elevata circolazione in molti Paesi del mondo. L’attenzione nei confronti di questa infezione è alta nel nostro Paese, con un monitoraggio attento dei casi diagnosticati in Italia da parte delle Regioni/PA, del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Consigliamo a chi intraprende viaggi internazionali, di verificare se è nota la trasmissione di questo virus nelle aree visitate e di adottare tutte le misure di prevenzione raccomandate”.

Tra le misure consigliate per chi deve viaggiare all’estero in Paesi a rischio c’è la protezione dalle punture di zanzara con repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, ma anche usare zanzariere alle finestre, svuotare spesso i contenitori con acqua stagnante e, al rientro in Italia, rivolgersi al medico qualora si manifestino sintomi.

L’Oms riferisce che buona parte dei positivi alla Dengue risulti asintomatico, ma chi presenta manifestazioni del virus generalmente lo fa con febbre alta, emicrania, dolori muscolari, nausea, eruzioni cutanee, che si risolvono circa in un paio di settimane. L’ospedalizzazione è invece prevista per chi presenta le forme più gravi della malattia. Insomma, niente di diverso da quanto abbiamo imparato a conoscere con il Covid.

Per l’Agenzia europea il vaccino “si è dimostrato efficace nel prevenire la febbre dovuta alla malattia di Dengue nei bambini e negli adolescenti nei 12 mesi successivi alla seconda iniezione. In uno studio principale condotto in 8 paesi dell’America Latina e della regione Asia-Pacifico, a circa 20.000 bambini di età compresa tra 4 e 16 anni è stato somministrato Qdenga o un placebo. Lo studio ha mostrato una riduzione dell’80% del numero di casi di febbre causati dalla malattia di Dengue confermata nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino (61 casi su 12.700 bambini) rispetto a quelli trattati con placebo (149 casi su 6.316 bambini). Il vaccino ha anche ridotto del 90% i ricoveri ospedalieri dovuti alla Dengue. Nei 18 mesi successivi alla seconda iniezione, lo 0,1% (13 su 12.700) dei bambini a cui è stato somministrato il vaccino sono stati ricoverati in ospedale a causa di Dengue confermata, rispetto all’1,0% (66 su 6.316) dei bambini a cui è stato somministrato il placebo”.

Tuttavia l’Oms ha annunciato la fase di prequalificazione di un nuovo vaccino, Tak-003, basato sul virus vivo attenuato e relativo ai quattro sierotipi del virus che causano la malattia, il quale prevede la somministrazione in due dosi con un intervallo di tre mesi; i destinatari di questo vaccino sono i bambini di età compresa tra 6 e 16 anni che vivono in zone in cui la Dengue è molto diffusa. Il vaccino è già stato approvato in Italia e anche in altri Paesi.

L’Oms stima che ogni anno nel mondo si contino tra i 100 e i 400 milioni di casi di Dengue, con 3,8 miliardi di persone che vivono in Paesi in cui il virus è endemico (soprattutto Asia, Africa e Americhe).

Come detto, in Italia non esiste un allarme Dengue, anche perché la zanzara responsabile della trasmissione del virus, la Aedes aegypti, non è presente, tuttavia la soglia di attenzione non va abbassata, perché, come spiegato da Giovanni Rezza, ex direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, “una volta arrivato da noi, il virus trova un vettore competente, ovvero in questo caso la zanzara tigre […] pronta a trasmettere virus come il chikungunya e, in misura minore, Dengue”. Impossibile inoltre non tenere conto di fattori come la globalizzazione e il cambiamento climatico, che potranno portare nel prossimo futuro alla diffusione di malattie prima esclusive delle regioni tropicali.

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